Il rumore dei pattini

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PAOLO CANAVESE.

Pubblichiamo, per gentile concessione dell’autore, un breve brano tratto dal romanzo “Il mattino dopo…” (2012) di Paolo Canavese, edito dalla Fenoglio Editore, che è stato recensito qui su Margutte.

Il rumore dei pattini sull’asfalto contrasta con il forte silenzio del lago, sono le ore sette di un martedì come tanti del 1969. Di mattino presto Susi è uscita dalla stanza numero cinquantasei di un anacronistico e misterioso albergo, con l’intenzione di trascorrere nella spensieratezza gli ultimi giorni di un misterioso soggiorno. Recuperato un paio di pattini di fortuna inizia una lenta e profonda andatura verso nord, per dimenticare la burrascosa notte.  Dovevano essere gli ultimi momenti sulle rive di quello splendido lago, Le Lac de Bourget, ma…., Attimo dopo attimo, quelle calme acque, la stavano coinvolgendo sempre di più in un misterioso passato. Susi trovava spesso nel pattinare una piacevole e sublime evasione dalla realtà. Quel gesto fisico la trasportava in uno spazio libero da brutti pensieri dove poter spingere la sua fantasia oltre ogni confine. Anche se è felice un pensiero in particolare non riesce a fuggire dal suo inconscio: è il brutto sogno che l’ha avvolta nella notte da poco macinata, trascinandola in una misteriosa realtà:  << La giovane si ritrova proiettata in un mattino d’inizio settembre del 1926, il lago di Bourget è avvolto da una forte nebbia di un autunno anticipato a presagio che nulla faceva ben sperare.   In quella surreale situazione incomincia a vagare, disorientata ed in preda al panico, lungo le sponde del lago. Calpesta la prima pagina di un giornale trasportato dal vento. La sconvolgente notizia di apertura, sul taglio alto al di sotto della testata, attira la sua attenzione: Tragica morte di un agente di polizia, otto settembre del 1926. Nell’enfasi sente giungere in lontananza, modulate dal timpano, lo scandire del suo nome, grazie alle onde sonore  trasportate dell’eco delle montagne, che tutt’attorno riescono a restituire con tanta enfasi per la loro disposizione a semicerchio. Si fa immediata l’attenzione a quel rimbombo assordante, fino al punto di essere quasi costretta a volgere lo sguardo a quel richiamo: è un ragazzo vestito da marinaio in arrivo dalla sponda occidentale del lago su di una barca. Da quel misterioso giovane le venne consegnata una lettera dai contenuti altrettanto tragici, al fondo dello scritto, una firma, appena leggibile: – Ispettore della Gendarmerìe di Moutiers- . >>  Forse quel sogno, come altri fatti in passato dalla signorina Susi, nella sua splendida casa nel Monferrato, le avevano condizionato l’esistenza, provocando nel suo animo confusionali stati emotivi e forti  ambiguità, in particolare quella mattina lasciò nella giovane un’ansia da colmare che dette spunto nel far riaprire un caso andato perso negli scaffali dell’archivio del commissariato di Chambéry.

 

(Dal romanzo “La mattina dopo…” di Paolo Canavese)