INTERVISTA A GABRIELLA MONTANARI
“Vague Edizioni”, si legge sul vostro sito, “è una casa editrice (molto indipendente!) fondata a Torino nel maggio del 2018 sulle ceneri, ancora tiepide, di WhiteFly Press”: puoi raccontarci brevemente la storia di questa gestazione e di questa nascita?
Certo. WhiteFly Press era la casa editrice da me fondata nel 2013 a Lugo di Romagna insieme al grafico Gionata Chierici e rimasta in attività fino al 2015. La chiusura, mai veramente “digerita” e dovuta alla mia impossibilità di operare in Italia per qualche anno, l’ho sempre vissuta come temporanea. Infatti, dopo il ritorno nel nostro paese (dall’Africa) e il trasferimento a Torino, ho ritenuto fosse giunto il momento di riprendere il lavoro della casa editrice esattamente dove si era arrestato. Con il nuovo socio (Nicola Feo) e i nuovi collaboratori (Lorenzo Balocco /illustratore e Andrea Magno/grafico, Cristina Negri/ufficio stampa) si è deciso di operare con due marchi: WhiteFly Press (ripresa del catalogo esistente e continuazione della stessa linea editoriale centrata su letteratura italiana ed estera, in particolare anglosassone) e Vague (esclusivamente riservata alla letteratura francofona). Il fatto che mancasse in Italia una casa editrice dedicata alla letteratura in lingua francese e la mia frequentazione, ormai ventennale, di questo idioma e in genere della cultura francofona, mi hanno spinta a intraprendere questa nuova strada. Inoltre Torino, probabilmente la città più “francese” d’Italia, rappresenta un ponte ideale (logisticamente ma anche culturalmente) tra i due paesi.
Nella scelta delle vostre pubblicazioni, quali sono i criteri seguiti? Puoi definire la linea editoriale che caratterizza Vague Edizioni e le ragioni di questa scelta assai particolare? Ci sono ben sei collane destinate a scritture differenti: ce ne parli?
Il criterio comune ai due marchi riguardo la scelta delle pubblicazioni è dettato principalmente dal “fattore umano”: conoscenza personale, stima per la persona e per il lavoro degli autori scelti. Da un lato il lavoro di scrittrice /poeta/traduttrice, dall’altro gli anni trascorsi all’estero mi hanno permesso di sviluppare incontri, relazioni e scambi con autori di diverse nazionalità. Nel 90% dei casi dall’amicizia è nato poi il rapporto di lavoro. Poter leggere direttamente testi in altre lingue consente di fare le proprie scelte anche senza le segnalazioni di traduttori, agenti o case editrici estere. Sinora sono molto soddisfatta di aver potuto pubblicare proprio quegli autori che desideravo pubblicare e a cui sono legata da affetto o stima. Ciò non esclude affatto, anzi procede in parallelo, la ricerca continua di “piccole perle rare”, poco conosciute o addirittura inedite in Italia. Abbiamo poi una preferenza dichiarata per le opere prime (d’esordio) di autori che con il tempo si sono affermati e hanno conquistato una posizione di tutto rispetto nella letteratura nazionale o internazionale. È un po’ come andare a ripescare il germe del successo nelle primissime opere di chi era destinato a diventare uno scrittore di talento. Per Vague vige il vincolo dell’uso della lingua francese: cerchiamo quindi tra autori francesi, ma anche canadesi, svizzeri, belgi, africani o di altre nazionalità ma che abbiano scritto, accanto alla loro lingua madre, anche in francese. E senza limiti di genere (o quasi): poesia, narrativa, auto/biografie, teatro, infanzia. Nei nostri autori cerchiamo anche arguzia, ironia, sincerità, originalità di stile, professionalità e disponibilità a venire a conoscere i lettori italiani!
Quali sono i punti di forza e le criticità di una piccola casa editrice indipendente, che si affaccia giovane su un mercato editoriale ormai saturo e popolato da ingombranti colossi dell’editoria?
