(A cura di Silvia Pio)
Questo intervento è tratto dal discorso di Jane Fonda alla consegna del premio Screen Actors Guild Awards del sindacato degli artisti SAG-AFTRA, il 23 febbraio 2025 a Los Angeles.
Jane Fonda, oltre ad essere una famosa attrice, è un’attivista impegnata nel femminismo e nel pacifismo.
Al tempo della consegna del premio Jane Fonda ha 87 anni.
Mi piace recitare. Noi possiamo aprire le menti delle persone a nuove idee, portarle a capire di più il mondo e aiutarle a ridere quando le cose si fanno difficili. Come adesso. E per una donna come me, cresciuta negli anni 40 e 50 quando le donne non dovevano avere opinioni e non dovevano arrabbiarsi, recitare mi ha dato l’occasione di impersonare donne arrabbiate e con delle opinioni. Il che era impegnativo per me.
Credo fermamente nei sindacati. Ci proteggono, ci uniscono, ci danno potere. La comunità vuol dire potere, e questo è essenziale ora, ora che il potere dei lavoratori è sotto attacco e la comunità indebolita. Ma il sindacato SAG-AFTRA è diverso dalla maggior parte dei sindacati, perché noi, i lavoratori, noi attori, non produciamo nulla di tangibile. Noi creiamo empatia, il nostro lavoro è capire un altro essere umano così profondamente da toccare la sua anima. Sappiamo perché fa ciò che fa. Sentiamo la sua gioia e il suo dolore…
Dobbiamo scavare a fondo, non è vero? Dobbiamo sapere, per esempio, che se una donna è una lavoratrice del sesso, è molto probabile che da ragazza sia stata abusata sessualmente o sia stata vittima di incesto. Sto pensando a Bree Daniels nel film “Klute” (un giallo psicologico del 1971).
E molti dei ragazzi che fanno i bulli e i misogini, e voi lo sapete bene, voi attori, sono stati bullizzati dai padri, i quali li hanno chiamati deboli, sfigati o froci.
E mentre tu odi il personaggio che interpreti, devi capire ed empatizzare con la persona traumatizzata che ci sta dietro, vero?
Sto pensando a Sebastian Stan che interpreta Trump nel film “L’Apprendista”.
Senza ombra di dubbio, l’empatia non significa o sei debole o politicamente consapevole, e comunque essere politicamente consapevoli vuol dire che ti importa degli altri.
Tornando all’empatia, moltissime persone saranno danneggiate da ciò che sta accadendo e da ciò che ci aspetta.
Dobbiamo fare appello all’empatia nei confronti anche di coloro che hanno convinzioni politiche diverse, non dobbiamo giudicare ma ascoltare dal profondo del cuore, e accoglierli dentro la nostra tenda, perché avremo bisogno di una tenda enorme per resistere a quanto ci aspetta.
Ho fatto il mio primo film nel 1958, nel colpo di coda del Maccartismo, quando vennero distrutte molte carriere. Oggi è utile ricordare che Hollywood ha resistito, abbiamo resistito. All’estero, coraggiosi registi americani come Hannah Weinstein fecero lavorare scrittori iscritti nelle liste nere. Myrna Loy, John Huston e Billy Wilder fondarono il Comitato per il primo Emendamento (per protestare contro il governo, che aveva preso di mira l’industria cinematografica).
Fecero programmi radiofonici sul canale ABC chiamati “Hollywood Fights Back”, Hollywood contrattacca. Alcuni nomi grossi del settore facevano parte del Comitato.
Guardando un documentario a proposito dei movimenti sociali, sull’apartheid o sui diritti civili o le sommosse di Stonewall, vi siete mai chiesti se sareste stati abbastanza coraggiosi per attraversare il ponte? Avreste potuto sopportare gli idranti, i manganelli, i cani?
Ora tocca a noi, questo è il nostro documentario, e non è un film. Tocca a noi, e non dobbiamo neppure per un momento negare cosa sta succedendo, Amici miei, sono tempi terribili, allora impariamo ad essere coraggiosi. Non dobbiamo isolarci, dobbiamo stare nella comunità, aiutare i vulnerabili, trovare i modi per avere progetti e idee visionarie per il futuro.
Idee che chiameranno, accoglieranno, aiuteranno le persone a credere che (per citare la romanziera Pearl Cleage) “dall’altra parte della conflagrazione, della battaglia, ci sarà ancora amore”. Ci sarà ancora bellezza, e un oceano di verità nel quale nuotare.
Facciamo in modo che avvenga.
(Informazioni sull’evento e il testo dell’intervento, insieme ad una carrellata sulla carriera di Jane Fonda si trovano qui)
L’immagine di copertina è un fotogramma del video.