Chiamata persa, e altre poesie di Lorenzo Piro

simona-gaietto

LORENZO PIRO

Chiamata persa

Nessuno si aspettava in questa sala
un gesto tenero, il caffè
sospeso o la carezza
dei reattori dopo l’ora
in cui tremano i palazzi. Ma un incanto cibernetico
dirada le falcate dei passanti, una sorta
di traffico diverso che ci tenta
a chissà quali nuvole quaggiù nei cieli nostri,
dove leggi strie sottili, la firma delle ciglia
artificiali, come un fondo scuro
di tazzina.
Arieccoci: dorsali troppo alte
di un abisso falso, noi che consumiamo
e indoviniamo mete perse… batterie, placidità
deserte che non risponderanno.

*

Libertini

… e in via Mazzini passeranno
schioccando gli indici i bambini
travestiti. Contiamo solo noi,
noi soli o qualcun altro ausculta i colpi,
obiettivi dietro il virus informatico.

Carnevale, maschere su maschere;
chirurghi in marcia acquartierati
su questa tosse di coriandoli.

*

Commiato civile

Città indivisa, mentre
appiattisce la guerra
questo desktop. Si scarica giù a terra
- e già sospiri penitente
“che bella, quale perfida giornata” -
la raffica alternata
dei rifiuti. Scalata
senza fine è la nostra contraerea.

Poi saluti, felice di trovarmi
nel limbo. Che altre armi
sotto il cappotto abbraccerò, stereotipi
più saldi, l’erotismo in dagherrotipi.

Lorenzo Piro è nato a Carrara nel 1998. Di padre napoletano e madre spezzina, trascorre la sua infanzia nel paesino di Castelnuovo Magra, dove vive tutt’ora, e dove rischia tuttavia  di essere tagliato fuori dal mondo, tra idillio e rabbia. Ha frequentato il liceo scientifico a La Spezia, diplomandosi all’età di diciannove anni; ma proprio in quegli anni comincia a coltivare la passione per l’arte, soprattutto per la poesia, la musica e il cinema, che lo spingono a proseguire con gli studi triennali a Pisa, dove si laurea in Lettere nel 2020 con una tesi sull’Io lirico e la guerra nella poesia di Ungaretti e Sereni. È attualmente in procinto di specializzarsi negli studi di genere e di letteratura italiana e ha all’attivo pubblicazioni letterarie sulla rivista Ellin Selae e in miscellanee antologiche.

(Foto di Simona Gaietto)