Siamo state tutte molestate

Panchina vicino al Comune di Mondovì

Panchina vicino al Comune di Mondovì

SILVIA PIO

Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Questa giornata ci riguarda tutte perché siamo state tutte molestate. La maggior parte di noi, per fortuna, non ha subito stupri o violenze pesanti, ma siamo state tutte importunate per il semplice fatto di essere donne. Il ‘nonnino’ al mare che ci dava un bacio non voluto, il vicino di casa che guardava sotto le gonne, l’insegnante delle ripetizioni che infilava una mano sotto la maglia, il medico (il medico!) che per un mal di gola ci tastava il seno; e noi eravamo bambine e incapaci di reagire ad un gesto così enorme che non si poteva neppure immaginare. Sono passati venti, trenta, quaranta, cinquant’anni e ce lo ricordiamo come fosse ieri, con un senso di vergogna difficile da lavar via.

Da più grandi sono iniziati i fastidi sul lavoro: insinuazioni e avances durante i colloqui, superiori (maschi) che ci hanno bloccato in un angolo deserto dell’ufficio, colleghi (maschi) che si sono strusciati alla fotocopiatrice o alla macchina del caffè, mani che cadevano come per caso sui nostri davanti e didietro. Eravamo più grandi e sapevamo ribellarci. Spesso ma non sempre. E che dire degli autobus o treni affollati? Una mano che si intrufolava, sopra o sotto gli abiti, senza che noi riuscissimo a capire di chi fosse. Fino all’uomo galante e gentile per il quale un invito al caffè includeva per forza (e con la forza) un giro sotto le lenzuola. Per arrivare al fidanzato che pretendeva prestazioni che noi non volevamo dare neppure a lui di cui eravamo innamorate.

Per fortuna ora siamo adulte e possiamo dire che siamo sfuggite al peggio. Molte di noi, ma non tutte. Ci siamo rivoltate, ma non sempre, non quando ci ricattavano dicendo che non ci avrebbero assunte o ci avrebbero licenziate o abbandonate in un luogo lontano dalla città dove ci avevano portate con la scusa di un ristorante pittoresco. Siamo sgattaiolate via, o abbiamo reagito con una forza che nessuno si aspetta da una donna; abbiamo lasciato cadere uno schiaffo, oppure abbiamo picchiato e dato calci. “Ma che reazione esagerata, per un bacio, una toccatina, una prova d’amore!”.
Però sarebbe bastato un indugio, un secondo in più e forse quelle braccia più forti delle nostre ci avrebbero immobilizzato, forse la nostra reazione ne avrebbe creata un’altra per noi incontrastabile. Lui era più alto, più forte, più vecchio, più autorevole. Sicuramente più violento.

Allora abbiamo sviluppato un senso di allerta, come se essere molestate fosse un rischio ovvio e potesse capitare in ogni luogo, anche i più impensati e considerati sicuri. E, sempre preparate al peggio, non ci stupiamo se qualcosa capita sempre, dall’insinuazione alla toccatina.

Tutti questi episodi li ho raccolti chiacchierando con le amiche. Nessuna ha subito violenze maggiori, oppure nessuna lo dice. Qualcuna racconta di conoscenti violentate e picchiate. Una ha avuto la vicina di casa uccisa dal marito…

Ora voglio chiedere a quegli uomini che minimizzano di alzare la mano e confessare: io sono stato molestato. Qualcuno lo è stato davvero, da bambino, quando era imberbe e indifeso (come una donna), ma quanti lo sono stati da adulti? Quanti ai colloqui di lavoro? Quanti in ufficio, a casa del vicino (pardon, della vicina), in tram, ai giardini pubblici? Quanti sono usciti la sera con una pietra nella borsetta o con lo spray al peperoncino?
I numeri e le percentuali sono drasticamente diversi, così come il senso di insicurezza e di paura.

Ecco perché questa giornata riguarda noi donne, e non accettiamo che venga contestata, e che le molestie, anche quelle minori, vengano considerate un capriccio di chi si vuole far desiderare. Ricordo un detto che qualcuno (un uomo) mi ha ribadito anni fa: “Se un uomo dice no, è no. Se una donna dice no, è forse”. Non corrisponde al vero: se una donna dice no, è no. E, di più, una donna, solo per il fatto di essere tale, non desidera l’attenzione di tutti gli uomini, tanto meno le loro battute pesanti e men che meno le loro palpate.
Una donna è in grado di dire cosa vuole, basta non metterla alle strette, basta non spaventarla.