Jimmy Andrex: la poesia è l’idea di qualcosa che viene ad essere dal nulla

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Wakefield One, 30-08-2014

Jimmy Andrex è nato e cresciuto a Wakefield, e ha frequentato scuole che non esistono più. Nonostante il suo infausto inizio, cerca di trovare la bellezza e l’umorismo nelle storie e nelle conversazioni delle persone che lo circondano. «Per me, scrivere vuol dire scrivere delle persone: tutti valgono qualcosa e vale la pena raccontare le loro storie».

In seguito alla pubblicazione di Too Many Villains nel febbraio 2008, Jimmy e il suo compare poetico John Irving Clarke decisero di iniziare i Red Shed Readings (Reading del Capanno Rosso, perché il locale che li ospita è appunto un ex capanno, ed è rosso), iniziativa che combina parola parlata con musica e cabaret e che si svolge nel leggendario club laburista da cui prende il nome. Il locale ha ospitato personalità come David Peace, Joanne Harris, Ian MacMillan e Sophie Hannah ed ha offerto un pubblico ad autori locali e la possibilità di sviluppare le loro capacità di intrattenimento. È stato inoltre prodotto il concorso di poesia Red Shed Readings Open Poetry Competition, che ha raggiunto la sua quarta edizione annuale.

Red Shed

«Per me si tratta esclusivamente di mestiere. Non possiamo avere il controllo del nostro talento, ma possiamo lavorare sul mestiere di scrivere. In secondo luogo, dobbiamo avere un pubblico, anche piccolo. Al Red Shed ci importa soprattutto dell’impatto sul pubblico, piuttosto del numero dei sederi sulle sedie».

È stato nominato Black Horse Poet nel 2009 e nel 2011 ed ha pubblicato Gormless nel 2011 e Leet nel 2013. Si è esibito in tutto il Nord Inghilterra, spesso in coppia con John Irving Clarke; nelle sue esibizioni usa spesso la musica, mescolando hi-tech e low-fi con una gran varietà di strumenti, recentemente ha usato una combinazione di samplers e melodica!

Il suo  album di poesie e musica, intitolato Cresties, esce il 9 ottobre 2014, ma è già scaricabile gratuitamente dal sito https://www.facebook.com/pages/Jimmy-Andrex-Cresties/872562006105713

Andrex playing darts

Quando e come ti sei avvicinato alla poesia?
Ho sempre scritto, fin da bambino, ma nel quartiere dove sono cresciuto ammettere che scrivevi poesia era paragonabile a confessare una sfilza di omicidi, quindi è stato un segreto per molti anni. Ero uno di quelli che hanno un cassetto pieno di quaderni. Un altro problema era che mi rendevo conto che ciò che avevo scritto non era granché. Non avevo mai sentito parlare di laboratori di scrittura.

Dopo aver fatto il musicista per anni, scritto sui giornalini dei fan del rugby e lavorato come giornalista sportivo, sono stato convinto da John Irving Clarke a leggere i miei scritti allo Yorkshire Sculpture Park (parco che ospita opere scultoree) e partecipare ai Black Horse Poets, dove fui sia intimidito che sbalordito dalla scrittura come esercizio.

Parlaci delle tue attività poetiche, collaborazioni e pubblicazioni.
L’impegno più importante è con i Red Shed Readings. Facciamo sei letture all’anno, in inverno e primavera. L’iniziativa è nata da una certa frustrazione per quegli eventi poetici dove sembrava che gli stessi sei o sette poeti leggessero le stesse sei o sette poesie l’uno all’altro, e si aspettavano che il pubblico venisse ad ascoltarli.

Un ex allievo di John, Gareth Durasow, gli propose alcune poesie e decidemmo di mettere insieme un libretto e di presentarlo al pubblico. Siccome non volevamo che i nostri ospiti fossero distratti, includemmo della musica, invitammo il poeta Siobhan MacMahon e cercammo di far stare le letture in un tempo limitato. Eravamo davvero stupiti del fatto che il pubblico era rimasto soddisfatto ed abbiamo pensato che potesse funzionare.

Siamo rimasti colpiti dal fatto che la performance fosse una parte vitale dell’evoluzione di una poesia, come lo è la memorizzazione. La lettura dal vivo valorizza la poesia sulla pagina, come nella tradizione delle vecchie ballate.

A quei tempi pensavo che un giorno fosse stato perso se non avessi scritto una poesia di qualche tipo, era un’ossessione; allora riuscii in fretta a mettere insieme 400 poesie finché un giorno mia moglie mi chiese che cosa volessi farne. A quel punto abbiamo deciso di pubblicare Gormless con Currock Press. A dire il vero è stata mia figlia a prestarmi il denaro per la stampa, il che è un po’ strano.

Naturalmente, ogni libro ha bisogno di un evento che lo presenti, un evento come quelli che si svolgono ai Red Shed Readings, quindi anche se non tutti hanno comprato il libro, o gli è piaciuto, hanno passato una bella serata e sono stati salvati dalla tele per un paio d’ore.

