Fenomenologia della fine, una serata sulla fotografia Urbex

locandina urbex

Silvia Pio (a cura)

Urbex deriva dall’inglese urban exploration, esplorazione urbana, ed è un’attività nella quale vengono esplorati luoghi di solito chiusi al pubblico, abbandonati, poco accessibili o dimenticati, per documentare e condividere la loro storia.

Interamente dedicato a questa pratica è l’evento Fenomenologia della fine organizzato dall’Associazione Alec di Alba sabato 5 marzo alle 18, per la serie PHOTO BOX. Insieme ai fotografi del gruppo “Tesori perduti”, composto da Marzio Scanavino, Melissa Ghezzo, Gianpiero Casetta e Cristina Giaccardo, sarà possibile fare un viaggio nel passato attraverso gli scatti e i racconti di come oggi appaiono le strutture e luoghi in disuso, lentamente divorati dal tempo e dalla natura, gemme di assoluta bellezza architettonica e artistica. “Praticare l’Urbex – spiegano gli autori – non è solamente una passione o un hobby, è amore per il territorio e significa essere testimoni di un passato che va scomparendo. Dato il loro valore architettonico, storico ed artistico, questi luoghi non andrebbero dimenticati, ed il compito degli esploratori, al limite tra legalità e curiosità, è salvarne la memoria tramite le loro immagini”.

Ideatrice del progetto è la fotoamatrice Bruna Bonino, collaboratrice di Margutte, che appartiene anche all’Associazione Alec.

Bruna, ci parli brevemente di Alec?

L’associazione è nata nell’anno 2006 per iniziativa di un gruppo di amici, dei familiari e di persone che avevano apprezzato e condiviso gli interessi, le idealità e l’impegno di Gianfranco Alessandria (1945-2005), Alec per gli amici. Alec ha insegnato per alcuni anni ad Alba, poi ha lavorato nell’azienda di famiglia. È stato impegnato socialmente e politicamente, sindaco e consigliere comunale a Diano d’Alba, inserito nella tradizione del cattolicesimo democratico e partecipe del rinnovamento dei partiti, organizzatore di iniziative culturali in carcere, relatore a corsi e convegni, iniziative di orientamento, in vari contesti e a vari livelli.

Ha coltivato un amore e una competenza non comuni verso il cinema (è stato co-fondatore dei circoli albesi del cinema “Il Gallo”, “Il Nucleo”, “Cineocchio”, da fine anni ’70 fino all’“Infinity Festival” all’inizio degli anni 2000), verso la musica, verso l’arte, la letteratura, e il teatro.

L’Associazione Alec opera in ambito culturale, sociale ed ecclesiale con la promozione di iniziative di informazione e formazione su contenuti, metodi e strumenti della comunicazione sociale e delle diverse espressioni artistiche; cura e valorizza il patrimonio lasciato da Alec (incredibili collezioni di dischi, film, manifesti di cinema, libri e pubblicazioni specialistiche), per metterlo a disposizione dei cittadini, di Enti ed Istituzioni culturali; collabora con altri Enti ed Associazioni del territorio nella promozione di eventi e di iniziative culturali e promuove iniziative di solidarietà a favore di soggetti fisicamente e socialmente svantaggiati.

Qual è la tua posizione nell’Associazione?

Da quest’anno sono socia e mi sono resa disponibile ad affiancare il presidente Enzo Patri nel lavoro di comunicazione esterna relativa agli eventi ed alle varie attività dell’associazione.

Come è nata l’idea di questa iniziativa e il titolo Fenomenologia della fine?

Durante una mostra ho conosciuto Marzio Scanavino, un fotoamatore appassionato all’Urbex (Urban Exploration). Oltre alla suggestione delle immagini ho avuto modo di apprezzare alcuni racconti legati al fascino per il decadente, a luoghi dimenticati che riescono ancora ad emozionare e a sorprendere. È nata così l’idea di ampliare l’argomento coinvolgendo altri autori con l’intento appunto di diffondere questa pratica fotografica che permette di addentrarsi in luoghi e storie che sfiorano il mistero di un passato fatto di memorie nascoste.

Il titolo dell’evento è stato scelto dagli stessi autori facenti parte del collettivo “Tesori Perduti”. “Fenomenologia della Fine – spiega Gianpiero Casetta, fotografo del collettivo – è per un’estetica della decadenza, una poetica della bellezza dell’abbandono, e per la sua documentazione storica. È voler dare alle cose che resistono al tempo una collocazione “museale” fotografica, che non rappresenta soltanto la denuncia di una incuria ma una dimensione che torna ad esistere e resistere mentre tutto attorno il mondo sembra aggredito dal tempo”.

