Il segreto degli invisibili di Rossano Vittori

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Dalla prefazione di Luciano Luisi

Non è possibile, anche a una lettura superficiale delle poesie di Rossano Vittori, Il segreto degli invisibili, non pensare a L’antologia di Spoon River. Ma quando ci si addentra nella materia di questo macabro racconto, scoprire che si tratta di un dialogo con la morte, crudo, aperto, senza veli, mette soggezione, ci pone dinanzi a quella ineluttabile visione del disfacimento e del vuoto che si appiccica sulla nostra pelle e nella nostra anima e ci rende piccoli e quasi invisibili.
Sono quarantanove ignoti che la morte ha reso irriconoscibili, anche se in calce ad ogni poesia c’è tanto di scheda che offre notizie precise di referto. Il numero quarantanove deve avere qualche risonanza esoterica se anche Hemingway l’ha utilizzato per i suoi racconti. Ma al di là di osservazioni superficiali c’è il monologare degli ignoti che ha qualcosa di indicibilmente terribile nella sua icasticità.
Ognuno racconta e la vita sembra aleggiare all’improvviso intorno alla morte ed è il miracolo della poesia, perché la bravura di Rossano appare subito sia nel linguaggio forbito e preciso e sia nella “costruzione” delle varie personalità che si stagliano con fermezza e danno l’idea di un cimitero con una sua anima, con un suo carattere e una sua dimensione umana. La premessa è esplicita: “Un uomo è stato / solo se ha avuto una sua storia”. Ed ecco le storie, dense, raccontate come se gli ignoti fossero in confessione e quindi sicuri di non uscire dalla sfera del segreto, e finalmente però liberi di aprire il cuore al mondo, di uscire per un attimo dal vuoto immenso e dalla solitudine dell’anonimato. Ogni storia è un piccolo romanzo ben orchestrato, dosato nei particolari, reso con semplicità assoluta e proprio per questo potentemente espressivo, in modo che il “funebre condominio”, come lo chiama Rossano, abbia finalmente la possibilità di esistere oltre il silenzio e nella durata eterna della poesia. [...]

Da Il segreto degli invisibili (Edizioni Lepisma 2018)

IGNOTO 6

Sapete come vanno le cose
in un piccolo paese:
ognuno recita il suo ruolo.
Io ero il giovane aitante
e le ragazze a me predestinate.
Ma non ero adatto alla parte
e interpretavo monologhi stonati.
Sotto la scorza del cavalier cortese
ressi quanto un bugiardo tiene.
Al primo batticuore dissi “Ti amo”
a un giovane villano e codardo
e dal settimo cielo rovinai nell’abisso.
Laggiù, dove stavo, ho conosciuto
alfine un po’ di pace,
illuso d’essere sfuggito
al ludibrio e alla vergogna,
alla sorte di quello che si lasciò morir
d’inedia, come una femminuccia.

Scheda Ignoto 6
Maschio vestito da donna e pesantemente truccato. Camicetta rosa, pantaloni verdi a quadri, foulard legato attorno al collo, scarpe decolleté marroni con tacco. Ritrovamento su panchina parco pubblico Montecatini Terme (Pistoia). Decesso per assunzione di alcol e barbiturici. H 180.

IGNOTO 20

L’esperto medico legale
ha stabilito che sono morta
da settantadue ore.
Ma io me ne sono andata
parecchio tempo prima,
quando il grande amore
si rivelò un fiasco.
M’innamorai d’un giovane compìto
che mi conquistò con le rose
e dei versi copiati da un libro.
Così cinse di spine il mio giardino.
Ora che a tradimento m’ha colpito
a voi due cose dico: diffidate
di chi sparge petali e plagia i poeti.

Scheda Ignoto 20
Donna di circa 40 anni. Capelli rossi e ricci. H 168, KG 60. Morte per soffocamento. Ecchimosi su volto e collo. T-shirt con scritta Armani e jeans blu Versace. Località Filettole (Prato).

IGNOTO 31

Per la festa del Redentore
venni al mondo anch’io.
Il freddo era quello della grotta,
ma alla mangiatoia non c’erano
il bue e l’asinello, solo due mani nervose
che trasudavano angoscia.
Per questo rimasi intrisa
di sangue e peccato
e avvolta in un sacchetto lurido
con un fiocco di cordone ombelicale.
Quella che rifiutò d’essermi madre
mi posò sul sagrato d’una chiesa,
con una prece ma senza biglietto:
ero troppo piccola per meritare un nome.

Scheda Ignoto 31
Neonata ritrovata in un sacchetto della spazzatura presso chiesa di San Michele a Lucca. Morte per assideramento.

IGNOTO 35

Essere donna era quello che volevo.
Ma ero nato maschio,
per l’orgoglio di mio padre
e la mia disperazione.
Allora indossai la maschera
e finsi. Finsi per non deludere,
per compiacere, finsi per vigliaccheria.
Fu un’esistenza meschina,
ambigua e desolata
che infine mi portò lontano
in cerca di una nuova identità.
La trovai su un oscuro marciapiede
dove un cliente offeso dalla mia natura
mi evirò, ristabilendo la normalità.

Scheda Ignoto 35
Soggetto di sesso maschile vestito con abiti femminili: camicetta color oro, minigonna verde. Capelli lunghi e biondi mesciati. Morte per emorragia. Rinvenimento sulle colline livornesi.

IGNOTO 46

Al villaggio danzavo
ma non ero una ballerina di prima fila.
Sul marciapiede invece
stavo bene in vista,
secondo gli ordini.
Ero formaggio per i topi,
animali notturni e lussuriosi
che sciamavano in strada
in cerca di un plauso
e un taglio di carne da infettare.
Ostaggio d’ignoranza
temevo il sortilegio tribale vudù
e fui scarnita da un virus maligno.

Scheda Ignoto 46
Donna. Età 20-25 anni, presumibile nazionalità nigeriana. H 168 Kg 40. Morte per infezione da HDV presso Ospedale di Massa. Due piccole cicatrici tribali verticali sugli zigomi. Indossava minigonna color panna, cappotto 3/4 jeans bleu interno pelo marroncino, maglietta a scacchi, scarponcini alti neri marca “Noltz”.

Rossano Vittori, nato a Livorno, è laureato in Lettere moderne all’Università di Pisa. Giornalista e critico cinematografico ha pubblicato articoli e saggi su quotidiani e riviste, e volumi sull’opera di Luigi Pirandello e Ettore Scola. Come autore e regista ha realizzato lavori televisivi, allestimenti teatrali e Il perfezionista, un cortometraggio cinematografico premiato al Festival Europacinema di Viareggio. Ha pubblicato, inoltre, i libri di poesia La volta dei dadi (Giardini, Pisa); Il viaggio (Angeli, Lucca); Passeggiando nel tempo, (Edizioni del Leone, Venezia); Colloquio coi personaggi, catalogo di una Mostra spettacolo a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Livorno con una serie di ritratti poetici di grandi artisti; e Il segreto degli invisibili (Premio Casentino 2019). Per quattro edizioni è stato presidente del premio “Il fiore” e ha ricevuto il “Premio Franz Kafka Italia” all’immaginazione (Udine, 2020). Fra gli ultimi lavori Campioni livornesi, docu-film prodotto dall’Associazione Nazionale Atleti Olimpici con Rai Teche, Istituto Luce e Mediateca Toscana, che ha ricevuto premi internazionali; la sceneggiatura Tutto è nulla, sulla misteriosa vicenda della  morte di Michelangelo; e il volume di racconti Se vuoi te lo racconto (Erasmo, Livorno).

(A cura di Silvia Rosa)