Praxis, tutto ciò che è femminile

donna alla finestra

fotografia di Bruna Bonino

FAY WELDON

(Capitolo 23 del romanzo Praxis)
Perché ci vuole tanto tempo? Perché rimaniamo ostinatamente cieche della nostra condizione quando i nostri occhi non solo sono aperti, ma spesso umidi di dolore e sgomento?

Ve lo dico io che sono vecchia e senza un uomo che mi tenga la mano o chiami l’ambulanza. Non ignoratemi per questo. Le donne vivono più a lungo degli uomini: questa è la fine riservata a molte di noi, e molte di noi, mi viene da pensare, sprecano la gioventù pensando con terrore a tale fine. Questo uomo o quell’altro, ma dai! Willy, Ivor, Phillip: ha importanza in retrospettiva? No.

Veniamo tradite da tutte le parti. Il nostro corpo ci tradisce, portandoci a trovare amore dove non ci conviene. Il nostro istinto ci tradisce, inducendoci a costruire un nido e procreare, ma seguire l’istinto non vuol dire realizzarsi, perché siamo qualcosa di più che animali. La nostra indolenza ci tradisce, e la nostra apatia, mormorandoci: oh, lascia che sia lui a decidere, a pagare, ad uscire per combattere in questo mondo terribile! Il nostro cervello ci tradisce, tenendoci un passo indietro agli uomini perché così si conviene e perché così fa meno male. La nostra passività ci tradisce, sussurrandoci all’orecchio: non vale la pena lottare, servirà soltanto a farlo allontanare fino all’altro lato del letto, o a farlo arrabbiare, o a farlo diventare violento! O a fare in modo che cerchi un’altra più gradevole! Ci facciamo piccole e aspettiamo il sorriso del nostro padrone. È spregevole. Non siamo neppure schiave.

Ci tradiamo a vicenda. Manipoliamo le persone attraverso il sesso, combattiamo l’una contro l’altra per il possesso del maschio: addentare, colpire, ingoiare e via. Avanti il prossimo. Preferiamo la compagnia degli uomini a quella delle donne. Deliberatamente facciamo ingelosire le nostre sorelle e le riduciamo ad esseri miserabili. Ci facciamo carico dei figli delle altre. Tutto per un po’ di autostima, per non finire al freddo e da sole.

Credetemi, non è poi così male essere vecchie e sole.

Non c’è dubbio che gli uomini e le donne dovrebbero attraversare la vita mano nella mano. Ci sono tante cose da fare al mondo, come disse una volta Phillip, senza che aggiungiamo anche questo carico. E non ci vuole un uomo per far piangere una donna. Penso a Colleen, che piangeva tutta la notte, e penso alla mia prigione femminile. Non era un posto piacevole, eppure immagino la somma di emozioni, buone e cattive, felici e infelici, abbastanza simili dentro a quelle fuori. Una ragazza può piangere tutta la notte perché una donna è stata scortese: non ci vuole per forza un uomo.

Fuori dalla mia finestra uomini e donne anziani si trascinano, con visi pelosi e bocche molli che borbottano: sono pieni di insoddisfazione e moriranno in quello stato. Non credo proprio che la vita sia stata giusta con loro
Non può, come avevo l’abitudine di dire (e di solito mi sbagliavo) andare avanti così!

(Traduzione di Silvia Pio)

praxis

Praxis di Fay Weldon, uscito nel 1978, non è mai stato tradotto in italiano. È considerato uno dei romanzi della Weldon più riusciti e apprezzati ed e stato selezionato per il Booker prize nel 1979. Praxis è la protagonista (chiamata Prassi, nel senso di consuetudine, azione pratica; la sorella maggiore si chiama Hypatia, Ipazia!). Le ragazze sono nate negli anni ’20 da una che oggi si direbbe coppia di fatto; ad un certo punto il padre violento lascia la madre, che scivola nella malattia mentale. Nel corso della storia Praxis si trasforma da orfana a studentessa; da serva domestica per il suo uomo, Willy, a prostituta; da moglie di Ivor a madre e matrigna, fino a diventare donna in carriera sposata con Phillip e leader femminista. Tra le sue esperienze ci sono l’adulterio, l’incesto, l’infanticidio e infine la prigione.
Praxis viene presentata come un individuo particolare e “diverso”, eppure l’autrice riesce a farla percepire come l’incarnazione di tutto ciò che è tipicamente femminile. Fay Weldon riesce a inserire nella sua storia almeno un esempio di ogni tipo di manipolazione e aggressione maschile verso le donne e ogni sfumatura di senso di colpa e passività che tiene le donne in quelle situazioni.

Fay Weldon, nata in Gran Bretagna nel 1931, è scrittrice, drammaturga e saggista. Nei suoi romanzi descrive personaggi femminili contemporanei intrappolati in situazioni oppressive causate dalla struttura patriarcale della società britannica.