Un grande punto di forza è la passione che ci anima e la grande cura, a volte maniacale, con cui svolgiamo il lavoro di dare vita a un libro. A un libro alla volta, per potergli dedicare tutte le attenzioni di cui ha bisogno: dal concepimento alla gestazione, dal parto all’allattamento, dallo svezzamento all’accompagnamento nel mondo esterno. Il paragone con la dedizione con cui si tira su un bambino è a mio avviso quello più calzante: un libro neonato, da far crescere e portare alla maturità. Non siamo per la produzione in serie, ma per un catalogo di qualità da far durare nel tempo. Essendo in pochi e indipendenti possiamo decidere su tutto e velocemente, aggiustare il tiro se necessario, investire maggiormente dove riteniamo sia strategico farlo. Possiamo anche dedicarci ai lettori, coccolarli, consigliarli, rispondere alle loro domande, ascoltare le loro richieste. Un team piccolo ma affiatato può produrre e scambiarsi idee con facilità, può fermarsi, guardare indietro al lavoro fatto e individuare i margini di crescita. Per una piccola casa editrice indipendente la risorsa umana è fondamentale e spesso, purtroppo, non è mai sufficiente! Il problema non è rappresentato dai colossi dell’editoria che non consideriamo alla stregua di concorrenti. Sarebbe controproducente porsi sullo stesso terreno di vendite, target di lettori, scelte editoriali, strategie commerciali e di comunicazione. Meglio operare per una nicchia, diventare un riferimento per quella nicchia di lettori che perdersi nella nebbia della sovrapproduzione editoriale. Il nostro problema è la distribuzione nazionale. Avere un distributore (che svolge principalmente il ruolo di grossista che tiene in deposito una certa quantità di libri ed evade le richieste ricevute da librerie e store online) significa versargli, per questo servizio d’intermediazione logistica, una percentuale tra il 55 e il 65% del prezzo di copertina. Il conto è preso fatto: a tale percentuale vanno aggiunte quelle dei diritti d’autore, del traduttore, della stampa e dell’IVA. Non serve essere un esperto contabile per dedurre l’ammontare del profitto per l’editore (e ho tralasciato i costi fissi). Difficile investire in nuovi libri quando risulta complicato coprire le spese dei precedenti. Ecco, la distribuzione è il problema di tutti i piccoli editori indipendenti. Ma confidiamo di trovare un escamotage!
Il primo libro targato Vague Edizioni, di recente pubblicazione, Il Lungo Viaggio del Pinguino verso la giungla di Jean-Gabriel Nordmann, incarna di certo tutte le caratteristiche e la vocazione editoriale che vi distingue dalle altre case editrici, di cui ci accennavi sopra: senza svelare troppo, ci racconti qualcosa di più su questa “favola teatrale”? C’è qualche aneddoto legato alla genesi di questo libro che hai voglia di condividere con noi?
Il viaggio del Pinguino di Jean-Gabriel Nordmann (drammaturgo, regista e attore francese) è davvero un caso raro di successo editoriale inatteso (a detta dello stesso autore). 350.000 copie vendute in Francia per un genere, come il teatro ragazzi, davvero minore (in termini di quantità di lettori). Certo, la storia ha in sé tutti i presupposti per piacere ai bambini e ai preadolescenti: il protagonista è un Pinguino insolito, ribelle e curioso, testardo e intrepido, a volte arrogante, a volte ingenuo. Esattamente come sono i ragazzini d’età in bilico tra l’infanzia e l’adolescenza. Trattandosi di un testo teatrale si presta alla lettura collettiva e alla rappresentazione nelle scuole e nei teatri. L’avventura del giovane Pinguino offre numerosi spunti di riflessione: il tema del viaggio (interiore, iniziatico, geografico), la rivisitazione di alcuni dei testi e personaggi più noti della letteratura per l’infanzia, il passaggio – a volte complicato – dall’infanzia all’adolescenza, l’accoglienza e il rispetto di chi è diverso da noi, di chi viene da altri paesi. Inoltre, rispetto all’originale francese, il Pinguino italiano è impreziosito dalle illustrazioni (appositamente lasciate in bianco e nero affinché i giovani lettori possano colorarle e personalizzare la propria copia del libro) di Lorenzo Balocco e stampato con il carattere Easy Reading, che facilita la lettura ai dislessici.
