In viaggio nell’antica saggezza col romanzo di Noemi Bessone

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NOEMI BESSONE

Passando da una strada che non percorrevo quasi mai, trovai Matilde intenta a fare una passeggiata con le cuffie nelle orecchie.
“Ti ho pensata questa mattina! Voglio condividere con te il mio profilo nuovo di Instagram. Non lo conosce nessuno, nemmeno mio marito. È sul mio percorso di scrittura.”
Così ci scambiammo i contatti e quella stessa sera lei mi scrisse: “Ho visto che frequenti Diego il druido! Io lo seguo su YouTube! Ma che figo! La prossima volta che vai, voglio venire anche io!”
Da quel giorno la nostra amicizia si è riaccesa in nome di pratiche spirituali, libri letti e percorsi fatti. Abbiamo iniziato a incontrarci una volta a settimana e presto abbiamo deciso di fare di questi incontri un book club, leggendo di volta in volta il libro Sacerdotessa della Dea di Kathy Jones. Da lì a decidere di andare insieme ad Avalon e di celebrare insieme le festività della ruota dell’anno è stato un attimo. Non so se hai mai visto le foto della nostra celebrazione di Mabon. Io e lei vestite con abiti lunghi sotto due splendidi meli che suoniamo i tamburi. Quella sera io ero al settimo cielo, perché non credevo che sarei mai stata in grado di scrivere una cerimonia e condurla, ma anche se eravamo solo in due era stato potentissimo! Facemmo una pratica con la spirale che ci lasciò un mal di testa tanto forte da spaventarci e dirci: “Oh mamma! Che abbiamo fatto?”
Guardo a quel giorno come si guardano due cuccioli di volpe che escono dalla tana per la prima volta. Incuriosite, impaurite, ma spinte da un bisogno vitale di essere volpi, di essere noi stesse, di fare le sacerdotesse. Certe spinte le hai dentro e basta. Io stessa le ho sempre avute dentro di me.
Penso a tutte le donne accusate di stregoneria, bruciate, picchiate e abusate, e mi ci ritrovo. Le capisco e penso che tutte loro, in un momento della loro vita, abbiano percepito che il mondo era anche altro. Che gli elementi comunicavano con loro, che il mondo visibile non era l’unico mondo esistente, che le cure potevano venire da pratiche e piante. Come i cuccioli di volpe uscivano dalla tana del mondo patriarcale in cui erano state cresciute, si spingevano fuori sapendo che il nutrimento era altrove. Un sapere antichissimo che si ha nelle ossa, una memoria fuori di noi, ma che conosciamo bene. Un bisogno fisiologico di ricontattare una saggezza antica che hai dentro e intorno a te. E quando la contatti è finita. Non ne puoi più fare a meno, vedi la potenza di una pianta, di una pratica che nessuno ti ha insegnato ma che conosci e basta. È la Dea che ha lasciato semini su semini dentro ognuna di loro, ognuna di noi, affinché non dimenticassimo, fino a oggi, che possiamo uscire senza rischiare troppo la pelle. Le streghe, un tempo, facevano paura alla società, erano mosse da forze d’amore straordinarie, avevano il potere di curare e guarire, di contattare e lavorare con gli elementi, di andare oltre il velo. Tutte cose comunissime in comunità tribali e indigene che però sono state estirpate con violenza dal patriarcato europeo. Tradizioni che sopravvivono ancora oggi, come quella tolteca, e che vanno tanto di moda tra gli spirituali odierni. In realtà, è tutto già qui sulle nostre terre. Abbiamo già tutto dentro di noi, nelle nostre piante, nei nostri corpi, nelle nostre memorie. È il momento di ricontattare questa antica saggezza e farla rivivere.

Estratto da: Noemi Bessone, Lettere da Avalon, Edizioni Ester 2025

Trama:
È la notte prima della partenza per Glastonbury. Francesca si sveglia destata dal pensiero ossessivo di un uomo con il quale ha avuto una relazione difficile da definire. La donna non vuole essere distratta dall’intento principale del pellegrinaggio: indagare la sua chiamata sacerdotale. Così, decide che ogni volta che l’uomo si insinua nei suoi pensieri e nelle sue pratiche, lei scriverà una lettera a una sua sorella senza nome per raccontarle del viaggio.
Lettera dopo lettera, Francesca scopre che la magia di Avalon di cui aveva sentito tanto parlare e verso la quale era stata chiamata esiste davvero, e che questa si era mossa addirittura prima del suo arrivo sulle terre sacre ai neopagani facendola incontrare con le sue compagne di viaggio. Nel racconto, le pratiche sciamaniche, le letture oracolari e le pratiche medianiche portate avanti nei diversi luoghi di potere si intrecciano con incontri particolari e riflessioni sulla scrittura, sull’arte, sulla spiritualità. Tuttavia, il ricordo della storia d’amore continua a ritornare costringendo la donna a fare i conti con un dolore che era determinata a ignorare, ma che ha ancora molto da insegnarle su sé stessa, sul suo matrimonio e sulla sua chiamata.
Il romanzo è accompagnato da un diario di autoriflessione che porterà il lettore a viaggiare dentro di sé attraverso immagini evocative dei luoghi sacri di Glastonbury e degli archetipi Avaloniani citati nel racconto.

Per contattare l’autrice https://www.facebook.com/profile.php?id=61556652222243

Per acquistare il libro https://www.edizioniester.com/lettere-da-avalon.-romanzo-epistolare-e-diario-di-autoriflessione-illustrato.html