Jalel El Gharbi: La poesia è ridefinizione dei termini della questione “che cos’è la poesia”

Jalel el Gharbi

Jalel El Gharbi è professore all’Università di La Manouba – Tunisi, è anche poeta, traduttore, saggista autore di numerosi lavori su Michel Deguy, Charles Baudelaire, Claude Michel Cluny, Jules Supervielle, José Ensch… Milita per una utopia che chiama Orcident ou Occirient.

Ha iniziato a comporre carmi fin da giovanissimo, ma li ha spesso lasciati inediti. Ultima raccolta pubblicata: Preghiera del vecchio maestro sufista all’indomani della festa, per le edizioni del Cigno, Parigi 2010. La sua poesia vuol essere come un’incursione in una “terra incognita”; essa mescola inflessioni mistiche e domande ontologiche in una impresa che fa prevalere la ricerca sulla trovata, la domanda sulla risposta, il proposito sulla sua realizzazione. In nessun momento sembra dimenticare che il ‘senso’ è insieme orientamento, significato e sensualità.

Per lui «la poesia è ripresa, ridefinizione dei termini della questione “che cos’è la poesia”, ma questa impresa, cui si può rimproverare di fare come se la poesia fosse appena nata, si sa che è votata all’insuccesso. Ma nella circostanza, insuccesso e riuscita non sono termini opposti. È proprio perché avviene l’insuccesso che c’è la ripresa, come per il desiderio.»

http://jalelelgharbipoesie.blogspot.com/

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Estratti di un racconto inedito intitolato All’ora del limoncello:

Potrei chiudere gli occhi, riconoscere
La pagina intera ma non il libro,
Lo scalo notturno e non il viaggio
Il sorriso e non il volto
Potrei senza darmi troppa pena
Non aprire il libro né il finestrino
E dire a me stesso, senza ingannarmi, è Lei.

***

Ora, io devo rifare i miei conti,
Mi restano degli autunni prima
Della lunga notte senza libri né pittura
E mi resta anche qualche primavera
Circa vent’anni, autunni compresi.
Se ci metto dieci anni ad arrampicarmi sul muro
Non avrei perso niente se alla fine
Le mie labbra si fossero posate sulle sue due mani
Avrei di che vivere ancora vent’anni.

***

Sul giglio, sui cardi,
Sul melo, sulle radici
Sul ritornello, sui cantici,
Sulla zattera, sui naufragi
Sulle pene, sull’amore
L’amore non ci insegna nulla.

(traduzione a cura di Gemma Francone e Franco Blandino)