SELVA NERA
ALL’EPOCA
Dormienti all’epoca,
disegnatori di cornici
nel quadro non vi è nulla.
Nel profondo dell’origine,
le radici del cuore.
Esauriti,
il brusio democratico
e il silenzio insurrezionale:
leggerezza.
Luce che aggroviglia ciò che è nascosto,
ritagli di vocaboli si fanno piccoli
nei ciuffi della sterpaglia.
Il sentiero,
finalmente amabilmente aspro,
conduce all’infanzia delle ombre.
*
PALPEBRA
Chiudo gli occhi e apro libri,
vedo giardini
che stanno sulle desolate lande
fiuto innamoramenti
che fanno andare alla deriva,
epoche danzanti di strani animali,
mondi sospesi.
L’emergere del meraviglioso
dal capriccio di una palpebra,
dall’inaudito del pensiero,
dalla bellezza seduta accanto,
dall’odio infinito
come dall’amare senza riserve.
*
INCONTROLLABILE
Bramoso di serbare una zona franca,
campo libero all’inaccessibile,
all’irreparabile e dei suoi soli
lascio scorrere nelle vene
la bizzarra fantasia dell’incerto.
Non attardarti ad aspettarmi
nel burrone dei risultati,
ostile ad ogni calcolo
boicotto ogni indole al lavoro.
Che si abbatta una tempesta malefica,
che frantumi la triste esistenza,
sacrilegi incendiano ogni credenza
rovesci da tumultuosa poetica.
Selva Nera, Avversi Cartoline dall’inferno, Le Lettere Scarlatte Edizioni, 2024
«La vita non è armoniosa, come la poesia non può essere mera prosa letteraria. Il poeta è un paradosso, per questo negare questo ruolo, come tutti i ruoli che ci affibbiano, fa bene al cuore.
È una tensione che ispira questi avversi. Nella torre d’avorio delle passioni vedo schiudersi il pensiero. La dissonanza fa il suo giro ostinato al contrario nella profondità e di colpo demolisce la superficie delle cose. La mansuetudine trova scheletri, l’ammutinamento, invece, spinge, indelebile, sul furore.» (Dal comunicato stampa)
(A cura di Silvia Pio)