La pubblicazione di questo libro ha avuto una lunga gestazione ed è scaturita dall’amicizia con Jean-Gabriel, conosciuto a Parigi diversi anni fa in occasione di una mostra d’arte nel quartiere in cui abitavamo. La comune passione per l’arte e per il tè delle ore 17 ci ha portato a frequentarci quasi quotidianamente e a decidere di far sbarcare il suo Pinguino anche in Italia.
Il secondo libro, Memorie di un giovane disturbato, freschissimo di stampa, uscito con il marchio Vague è una piccola chicca rimasta sinora inedita in Italia: il romanzo d’esordio (1990) dello scrittore francese Frédéric Beigbeder, autore di una ventina di opere (tra romanzi e saggi), ancora poco conosciute e tradotte nel nostro paese. Personaggio molto noto al pubblico francese anche in veste di conduttore televisivo e radiofonico e direttore della rivista “Lui”, Beigbeder ha fatto parlare molto di sé (specie in passato) per il suo controverso e provocatorio modus vivendi. Lo abbiamo scelto per il suo stile originale (un mix di fine umorismo, autoironia, cinismo, colti riferimenti letterari, racconto autobiografico senza filtri e spinto al limite dell’assurdo) e la sua capacità di parlare e piacere a diverse fasce di pubblico, giovani compresi. Beigbeder sarà in tournée promozionale in Italia dal 25 febbraio al 2 marzo e porterà le sue Memorie a Palermo, Napoli, Roma, Firenze e Torino. L’organizzazione di questi eventi è stata resa possibile dalla stretta e proficua collaborazione con gli organismi preposti alla diffusione della cultura francese in Italia (rete degli Instituts Français e Alliance Française di Torino) e con librerie e altri partner italiani. A dimostrazione che, nonostante le attuali tensioni politiche tra i due paesi, la cultura resta un forte legame con i cugini d’oltralpe.
Dietro alla pubblicazione di questo libro vi è il desiderio, di lunga data, di conoscere di persona Beigbeder… Quando abitavo a Parigi avevo pensato più volte di fargli la posta sotto casa, con una scusa qualunque, ma non ne ho mai trovato il coraggio. Sin dall’inizio dell’attività editoriale un obiettivo (chiodo) fisso è stato dunque quello di pubblicare un suo libro in italiano per poterlo incontrare senza bisogno d’inventare assurdi pretesti.
Nella collana “The Raven”, dedicata alla poesia, si trovano alcuni titoli ereditati dalla precedente casa editrice WhiteFly Press, più uno nuovo di zecca, il tuo: Anatomie comperate. Quali sono le peculiarità che accomunano questi libri poetici?
In realtà, pur avendo come obiettivo quello di seguire una linea editoriale chiara e identificabile che non sia il mero gusto personale, per noi ogni libro ha una sua storia e una sua vicenda umana. Certo, ci piacciono voci particolari che si stacchino dalla poesia fredda, astratta, “pulita” e letterariamente corretta che troviamo spesso in circolazione. E devono piacerci il poeta e il suo approccio alla poesia. Per questo ogni raccolta poetica è per noi il risultato di una combinazione accattivante tra parola e vita. Rondoni e Fante sono stati i nostri primi autori, diversissimi tra loro ma legati dallo stesso fuoco interiore acceso dalla poesia. Sono amici, persone a cui siamo legati. Maria Marchesi resta forse il più bel mistero poetico degli ultimi tempi. E la pubblicazione delle mie Anatomie Comperate rispecchia il desiderio di non vedere l’ennesima raccolta stampata con poca cura e messa velocemente nel dimenticatoio da editori poco inclini a far vivere un libro il più a lungo possibile. Dinamica che invece caratterizza il lavoro della nostra casa editrice. Un libro può aspirare a essere davvero per sempre.
Da diversi anni all’editoria tradizionale si sono andate affiancando, affermandosi sempre più, nuove tendenze orientate alla lettura su supporti non cartacei: è una strada che avete intenzione di percorrere e perché?
