Post-it, tra l’aria fresca e quella fritta

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SILVIA PIO

Autore versatile e prolifico, Carlo Carlotto ci propone un’opera singolare e frizzante, che raccoglie gli invii di aforismi, battute e giochi di parole che l’autore ha fatto agli amici nel corso del tempo, tutti i giovedì per email. 591, per la precisione.
Sono frammenti di ironia e introspezione, e questo è forse il motivo per il sottotitolo, “Tu chiamali se vuoi post-it”: una serie di messaggi da tenere a portata di mano per suscitare un sorriso, addirittura una risata, da leggere nei momenti di solitudine oppure insieme agli amici. Sono attimi di vita, come risulta dalla citazione di H.G. Wells in esergo: «ogni momento è un miracolo e un mistero».
Le frasi sono organizzate in una specie di indice, che vale la pena elencare, insieme a qualche esempio per stuzzicare e divertire il lettore di questo articolo.

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La prima parte si intitola “Monologhi intimi e dialoghi minimi”, dalla quale sono tratte le citazioni delle immagini di questo articolo.
Poi troviamo “Vietato disturbare le parole che giocano”: Capelli bianchi, rossi e verdi al vento. Le trecce tricolori. / Non ci sono più posti letto liberi in ospedale. Una vera indegenza.
Seguono “Equivoci ambigui (ambiguità equivoche)”: Prima delle gare importanti il giocatore di biliardo mangia una bistecca.
“Lapalisse, la verità ti fa male (lo so)”: Le certezze maturano in assenza di luce. Senza ombra di dubbio.
“Inventività: brevetti e affini”: Affitto specchietti retrovisivi per allodole.
“Chi non sa insegna?”, dove si gioca sul significato di insegna, terza persona dell’indicativo presente, ma anche sostantivo femminile: All’ossimoro fritto. Ristorante libreria.
“Dubbi atroci”, con domande senza possibile risposta: La comunicazione paraverbale è quella che si fa con la polizia quando cerca di farti la multa?
“Neonlogismi”, rassegna di parole improbabili e del loro significato: Valingerie. Negozi di borse da viaggio per trasportare abbigliamento intimo.
“Oniricon”: Ho lasciato il libro di poesie aperto sul comodino. Tutta la notte non ho dormito per i versi che faceva.
Nelle Appendici troviamo le categorie:
“Da consumarsi entro fine – vedi sul Retro (Come dice?)”: C’è qualcosa che non mi torna, come dice il lanciatore di boomerang inesperto.
“PICCOLA BIBLIOTECA IMMAGINARIA (LIBRI CHE SI ESAURISCONO POCO DOPO IL TITOLO)”, che è forse la mia sezione preferita, con titoli come questo: L’uomo che a cinquant’anni decise di diventare mancino di Max Destro.”
QUASI GEMELLI (in due parti), che richiama un po’ i rebus: Come fa a sapere stamattina cose che ieri sera ignorava totalmente? A letto ha letto.
E infine, “Quelli che (omaggio a Beppe Viola)”: Quelli che sono in difficoltà, hanno bisogno di aiuto, tu glielo proponi ma ti dicono di no perché non hanno tempo. Cioè quelli che non hanno tempo per farsi aiutare.

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Un libro da leggere tutto d’un fiato per una cura intensiva di umorismo, o da centellinare all’occorrenza quando si vuole sorridere con arguzia.

Carlo Carlotto, TRA L’ARIA FRESCA E QUELLA FRITTA – Tu chiamali se vuoi post it (591, per la precisione), Lupieditore

P.S. L’inventore dei Post-it, Spencer Silver, è ringraziato nelle ultime pagine «perché senza di lui questo libro non sarebbe intitolato così.»