La casa azzurra – altre cinque poesie inedite di Max Mazzoli

Past Orion / Oltre Orione (2012) Max Mazzoli   Tecnica mista su tela

Past Orion / Oltre Orione (2012) Max Mazzoli
Tecnica mista su tela

MAX MAZZOLI

6

È tornato l’inverno
E mi ricorda di me
Prima che t’incontrassi.

7

La casa dove eravamo vissuti per anni
era ora vuota e deserta senza più un mobile.
Camminavamo sui pavimenti liberi d’ogni ingombro,
disorientati dagli spazi ora così diversi,
percependo il fantasma della sedia
o del tavolo che erano stati in una specifica posizione.
Un sapore di rammarico saliva alla bocca
ma non era rimpianto,
era mera presa di coscienza che tutto scorre,
che le cose e le vite passano verso nuove direzioni.
Le cose che furono dette in quegli angoli,
i pensieri che si formarono a ridosso di quelle pareti
ritornavano filtrati dalla distanza del tempo.
Tra un passo titubante e uno sguardo alla finestra
aperta sulla strada di sotto
o verso il giardino o il cortile,
ritornavano gli eventi dimenticati:
quelli che credevamo insignificanti
e che ora reclamavano i loro diritti
a un’esistenza propria sul libro dei ricordi;
e quelli drammatici, che avremmo voluto dimenticare.
Le urla e il pianto, le frustrazioni del momento.
Il senso di abbandono, la necessità del muovere avanti,
sapendo che anche in questo luogo,
ora apparentemente vuoto, rimane
un sedimento di noi,
leggero e inesistente come l’aria,
astratto e sfuggente
ma con la consistenza di una forza magnetica.
I segreti scambiati, il detto e il non detto.
I sorrisi e le speranze che in quella casa si formarono.
Avendo salito di corsa le scale,
Toccando la porta che tu toccasti,
quasi come se nell’impugnare questa maniglia
io stringessi ora la tua mano
che una volta fu qui.

8

LA CASA AZZURRA

Continuo a leggerti e ancora a sorprendermi.
La nitidezza delle tue parole soffuse
Che s’allargano verso orizzonti speziati
E che scuotono i sensi sino a tremare.
Partendo sempre da qui. Da dove siamo sempre stati.
Dall’unico luogo che possa dirsi nostro.

Guardo dalla finestra della mia stanza
E vedo non lontana la casa azzurra,
Di un colore tra mare e cielo
Come fosse un faro su una costa,
Su uno sfondo di altri tetti e campanili
Che sono isole e frammenti
Di un arcipelago cittadino
Costellato di uomini e donne anonimi,
Proprio come noi,
Ognuno con un’anima in pena,
Noi trafitti da una croce e un sogno da inseguire.

E se anche oggi hai scritto un altro verso,
Scarno e solitario o ricco ed esuberante
Lo leggerò con amore, invidia e gelosia.

9

Ma se anche questa è solo un’apparenza,
Allora sappi che non basta un verso
Fatto di un lento calibrato ritmo
Dove l’endecasillabo comanda

Per risparmiarci d’esser solo alberi
Ancorati o appoggiati sulla terra.

E oggi infine, e di nuovo, riconto
I miei difetti e i miei costanti errori -

Non so ascoltare. Né idee, né parole.
Non riesco a liberarmi dell’orgoglio.
Non sono ancora in pace con il mondo.
E poi, non so parlare di poesia.

10

Sapessi quanta stanchezza si è intromessa
Tra noi e la città che si fingeva distratta,
Addormentata ai tuoi occhi
Noncurante dei tuoi gesti.

Aspettavamo un segno
Che ci portasse via
Come fosse stato un autobus
Su una rotta determinata e precisa,
Allo stesso modo di un tragitto già scritto
Nelle stelle – un destino fermo e irripetibile
Fino all’ultima goccia.

E adesso è il presente che ci rimane,
Nient’altro che l’adesso. L’ora delle ore.
Il Sancta Sanctorum che contiene il mistero
E il miracolo della transustanziazione.

Sapessi quanta stanchezza occorrerà ancóra
Per dimenticarsi di tutto e di tutti,
Per non credere più,
Per non curarsene e lasciar perdere.
Per essere soltanto quello che siamo stati,
Niente di meno, niente di più.

Le precedenti cinque poesie inedite su trovano qui.

Maybe Once / Forse una sola volta (2012)   Max Mazzoli. Acrilico su tela.

Maybe Once / Forse una sola volta (2012)
Max Mazzoli. Acrilico su tela.