Nora Atalla: la poesia è l’ossigeno che alimenta lo spirito

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credit photo Clode Lepage

ATTILIO IANNIELLO (a cura)

Notizie autobiografiche.
Nativa del Cairo, di origini greco-libanesi e franco-georgiane, spostandosi da Montréal all’Honduras, da Kinshasa in Congo a Yaoundé in Camerun, Nora Atalla vive oggi nella città di Québec. Finalista nel Grande Concorso Internazionale di Poesia di Curtea de Argeș (Romania, 2011) e ai Premi letterari di Radio-Canada (Québec, 2008), è l’autrice di cinque raccolte di poesie, di cui le più recenti sono Uomini di sabbia (2013) e La gestazione della paura (2011), pubblicate da Ecrits des Forges; autrice a cura delle edizioni GID di una raccolta di racconti e novelle, Approdi (2010) e di due romanzi, Il colore del sangue (2007) e Uno scalo a Kingsey Falls (2008). Sei testi sono apparsi in una trentina di antologie di poesia nel Québec e all’estero. In occasione della Quinzaine de la Francophonie del 2012, l’autrice ha rappresentato il Canada a Bamako e a Dakar; nel 2011 e 2012 è stata porta-parola del Québec all’Istituto francese del Cameroun à Douala e a Yaoundé e , nel 2009, alla Nouvelle Bibliothèque d’Alessandria, in Egitto. Ha partecipato a diversi festival internazionali di poesia, in particolare a Trois-Rivières, Cotonou e Curtea de Argeș. Nora Atalla anima degli ateliers di poesia e di scrittura per giovani ed adulti in Québec e in parecchi altri Paesi e svolge funzione di guida per i giovani scrittori.

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Nora Atalla è membro delegato dell’Unione delle scrittrici e degli scrittori delle regioni del Québec e di Chaudière-Appalaches e membro del Centro del Québec del P.E.N. internazionale, della Maison des écrivains et de la littérature (Centro degli scrittori e della letteratura) di Parigi e della Société des gens de lettres (Società dei letterati) di Francia. E’ stata vice-presidente del Festival internazionale di Poesia delle Sette Colline di Yaoundé in Cameroun (2011-2013) e presidente della Table des lettres (Tavola delle lettere) al Consiglio della Cultura di Québec (dal 2009 al 2011).

Quando e come ha iniziato a scrivere poesie?
Avevo 12 anni quando ho scritto la prima poesia in occasione della prima cotta; in seguito ho partecipato ai tempi della scuola superiore ad un concorso nel quale sono risultata finalista. A 15 anni ho scoperto Rimbaud e Verlaine, poi Zola, Saint-Exupéry, Gibran, Balzac, Fournier, Marquez, Mardrus, Dostoïevski e da allora tanti altri. Era l’inizio di un grande amore tra me e la scrittura, che è tuttora vivo e che assume talvolta delle proporzioni giudicate da alcuni smisurate. La poesia per il viaggio interiore, la letteratura per l’immaginario, le due per il loro potere evocativo, la loro forza d’urto e la loro capacità di far evolvere le idee e cambiare il mondo. A 19 anni ho pubblicato diverse novelle su una rivista di Montréal. Ho trascorso lunghi anni nell’universo della lettura, tuttavia la scrittura ha ripreso tutta la sua potenza e si è imposta nel 1998 per i romanzi, i racconti e le novelle, nel 2002 per la poesia, che oggi occupa un posto essenziale nella mia vita. Si tratta di una necessità impossibile da frenare, una voglia, un desiderio incurabile di scrivere.

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Cos’è per lei la poesia?
Ai miei occhi, la scrittura è l’ossigeno che alimenta lo spirito e la realizzazione onirica dell’impossibile. Quanto alla poesia, resto convinta che sia l’espressione appassionata del pensiero, della vita, della bellezza e del suo contrario. E’ anche l’occasione unica e privilegiata di tenere gli occhi e il cuore spalancati, puntati sul mondo e sul dolore del vivere; è una ricerca dell’identità e la memoria dell’uomo messa a nudo.

