Quando un’orchestra è virtuosa

17-7-20210710-giovani-onofriGABRIELLA MONGARDI

Il concerto conclusivo del XXVIII corso di Formazione Orchestrale Barocca e Classica, tenutosi sabato 10 luglio a Mondovì Piazza, è stato dedicato alla memoria dell’Ing. Carlo Giuseppe Battaglia, fondatore e presidente per lunghissimi anni dell’Academia Montis Regalis. Dopo l’introduzione del maestro Fornero, è stato il maestro Laurentis a ricordare, con profonda riconoscenza, la ricchezza di sfaccettature della personalità dell’Ingegnere, dal mecenatismo alla Fede, sostenuta dalla filosofia di Theilhard de Chardin; ispirato al filosofo francese è anche l’impegnativo poemetto dello stesso Laurentis, Involuzione ontologica, che il maestro ha voluto allegare al programma di sala.

Ed è stato proprio il concerto dei Giovani dell’Academia, trascinati dal perentorio archetto del maestro Enrico Onofri, direttore principale dell’Academia, il miglior omaggio possibile all’Ing. Battaglia: un concerto da brivido, su musiche di Vivaldi e Geminiani, significativamente intitolato “Il virtuosismo orchestrale nel tardo barocco italiano”. I concerti di Vivaldi eseguiti, due per quattro violini e uno per archi, infatti, richiedevano che l’orchestra fosse un unico strumento dalle molte voci, cioè che l’affiatamento, la sintonia, la fusione dei musicisti fosse perfetta, senza la minima sbavatura, e così è stato: ciascuno dei quattordici musicisti era di fatto un solista, il cui virtuosismo si intrecciava con quello degli altri, lo potenziava e ne era accresciuto. La musica di Vivaldi si è così dispiegata in tutta la sua variegata tavolozza di affetti, dalla sfrenatezza alla delicatezza, dalla disperazione alla preghiera allo stordimento: ci ha spalancato le porte di un altro mondo, invitandoci a dimenticarci di noi stessi, per poi richiamarci a meditare sulla nostra  finitudine.

Anche nei due concerti grossi di Geminiani l’orchestra ha dimostrato il suo straordinario virtuosismo scatenandosi in ritmi sempre più veloci e vorticosi e sprizzando energia da tutti i pori, per  concludere poi con una sfavillante gavotta di Corelli, il maestro di Geminiani, concessa come bis.