Papa Francesco santo subito. Anche lui.

Conclave

Conclave

PAOLO LAMBERTI

Alla morte di Papa Francesco si sono levate voci di “santo subito”, come per Giovanni Paolo II e, più flebili, per Benedetto XVI. Se Francesco e il papa emerito hanno rispettosamente convissuto, la presenza di due pontefici ha ispirato a troppi cattolici l’idea di un papato come menu alla carta: sceglievano Francesco i progressisti che vogliono una chiesa terzomondista, sociale più che sacrale, non occidentale. Invece “il mio Papa è Benedetto” scrivevano (anche sulle magliette) i conservatori che si affidavano alle loro tre virtù teologali: fede, speranza, crudeltà; tradizionalisti, ma magari con vite personali moralmente disordinate, fitte di divorzi, convivenze, figli fuori del matrimonio ed avidità.
In un quadro più ampio invece colpisce negli ultimi due secoli la convergenza di papato e santità: da Pio X in poi sono santi quattro pontefici e sono in corso processi di beatificazione per altri, eccetto Leone XIII, che con la “Rerum Novarum” si è guadagnato nomea di socialista ed innumerevoli anni in Purgatorio. L’ultimo papa santo fu nel Cinquecento Pio V, poi solo alcuni beati o venerabili fino a Pio IX, proclamato beato nel 2000 tra qualche sconcerto: forse una consolazione per la perdita del dominio temporale, forse la ricompensa per la proclamazione dell’infallibilità ex cathedra del pontefice. Primo ad essere elevato agli altari fu Pio X, anche per riaffermare la sua posizione contro il Modernismo, sino a proteggere monsignor Benigni, prelato di curia, che schedò migliaia di cattolici sospetti di aderirvi, creando un archivio più da polizia politica che da misericordia pastorale; poi però molte delle istanze del Modernismo riaffiorarono nel Concilio Vaticano II.
La santità di Giovanni XXIII è l’unica ad avere creato un autentico culto popolare che vive anche a decenni dalla scomparsa, ed è certo la figura papale che più è universalmente apprezzata (tradizionalisti a parte, anche se Giovanni non era certo un progressista). Il culto di Paolo VI è certo meno diffuso, per essere stato un papa colto, complesso, spesso tormentato, anche se la morte di Moro ne ha mostrato la profonda umanità. Quarto papa santo è Giovanni Paolo II, elevato agli altari in tempi molto brevi, altari che per altro ha visitato da vivo quasi tutti: si è voluto mostrare un modello di pontefice muscolare e combattivo, un novello San Giorgio che uccide il drago.
Già beato ed in attesa del secondo miracolo che apra alla santificazione è Giovanni Paolo I, che pur nella brevità del pontificato ha lasciato un segno tra i fedeli, in particolare con l’appellativo di mamma rivolto a Dio, e, almeno in Italia, nulla è più popolare della mamma. Ma la causa più tormentata è quella di Pio XII, per ora riconosciuto come venerabile, e il cui processo di beatificazione è molto rallentato. A fare grande difficoltà è il suo silenzio su nazismo e Shoa: scelta difficile e prudente durante il conflitto, meno comprensibile a guerra finita, quando non vengono espresse condanne del nazismo altrettanto esplicite di quelle contro il comunismo; è anche vero che se Gesù si fosse comportato come il suo vicario, probabilmente sarebbe morto di vecchiaia. Ostativa alla sua beatificazione dovrebbe essere anche la crudele umiliazione inflitta a De Gasperi per non essersi piegato ad un’alleanza elettorale con il MSI nelle elezioni per il sindaco di Roma.
Pur non ancora avviate, sono state avanzate richieste di beatificazione anche per Benedetto XV e Pio XI: il primo può vantare il celebre discorso dell’“Inutile strage” nella I Guerra Mondiale; peraltro discorso arrivato ben tre anni dopo l’inizio della guerra e nel momento in cui l’unica potenza belligerante cattolica, l’Austria-Ungheria, era sull’orlo del crollo. Per Pio XI si può apprezzare un più equilibrato approccio verso comunismo e nazismo, già condannato con la Mit brennenden Sorge, mentre pare attestata la volontà di una più radicale condanna in preparazione al momento della morte; rimane però anche il papa dei Concordati, a partire da quello con Mussolini.
Ed è curiosa la coincidenza che ben cinque papi sugli ultimi nove vengano dalla carriera diplomatica, ovvero Benedetto XV, Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI e di questi tre siano stati santificati: pare che la diplomazia faccia aggio sull’esperienza pastorale, e fra i papabili ne compaiono non pochi: altro tratto che distingue i vicari da Cristo.
Comunque per ritrovare una tale densità di pontefici santi si deve risalire alla chiesa primitiva, dal I al VI secolo, in cui spesso la santità era accompagnata dal martirio. Se ne deduce che la Chiesa, o almeno il Papato, da metà Ottocento ha recuperato la purezza originaria. Oppure che, essendo a Roma, i papi fanno come i Romani, e si santificano i pontefici come si divinizzavano gli imperatori: Francesco e Benedetto come Augusto, Tiberio, Claudio.