Francesco Manna: la poesia è la ricerca della fusione col tutto

IMAG0628m

ATTILIO IANNIELLO (a cura)

Cenni bio-bibliografici
Francesco Manna (1954) ha pubblicato una sua prima raccolta di poesie Verso i bordi [1972-1991] (Editoria Universitaria, Venezia, 1992); il saggio d’analisi musicale Sotto le stelle del jazz: Paolo Conte un artista e la sua musica (Editoria Universitaria, Venezia, 1993 e 1996); una scelta di poesie di viaggio sull’antologia, On the road (Verleger Editore, Bolzano, 1997); Varco d’anime perdute, poesie (Il Torchio Editore, Padova, 2004); la trilogia di romanzi brevi Partiture di viaggio (Il Grappolo Editore, Salerno, 2006); con il fotografo e pittore milanese Paolo Prenestini, Sulla cima del mare (Il torchio Editore, Padova, 2006); il romanzo L’ombra del Guerriero (ilmiolibro.it, Roma, 2011); la raccolta di racconti Isole intorno al mondo (Prospettiva editrice, Civitavecchia, [Roma] 2013). È, inoltre, presente in varie antologie di poeti contemporanei, tra cui Terre (Il Filo Editore, Roma, 2007 e 2009) e Demokratika (Limina Mentis Editore, Milano, 2010).

Quando o come si è avvicinato alla poesia?
Direi che quando frequentavo le scuole medie già fui completamente affascinato da alcuni poeti, soprattutto quelli italiani del Novecento (Montale, Ungaretti, Quasimodo erano quelli che mi piacevano di più) a tal punto che scrivevo sul mio banco i versi che mi avevano più colpito. La poesia mi ha travolto e ha contrassegnato gli anni della mia adolescenza. Ho cominciato però a scrivere i miei versi a diciotto anni, dopo aver letto e amato i poeti americani della Beat Generation, fantasticando le loro vite libere e anticonvenzionali. E poi c’è la musica che ho sempre amato e coltivato fin dall’infanzia e che si è unita alla poesia, il jazz e il rock e i grandi poeti/cantautori inglesi e americani. E a quell’età avevo incontrato il mio primo grande amore, anche lei molto presa dalla musica e dalla poesia. Insomma, poesia e musica, un connubio indissolubile per me. A tal punto che spesso scrivo poesie ispirato e, a volte, condizionato dall’ascolto della musica.

Eventuali attività poetiche, collaborazioni e pubblicazioni.
Sono cofondatore e condirettore della rivista di poesia “Inverso” dal 1996 (seconda serie di pubblicazioni di una rivista fondata nei primi anni Ottanta a Padova, città in cui vivo). Ho comunque partecipato a gruppi poetici fin dalla metà degli anni Settanta, ma ho pubblicato il mio primo libro Verso i bordi (Editoria Universitaria, Venezia) nel 1992, a cui sono seguiti vari altri libri  non solo di poesia, ma anche un saggio musicale dedicato a Paolo Conte Sotto le stelle del jazz: Paolo Conte un artista e la sua musica (Editoria Universitaria, Venezia 1993 e 1996) antologie poetiche, romanzi e racconti. Prima pensavo che la poesia fosse qualcosa di  vivo ed esclusivamente performativo, che non dovesse essere codificata e “reificata” sulla pagina, dimenticando forse che l’oralità è solo un elemento della poesia che non può esaurirla, anzi è sulla pagina scritta che assume la sua più compiuta realizzazione.

Cos’è la poesia per lei?
La poesia per me è una reinterpretazione della realtà e del mondo: è l’identità cercata e/o ritrovata; è la metafisica che si nasconde dietro i fenomeni; è lo scarto tra il pensiero e l’azione; è il passato, il presente e il futuro dell’umanità, è la ricerca della fusione col tutto;  è la nascita, la vita e la morte dell’io, del tu, del noi; è il tutto prima del nulla; è…

http://www.manna-inverso.com/

Festival della poesia San Salvador 2010

Festival della poesia San Salvador 2010

PRIMA DEL SONNO

Un sorso d’acqua
per dissetare l’anima
nel centro perduto
alla ricerca di senso
aspettando qualcosa
cambi la vita
che non è quella vista
scorrere sugli occhi
in ricordi sbiaditi
di giorni sempre uguali
dissolti nella pioggia
alla finestra nell’inverno
del tempo accaduto.

Non c’è più il volto
amato e scivolato nelle parole
sussurrate la prima volta
nell’abisso del corpo
aperto della notte
dove il tutto durò
un istante e un niente.

Padova 28/03/07

***

PEZZI DEL TUO VISO

Pezzi del tuo viso
si riproducono
nella scacchiera qui accanto
L’inverno è un sasso
sepolto nel ghiaccio
La terra fa ritrovare
una testa d’Orfeo
senz’occhi
I buoi nella stalla
conducono alla dimora
che abitavamo
quell’estate passata
Il porto sulle barche
di un povero demonio
assegnò ai nostri sogni
la maledizione
di una realtà sommersa
Salivamo le scale
la mia mano ti sosteneva
e mai più avremmo voluto
lasciarci su un vetro
tessuto da un ragno
Sono qui in cucina
e aspetto il ritorno
di ciò che non può ritornare
Peccato essere stati
così ingordi…

Poesia di Francesco Manna