Per me, non si tratta di “capire” la poesia ma piuttosto di “sentirla”. La poesia è innanzitutto uno stato emotivo; lei vive in ciascuno di noi; è dappertutto, nella vita come nella morte; si cela nell’invisibile. E il lavoro del poeta è di tradurla, di offrirla agli occhi e alle orecchie del testimone. Non è sufficiente che il poeta sia ispirato… deve soprattutto ispirare. Il poeta è il guardiano della memoria e ha il dovere di rendere perpetua la poesia in quest’ultima.

Attività, collaborazioni poetiche (riviste, collettivi, ecc.) e pubblicazioni.
Dal 2002 ho dato il mio contributo alla poesia in svariati modi, non solo con incontri o con la redazione di articoli o di cronache, ma partecipando ad una trentina di antologie poetiche e a più di un centinaio di récitals e spettacoli musico-poetici. Da allora ne ho pure organizzati e animati in media tre ogni anno.

In qualità di rappresentante dei membri dell’Unione delle scrittrici e scrittori della città di Québec e delle regioni del Québec e di Chaudière-Appalaches, tengo a promuoverli così come il loro lavoro, le loro opere e i loro successi. Con questo spirito diffondo le attualità letterarie che li riguardano, allo stesso modo in cui diffondo quelle degli scrittori di altre regioni del Québec o del mondo. Dal gennaio 2014, approfitto delle mie Newsletters per riservare agli scrittori delle mie regioni una colonna intitolata “Ritratto di scrittore”. Nel corso degli anni ho lanciato loro numerosi appelli a lasciare un contributo e grazie alla loro generosità e a quella degli editori del Québec, ho potuto portare con me nei miei viaggi, più di 200 raccolte di poesie, romanzi, racconti, novelle, narrazioni – in cui tutti i generi sono rappresentati, sia per gli adulti che per i giovani – e persino dei libri per l’insegnamento del francese, che si trovano oggi nelle biblioteche del Benin, del Cameroun, della Romania e nella Grande Biblioteca di Alessandria, in Egitto. Se il destino condurrà i miei passi in altri Paesi, farò la stessa cosa.

Ad essere sincera, questo per me non è un lavoro, è una passione e una missione. Parto dal principio che se noi scrittori e poeti – che comprendiamo perfettamente il nostro lavoro di formichine solitarie e le esigenze e il rigore del mestiere – non ci aiutiamo gli uni gli altri, chi lo farà per noi?

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Estratto da Poesie inedite, © Nora Atalla, 2014
1.

mettiamo una croce sui j’accuse
a che serve
i regolamenti di conti non ci saranno
che con il sollevamento degli opali e degli onici

per sfidare gli assassini
gli accattoni raccolgono i loro cenci
organizzano la resistenza
brandiscono la ruggine delle loro lame

a che serve
che gli ukasi si accaniscano sulle loro teste

2.

la guancia si tende per lo schiaffo decisivo
a lungo si fa attendere
poi subdolo schiocca
brilla la peluria stupefatta

lo schiaffo brucia le spighe
incarna la fatidica minaccia

la guancia avvampa si carbonizza
le sue ceneri si riversano
sui versanti vulcanici
ai quattro venti del trapasso

3.

andiamo al capezzale delle colline carbonizzate
giorno dopo giorno
i battaglioni si formano
volontari le braccia rimescolano le immondizie
alla ricerca dei superstiti

andiamo nel cuore delle rovine
a sottrarre i corpi dal loro calvario
a sgomberare i bronchi dallo scompiglio
e dal pietrame
notte dopo notte
le pelli si spelano per la sofferenza

andiamo così a liberarle dal sudiciume

4.

voi ignorate
come le abiezioni contaminino il sangue

immaginate le sofferenze
ma di loro
non vedete che un infimo riflesso

un giorno forse capirete
allusioni calunnie e altri tormenti

ma ciò succederà
un giorno

5.

sotto i ceppi
i singhiozzi si riversano
si diffondono intorno alle evocazioni

sopra le impressioni
i vecchi rancori si accalcano
alla porta delle repliche

restiamo addormentati
senza presagire le guerre
l’intorpidimento
ci conduce dritti verso l’insensatezza

(traduzione di Doretta Del Fabbro)