 

Marzio Scanavino

Marzio Scanavino

Marzio Scanavino – “SottoEsposto” 

Classe 1981, manifesta sin da piccolo una curiosità e un’attrazione verso i posti abbandonati, gli edifici militari e la loro storia. Un seme che germina molti anni dopo con le prime uscite per esplorare i bunker militari del vallo alpino e che lo porta a conoscere il mondo dell’Urbex, riscoprendo il fascino dell’abbandono in tutte le sue forme e, successivamente, con la fotografia. Da lì inizia il percorso di SottoEsposto: una “firma” che ben rappresenta l’imperfezione dei posti visitati e degli scatti, nonché le atmosfere scure che permeano quei luoghi e le foto stesse. SottoEsposto tratta di archeologia moderna e abbandoni: è un grande contenitore di immagini, storie, personaggi ed atmosfere, nel quale la mente ama perdersi, alla ricerca dell’essenza di questi viaggi anomali. Ma questi viaggi fotografici non sono composti di solo abbandono, nel tempo hanno trovato posto anche luoghi particolari, fuori dai grandi flussi turistici, scorci di ogni giorno, che non sempre si ha il tempo di fermarsi ad osservare, micro mondi, dove gli insetti e le piante sono giganti. Talvolta il personaggio del coniglio Zeka fa la sua comparsa e si prende la scena. (Facebook/Instagram: Marzio Scanavino / SottoEsposto). Si veda in Margutte qui.

Melissa Ghezzo

Melissa Ghezzo

Melissa Ghezzo

Classe 1982, nata in Piemonte tra nebbia e misteri. Si approccia alla fotografia grazie al papà e alla sua Rolleiflex, posa come fotomodella e performer oversize per circa 7 anni per poi passare definitivamente dietro l’obiettivo specializzandosi in live music report e foto promozionali musicali. L’Urbex è una passione che l’accompagna da tanti anni ed è il genere a cui si è avvicinata per proporre la propria fotografia e per condividere l’emozione di un luogo dimenticato.
Ha collaborato con MetalHammer Italia, MetalForce, IdeaWebTV, attualmente con Extra Music Magazine. Continua a diffondere la sua fotografia con emozione per condividere ai più le proprie sensazioni. www.instagram.com/melissafotografia

Cristina Giaccardo

Cristina Giaccardo

Cristina Giaccardo

Nata a Cuneo nel 1978 si avvicina in giovane età al mondo della fotografia ma solo nel 2013 scopre il “pianeta Urbex”. Da sempre attratta dall’architettura in tutte le sue forme, un giorno trova un ingresso nascosto da cui potersi intrufolare in un ex manicomio. La visione di questo luogo abbinata all’adrenalina scatenata dalla paura di essere sorpresa fa scattare in lei una molla che la porta negli anni seguenti a visitare centinaia di luoghi abbandonati. La sua passione per la fotografia l’ha portata a frequentare numerosi corsi e workshop con professionisti del settore ed a cimentarsi in diversi generi fotografici. Dal wedding al food, dallo stilllife al pre-maman. Dal 2014 partecipa a numerose mostre collettive oltre alle personali: “Dusty Memories”, “Echi del passato” e “C’erano una volta i manicomi – 40 anni dopo la 180”. Nel 2015 insieme ad alcuni membri della Pro Loco di Rossana dà vita al Rossana FotoFestival di cui è stata il direttore artistico fino alla quinta ed ultima edizione. Nel 2016 inizia un progetto di mostre itineranti con il gruppo fotografico “Manicomio Fotografico” di Milano e “Tesori Perduti” attivi tutt’oggi. Nel 2017 pubblica un libro di ricette per conto della Philips Italia. Nel 2019 crea l’associazione fotografica “Busca Fotoclick” dove cura personalmente mostre ed eventi. Sito: www.cristinagiaccardo.com, Facebook e Instagram @cristinagiaccardophotos

Gianpiero Casetta

Gianpiero Casetta

Gianpiero Casetta

Retoucher, grafico e digital artist. Personaggio eclettico e poliedrico, si interessa di viaggi, arte grafica e fotografia, tecnicamente si ritiene un autodidatta puro, con una passione viscerale per la sperimentazione; si differenzia da subito per il proprio percorso creativo. Utilizza la fotografia come strumento di comunicazione, cercando di dare forma a emozioni, sensazioni e gusto estetico. Nel 2015 entra nel collettivo fotografico “Tesori Perduti”, l’anno successivo insieme agli amici di “Manicomio Fotografico” intraprende un’avventura fotografica tra i luoghi in rovina nell’Italia dimenticata, incuriosendo un pubblico sempre più affascinato a questa nuova tendenza fotografica. È stato selezionato lo scorso anno tra i migliori Portfolio proposti al BIPA 2018 (Barcelona International Photography Awards). www.facebook.com/gianpiero.casetta.1 www.instagram.com/gianpierocasetta