Senza Distinzione Politica e Religiosa

distinzione

ATTILIO IANNIELLO.

«… senza distinzione politica e religiosa», una recensione

L’uso degli uomini di associarsi per un fine comune ha origini antiche. Corporazioni artigiane ed artistiche e congregazioni religiose e caritatevoli dal Medio Evo in poi hanno innervato la vita economica e la pietà popolare in tutte le regioni italiane.

In Piemonte però si diffonde, soprattutto nella seconda metà del XIX secolo, una nuova forma di associazionismo che promuoveva il self-help delle classi meno abbienti.

Con la promulgazione dello Statuto di Carlo Alberto, il 4 marzo 1848, che riconosceva «il diritto di adunarsi pacificamente e senz’armi, uniformandosi alle leggi che possono regolarne l’esercizio nell’interesse della cosa pubblica» (Art. 32), nascevano nuove istituzioni di solidarietà sociale: le Società Operaie di Mutuo Soccorso.

La prima SOMS sorgeva il 12 ottobre 1848 a Pinerolo, quando il calzolaio Matteo Brezzio insieme a Vincenzo Gonella e Giuseppe Alixandro decisero di unirsi per mettere la loro vita presente e futura sotto l’insegna del

vivere coll’onorato sudore della fronte, amandosi e soccorrendosi a vicenda.[1]

 Nel 1849 la SOMS di Pinerolo iniziava la propria attività vedendo ben presto sorgere in tutte le province piemontesi importanti consorelle, che nel periodo d’oro della loro attività dalla metà del XIX ai primi decenni del XX secolo:

 a) istituirono corsi femminili di economia domestica e di igiene infantile, biblioteche popolari circolanti, scuole serali e festive di cultura, di musica e di recitazione, di disegno, di contabilità, di lingue, e scuole professionali [...]; b) promossero conferenze di indole economica e sociale, la creazione di Società di amici dell’infanzia, di sale di lavoro per ragazzi abbandonati, di patronati per liberati dal carcere [...]; c) istituirono Uffici di collocamento, cucine popolari, colonie marine e montane, l’assistenza medica ambulatoriale ed a domicilio, nonché la distribuzione gratuita di medicinali, o con sconti sui prezzi; d) coi prestiti ai soci posero il germe della cooperazione di credito [...]; e) attuarono tutte le forme di assegni: malattia, invalidità e vecchiaia, nuzialità e natalità, onoranze funebri ed acquisti di loculi nel cimitero, vedove ed orfani, disoccupazione involontaria, assistenza legale e professionale, prestiti sull’onore, acquisto di macchine, strumenti di lavoro, concimi e semi [...]; f) apersero magazzini e spacci cooperativi.[2]

 In Piemonte, a Torino e nella sua provincia, nasceva anche il moderno Movimento cooperativo italiano. Correva l’anno 1854 quando l’8 gennaio si apriva uno dei primi forni sociali a Pinerolo[3] nell’ambito della locale Società Operaia di Mutuo Soccorso e nell’ottobre l’Associazione Generale degli Operai apriva a Torino uno spaccio cooperativo, «che può dirsi la prima vera Società cooperativa di consumo sorta in Italia», come scrisse Salvatore Fenicia. Quest’ultimo ci descrive anche la genesi di questa società cooperativa:

 Nell’inverno del 1853, quando i generi alimentari a Torino avevano preso a rincarare in modo inquietante, quattordici soci dell’Associazione operaia si riunirono in comitato, formarono un piccolo capitale mediante la emissione di buoni di una lira rimborsabili coi primi fondi d’avanzo, e il 4 ottobre dell’anno successivo aprirono un primo spaccio con le seguenti provviste: 24 kg. di paste, 82 kg. di farina, 91 kg. di riso e alcune brente di vino. Non distribuirono sulle prime che pochi generi di prima necessità; ma avvertirono subito un sensibile risparmio nei prezzi, che per alcuni generi giungeva fino al 30 o al 40 per cento sui prezzi correnti.[4]

 Un primo censimento storico di queste forme di associazionismo piemontesi venne pubblicato nel 1989 a cura di Bianca Gera e Diego Robotti con il titolo “Cent’anni di solidarietà”.

Ora, nella primavera del 2013, viene editato dal Centro Studi Piero Calamandrei di Torino un repertorio bibliografico e archivistico sull’associazionismo laico in Piemonte dal 1848 al 1925. Il lavoro intitolato “… senza distinzione politica e religiosa” e firmato da tre insigni studiosi, Enrico Miletto, Marco Novarino e Demetrio Xoccato, ha lo scopo, come si legge nell’introduzione del libro, di fare

 emergere un panorama associativo i cui elementi di fondo rimangono la reciprocità, il sostegno rispetto al bisogno, la mutualità assistenziale, l’aspirazione di una visibilità sociale, l’istruzione popolare e la volontà di creare forme previdenziali capaci di contrastare i rischi della vita contrapponendosi a una visione caritatevole e filantropica, fino ad allora monopolizzante la scena. Un vero e proprio universo organizzato, in grado di far emergere un quadro dai contorni variegati, al cui interno convogliano le fondamentali risposte ai bisogni di vita, lavoro e identità presenti nel tessuto della società civile italiana.

 Il testo presenta la realtà associazionistica delle province piemontesi con una teoria di Società di Mutuo Soccorso, di Cooperative, di Cucine economiche popolari, di Istituti medici, di Circoli di lettura, di Biblioteche circolanti, di Società per la cremazione dei cadaveri, di Logge massoniche, e così via, che dà il segno di un impegno civile e solidaristico senza precedenti. Il lavoro offre inoltre agli studiosi un apparato bibliografico di tutto rispetto che permette ulteriori approfondimenti.

Attilio Ianniello

 Immagine: dalla copertina dell’opera.

Miletto Enrico, Marco Novarino, Demetrio Xoccato, «… senza distinzione politica e religiosa», Edizioni Centro Studi Piero Calamandrei, via Avigliana n. 42, 10138, Torino, 2013. € 15,00

Note

1 Cfr. “La specola delle Alpi” giornale politico-amministrativo-industriale-letterario delle province di Pinerolo e Saluzzo del 22 luglio 1854. Sulla storia della SOMS di Pinerolo si veda Gera Bianca, Diego Robotti (a cura), È una lunga storia. Alle origini del mutualismo italiano: la Società Generale degli Operai di Pinerolo (1848-1998), Torino, 1998.

2 Cfr. Olivero Carlo, La mutualità libera, Cuneo, 1958, pp. 7-8.

3 Cfr. Gera Bianca, Robotti Diego (a cura), È una lunga storia, Torino, 1998, pag. 51.

4 Cfr. Fenicia Salvatore, La cooperazione in Piemonte. Contributo alla storia della cooperazione, Torino, 1901, pp. 8-9.