Noi di Vague Edizioni siamo dichiaratamente, e orgogliosamente, “cartaceodipendenti”. Amiamo l’oggetto libro e lo curiamo nell’estetica e nella realizzazione tipografica. Come per qualsiasi altro bene di consumo, anche in materia di editoria l’occhio vuole la sua parte. I nostri libri hanno un’identità grafica ben definita e riconoscibile, scegliamo carte di qualità, arricchiamo molto spesso i testi con immagini frutto del lavoro ad hoc da parte di artisti di fiducia. Amiamo gli scaffali delle librerie di legno traboccanti di cellulosa. I comodini sovraffollati di letture notturne. Se un giorno dovessimo avventurarci nel digitale (il mercato degli ebook in Italia si è rivelato in questi anni piuttosto deludente rispetto alla grandi aspettative, portando invece a una rivalutazione del cartaceo) sarà forse per aprirci una breccia nel mercato internazionale attraverso la pubblicazione di ebook in lingua originale, principalmente inglese o francese. Ma non è un progetto a breve termine…
Parliamo del futuro: ci sveli qualche anticipazione sui progetti a cui state lavorando?
Continueremo nei prossimi mesi a portare avanti in parallelo le pubblicazioni con entrambi i marchi. Sul versante WhiteFly Press toccherà a breve all’attore romagnolo Ivano Marescotti e alla sua opera prima in veste di scrittore, una raccolta di racconti divertenti e teneri sulla sua infanzia, la sua giovinezza e i rocamboleschi esordi in teatro e nel cinema. Quindi torneremo a pubblicare autori americani, in primis Dan Fante (iniziando con la splendida biografia della famiglia Fante), poi Stephen Amidon (autore de il Capitale umano e sceneggiatore di Ella & John) e in seguito un inedito assoluto in Italia, una nostra scommessa… Sul fronte Vague, dopo l’uscita di Beigbeder, passeremo sull’altra sponda del Mediterraneo, in Algeria con Nassira Belloula, autrice vincitrice di numerosi premi, e con il suo ultimo acclamato romanzo Amare Maria.
Infine: dove è possibile trovare e acquistare le vostre edizioni?
I lettori che intendono sostenere concretamente le case editrici indipendenti dovrebbero acquistare i libri direttamente da loro, senza passare da intermediari. Nel nostro caso è possibile farlo accedendo allo shop del nostro sito (www.vaguedizioni.com) e acquistando i volumi desiderati (è disponibile anche il pagamento PayPal). I nostri libri sono comunque distribuiti a livello nazionale e quindi si trovano in vendita in tutti gli store online e in libreria (su ordinazione o subito nel caso si tratti di librerie convenzionate che espongono tutto il nostro catalogo).
Gabriella Montanari (1971, Lugo di Romagna), italo-francese, laureata in Lettere moderne all’Università di Bologna e diplomata in Pittura presso la Scuola d’Arti Ornamentali San Giacomo di Roma, è poeta, scrittrice, critica letteraria e fotografa. Ha insegnato lingua e letteratura Italiana, tecniche pittoriche e lingua francese all’estero e in Italia. Editrice, traduttrice di poesia e narrativa dal francese e dall’inglese, collabora con riviste letterarie, di viaggio e d’arte. Esordisce in poesia con Oltraggio all’ipocrisia per le edizioni Lepisma di Roma (2012, Prefazione di Dante Maffia), a cui hanno fatto seguito Arsenico e nuovi versetti (La Vita Felice, Milano 2013, Prefazione di Lino Angiuli), Abbecedario di una ex buona a nulla (Rupe Mutevole Edizioni, Parma 2015, Prefazione di Enrico Nascimbeni) e Si chiude da sé (Gilgamesh Edizioni, Mantova 2016, Prefazione di Davide Rondoni). Pubblica per Supernova di Venezia (2016, Prefazione di Carla Menaldo) il suo primo romanzo, Donne di cose e per Danilo Montanari Editore (Ravenna), il libro d’arte Reattivo di Valle (poesie e fotografie) con acquarelli di Sergio Monari (2017). Sue poesie e racconti sono presenti anche in antologie italiane ed estere.