Cos’è per te la poesia?
Non lo so proprio. Forse è l’idea di qualcosa che viene ad essere dal nulla, che è una magia. È una porta che si apre su un mondo dove incontri gente interessante, vai in luoghi differenti e la tua testa si sente bene. E poi c’è un numero di persone più alto della media che ti ricordano che non sei così matto come pensavi di essere. Fa sempre piacere incontrare queste persone.

C’è da dire che non sei mai contento della poesia. Faccio impazzire mia moglie lamentandomi: «non ho scritto niente da secoli» oppure brontolando che la mia roba è pessima, ma è meglio così piuttosto che che diventare amaro con l’età come un frutto troppo maturo.

Jimmy Andrex era tra i poeti del gemellaggio “Da terre a terre” tenuto a Mondovì, anche se non ha potuto essere presente. Le poesie che riportiamo di seguito fanno parte dell’antologia pubblicata dagli Amici di Piazza a Mondovì.

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Cuskinny Bay (1)

Assaggia la mela più dolce
che hai mai mangiato
mentre cammini in questo giardino
ascoltando tuo padre

che elenca le specie col loro nome,
ti fa accarezzare il mirto;
passa la mano sugli aghi di pino
che hanno lo stesso profumo

dei limoni poi fa una pausa:
lascia che il silenzio cali,
poi attraverso una vecchia porta
in un giardino racchiuso da mura,

riempito di tutti i frutti
buoni da mangiare, tutte le foglie
piacevoli da vedere
come gli alberi vecchi di cent’anni

che si abbatterono quella notte
quando i temporali arrivarono dall’ovest.
Mamma chiede “come hai potuto lasciare tutto questo,
carne della mia carne?”

Ma questo non è proprio l’Eden
è solo piccolo e bellissimo,
e tu, come quelli che si sono messi in posa rigidi
sulle plance da sbarco scricchiolanti,
hai annusato il latte e miele
attraverso la distesa selvaggia e l’acqua,
non sei mai andata via davvero
né hai smesso di essere una figlia.

***

Tramonto invernale alla stazione di Leeds

Travi grigie appena verniciate
lampioni come margherite, tempo che fugge
verso una fonte arancio
di vita che cala tra il verde e va, va
diventando permafrost.

La foschia assume il comando,
guarda giù per prendere appunti
e svanisce, lasciando

un mandarino riflesso sull’umidità del respiro
del sole,
cotone grezzo fatto a pezzi,
nel dilemma se rimanere
o arrendersi al nero.

***

Il sagrato della Cattedrale di Coventry (2)

L’argento sull’arco riflette un mattino
come sole sui campi allagati: Incredibile
sbuffa lei perché i gabinetti non funzionano
nel caffè vicino alle due cattedrali
dove le parole di perdono nelle travi bruciate ridotte a carbone
volano sul suo capo come l’ondata dei bombardieri
quella notte di grafite. Luce solare sulle bolle caffelatte
dove le armi abbozzate sui tavoli dei disegnatori
piovevano fuoco a bruciare le anime; una città polverizzata
il cui fumo turbinava in forme di sfida
poi vendetta: città bruciate senza pietà.

Ora questa croce di carbone sgangherata
legata con filo metallico
guarda dall’alto panini bruciati con una smorfia stanca
stamane sotto cielo blu e vento esausto.

***

Frittata

Quello studente affamato sabato sera
quando i tuoi amici sono arrivati dalla gastronomia d’asporto,
prosperose borse di plastica con cibo degli dei:
riso fritto con gamberi e funghi

ancora mi riempie la bocca di succhi gelosi.
Lo desideravo come desideravo te,
ma tutto ciò che avevi era una indesiderata
frittata in scatola: un regalo di tua mamma.

Ti amavo così tanto, ho tentato di mangiarla.
La vista ingannava, sembrava pallido vomito,
ma sapeva di moccio al gusto di uovo. Con il mais.

E anche se non hai mai detto che mi amavi
mi hai visto ingollarne metà e hai detto,
“Non sei obbligato a mangiarla. Sembra vomito”.

I passeri sotto la tua finestra sapevano
ciò che noi non riuscivamo a decifrare; la misura del vero
amore; neppure loro volevano toccarla.

(traduzione di Silvia Pio)

(1) In County Cork, Irlanda, dove il Titanic ha fatto tappa per l’ultima volta ma, più importante, da dove milioni di Irlandesi sono partiti per non fare più ritorno.
(2) La storica cattedrale di Coventry fu bombardata e quasi distrutta durante la guerra. La cattedrale costruita al suo posto racchiude alcune delle rovine e il luogo risulta carico di emozioni. Particolarmente toccante è la croce costruita con due travi della cattedrale distrutta, con sullo sfondo le parole “Padre perdona”.

Da terre a terre, il gemellaggio continua
Da Terre a Terre
30/8/2014 Biblioteca di Wakefield, Wakefield One