Lo strappo del sorriso

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“Okay, li vedo e , lo sapete come sono, mi scatta dentro quella molla.”
“La conosciamo” ridacchia Marcello “L’ultima volta ti ha quasi spedito in galera.”
“Già.” gli fa eco Davide “Dovresti provare a controllarla, se non vuoi che un giorno o l’altro ti procuri dei guai anche seri .”
“No, ragazzi, questa volta nulla di così estremo. Appena un piccolo divertimento, chiamiamola una rivalsa … etnica.”
“Sei tutto matto” scuote la testa Davide, però sorridendo come se elargisse il più sperticato dei complimenti.
“Li vedo, vi dico, e subito quei due mi smuovono qualcosa di dentro.
Non so se fossero senegalesi o giù di lì. Ad ogni modo sembravano addirittura distinti: jeans puliti e t-shirt azzurro cielo. Ho pensato che al loro paese, qualunque fosse, sarebbero potuti passare per signori. Ma anche nel nostro. Nessuna macchia, niente di logoro, nessuna idea di sporcizia o di miseria. Ridevano anzi, con tutti quei denti che mettono in mostra gli uomini di colore, quando ridono, e sembravano tranquilli. Addirittura sereni.
Ma sereni di che, mi dico. E tutt’a un tratto quella serenità mi dà come un pugno allo stomaco, mandandomi il sangue alla testa.
Che cazzo ridono? Delle due una: o sono stupidi, penso, o incoscienti. Che c’è da ridere nella loro condizione di extra-comunitari?”
“ Magari uno dei due avrà fatto una battuta” interviene Marcello “ ci saranno le barzellette, lì nel loro mondo. Mica può essere un insulto che ogni tanto anche tra loro si rida.”
“Non era quel tipo di riso. Era piuttosto un’espressione di cordialità e amicizia. Sembravano due contenti, come…soddisfatti della vita.
Ma ci pensate: due extra-comunitari soddisfatti della vita.
E magari, m’immagino, saranno pure riusciti a trovare un lavoro dignitoso e forse persino una casa, di sicuro modesta ma carina. Con le tendine nel bagno e l’idea mi fa ritorcere le budella”
“Certo, le tendine nel bagno, il massimo dell’offesa per la comunità civile!” ironizza Luca “Te l’ho detto che sei matto”, ma lo afferma con una bonomia che nemmeno un parente.
“Più facile che siano invece il massimo del kitsch” puntualizza Marcello
“Non ci arrivate proprio, eh? Le tendine significano che, probabilmente, da qualche parte c’è anche una donna, che ama quella sua piccola casa e soprattutto ama loro che ne fanno parte. E li cura, e magari la sera prepara una cena non raffazzonata come le mie, ma cucinata con attenzione. L’attenzione dell’amore. E che diritto hanno all’amore, mi chiedo, questi due migranti che, unici tra centinaia di migliaia, hanno realmente finito per trovarlo quel loro Eldorado?
Basta mi faccio questo film…”
“Bel film, davvero,” commenta un po’ sfottente Marcello, accompagnando le sue parole con un teatrale, sonoro battimano “ Premio Oscar alla sceneggiatura.”
“Mi faccio questo film, vi dico, mentre li vedo salire su un motorino”
“ Senza tendine …” chiosa ironico Luca
“Che parte al primo colpo e sembra anche lui ben tenuto, come tutto il resto. E sempre con quel loro bel sorriso stampato in faccia, mettono in moto e si avviano.
Allora non ci sto su troppo a pensare e seguo l’istinto. Con il mio cross-over li affianco in un colpo. E quando ce li ho all’altezza di sportello, sterzo di botto.
Colto alla sprovvista, il guidatore si sforza sulle prime di tenere la strada ma l’urto è stato assestato proprio bene e non riesce a non perdere l’equilibrio. Traballa un paio di secondi, si sbilancia in qualche penoso zig-zag, quindi cade riverso sul marciapiedi. Sento il casco sbattere contro l’asfalto ma è caduto quasi da fermo e non credo riporterà niente di più grave di qualche ammaccatura.
Sfreccio via, soddisfatto.
Li ho colti alla sprovvista senza quasi dare loro il tempo di capire che cosa sia successo.
Dallo specchietto retrovisore, noto che quello che stava dietro zoppica un po’.
Mentre filo via nel traffico, vedo insomma che sono malconci.
E che certo non sorridono più.”

(http://siracusa.gds.it/2017/05/17/spingono-due-stranieri-che-corrono-in-scooter-e-li-fanno-cadere-2-denunce-a-siracusa_666496/)