Anna Salvini: ricerca, cura, amore per la parola

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Sono nata a Vigevano (Pv) e vivo in questa città da quasi cinquant’anni.
Ha un bellissimo salotto, Piazza Ducale ma è circondata da boschi, prati, piccole vallate del Parco del Ticino; ho girato molto per questi luoghi, a piedi, in bicicletta ed è lì che è nata la mia passione per la scrittura. Poi ci sono stati anni di allontanamento, senza motivo, fin verso i quaranta quando mi sono iscritta al mio primo forum di poesia (Officina della poesia).
E lì mi si è aperto un mondo: tantissime persone unite da una grande dedizione, chi alle prime armi (come me), chi ad un ottimo livello. La critica, quella più feroce, è stata quella più utile per rompere la mia timidezza, scavare tra le mie suggestioni, leggere, leggere e leggere ancora ogni autore che mi veniva consigliato soprattutto contemporaneo.
Avevo, finalmente, trovato il senso di questa passione, la ricerca e la cura, l’amore per la parola. Ho imparato a non aver fretta, a non buttare su carta ogni minima ispirazione, a rispettare il tempo.

Non passa giorno che io non legga qualche pagina di poesia e pur amando molto il “contatto” con la carta leggo anche su internet le diverse proposte dei blog.
La poesia mi permette, più di ogni altra cosa, di riflettere, meditare e spesso mi è stata di consolazione. È uno spazio tutto mio, difficile da descrivere, impossibile darne una forma.
Il mio blog: http://apassoleggero.ilcannocchiale.it/
Miei testi sono stati ospitati su Carte Sensibili, Poetarum Silva, Rebstein, Versante Ripido.
http://cartesensibili.wordpress.com/2010/04/11/faccia-a-terra-di-anna-salvini/
http://cartesensibili.wordpress.com/2012/07/08/incontri-oggi-ospitiamo-anna-salvini-e-la-sua-poesia/
http://poetarumsilva.com/2011/12/04/anna-salvini-alcune-poesie/
http://rebstein.wordpress.com/2014/06/05/quaderni-di-rebstein-liii/
http://www.versanteripido.it/anna-salvini/
http://www.versanteripido.it/linvito-di-anna-salvini/
http://www.versanteripido.it/da-anna-salvini-a-marilena-ingranata-e-paolo-francia/

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Dentro una cornice

Sto dentro una cornice, mio padre
mia madre affianco sono felici
la stessa posizione delle braccia
io, un po’ meno
non per l’amarezza, lo scarto
dei tuoi occhi, le crepe
chiuse nelle mani
pensavo a quanto non avremmo
visto, lo scatto dei pesci
quando il mondo trema
i gusci di echinoidea vuoti
altri scheletri spiaggiati, un’altra estate
prima di adattare il cuore
cavo ad una forma che consola, a come
non sarebbe mai bastato il tempo
necessario per la cura.

***

Sguardo e voce

Le vene obliterate ad ogni viaggio
hanno retto le partenze, costretto
il buio alla preghiera del respiro
anche i nomi dei miei morti, teste
di spillo sul cuore, hanno radure tali
che ho temuto di perdermi.

Giorno dopo giorno
abbandono ogni resistenza
e la mia lingua il fare superfluo
delle parole ma sguardo e voce
puntano lontano, oltre la stanchezza
nel chiarore della mia memoria.

***

Casa

porta

più non ricordo i nomi dei campanelli
a lato, le facili promesse dei baci
e del commiato, oggi ho te, chiave
nel buio del sogno, giorno dei giorni
che chiude la mia preghiera

pavimento

poggiata la stanchezza, dal fiato
rotto so che mi riprenderò: concentro
il gesto, il piede contratto nello slancio
memore del peso come fossi
su uno strapiombo

scala

la prospettiva esplorata con gli occhi
prima ancora del passo, di petto
se scendo, di schiena se salgo
solo un corrimano mi sostiene
evidente che si possa anche cadere

parete

regge quasi sempre un muro
dai vari crolli, da una rovina
qualcosa si salva: la forza sta tutta lì,
nel perimetro che accoglie un letto
un divano e combacia
con l’incastro dei corpi

finestra

guardiamo oltre, dai davanzali
generosi dove l’avvenire aspetta
di scherzare con gli inverni trascorsi
senza fretta, pronti a stringersi
se il freddo rincasa

tetto

è come se tutto il cielo si fosse
concentrato: dentro la mia casa
c’è il sole e c’è il vento, l’azzurro
le stelle, qualche tempesta
la pioggia che soffre al mio silenzio.

***

Espianti

Quale altra alternativa se non vita
anche fuori pagina, a farsi largo
tra gli inganni e il niente
in fuga da ogni luogo inospitale
o in disparte per rinascere
nella polpa del sogno
fuori dai viali e dai cieli
da tutte le mani e le sere

estirpata ad ogni precedente dolore
per un nonnulla è ancora vita, un giro
d’ombra sul muro per un nuovo
smarrimento, un volto
da stringere con la tenerezza
di chi conosce la fine.