Noi e le opere

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EVA MAIO

A Palazzo Reale di Milano in occasione dei 100 anni dalla nascita di Emilio Vedova
dal 6 dicembre 2019 al 9 febbraio 2020 è possibile girovagare tra le sue opere più significative, quelle che meglio rappresentano il suo percorso umano politico ed artistico.

Sempre a Palazzo Reale dal 5 dicembre 2019 al 9 febbraio 2020 Storie di strada: 300 fotografie, molte delle quali inedite, di Letizia Battaglia.
La scelta del bianco e nero e la mancanza del teleobiettivo non sono casuali: disegnano la sua arte, una poetica realista cruda e in pari tempo appassionata.

Passione civile e talento originalissimo accomunano i due artisti.
Lei ancora viva. Viva più che mai e piena di progetti.
Emilio Vedova muore a Venezia nel 2006

I tondi e le foto.

Per ora solo i tondi di Emilio Vedova.
I tondi guardati come se le foto di Letiza Battaglia vi fossero trasmigrate accanto.

I tondi di Emilio
Le foto di Letizia
I tondi di Vedova
Le foto di Battaglia.

Emilio Vedova e Letizia Battaglia
hanno ossimori
nel loro nome e cognome
E lo sono.

Lo sono stati
cortesemente inquieti
felicemente combattenti.
Lo sono per noi ora.

Lo spazio del mondo scompaginato
lo scorrimento le sporgenze della storia
della nostra storia
dei giorni di adesso
dei giorni appena ieri
catturati e liberi
per nulla imprigionati
e neppure esposti in vetrina
detti
semplicemente detti
lo scompaginarsi del mondo
lo scorrimento
le sporgenze
della storia che siamo.

Ad incontrare quel detto
ci andiamo
che il bello intenso attrae
e il vero trafitto pure.

Con una certa forma
di devozione
col vascello dei nostri imbarazzi
e lo smart spento in borsa.

Con l’aria di festa
lasciata fuori
e l’ultimo Cammariere
in testa.

Sono tondi
sono cosmi
hanno ventri esplosivi
pur se neri bianchi grigi vari grigi
e qualche colata di rosso o giallo o verde o viola.
Sono cosmi che vanno
rotolano non si sa dove
come l’umana avventura
in questa galassia
in apparenza quieti
sovvertono l’ordine maestoso
dei potenti
turbano la linearità signora
dei saloni.

Dirompenti
in quella forma chiusa
son matrimoni di materia e luce.
Non vi compare ombra
di figura umana o volto

eppure segno elegante
i pochi colori quella pastosità
densa e lucente a tratti
raccolgono
i cicli dell’umano patire e sperare
e andar incontro ai futuri
e fare disfare
che infine compaia qualcosa
somigliante la giustizia.

Quanto nero quanti grigi
e mai ci viene
d’essere cupi
girovagando intorno.

Dentro o ai bordi
sentiamo veri
sgocciolii di vita
di passi di mutamenti.

E ci preme
ci prende un senso
di civile incanto
d’inquieto umano cercare.

Il peso del nero
è lì a scalzare
quelle stupide chiarezze
di superficie
con cui trastulliamo il pensare
e pasturiamo il parlare
solo questo compito
di sgombero
ha il nero
e le grandi pennellate
orientano gli occhi
a cercare il bello
che c’è
emulsionato nei giorni qualunque.

Quei tondi
appoggiati inclinati
ritti sospesi
sollevati intersecati.

Sono sentinelle
a vegliare
il respiro fluente
il collettivo respiro di noi.

Quei tondi
pesanti liberi
nessuno che giace
tutti fermi in libero andare.

L’andare il venire
lo stare l’andare di nuovo
lo stare e il mutare
l’andare e il mutare
in quelle piegature di futuro
che l’animo ha dentro
e noi non lo sappiamo
in quei corpuscoli di futuro
nel grembo umano
che noi soltanto a volte vediamo
e i tondi sono lì
a racchiudere ad aprire
questo srotolarsi
di tragitti.

Sono lì
per le nostre perdute guerre
per le paci non ancora partorite
per gli esperimenti di bellezza
sono lì
quasi pregati quasi preghiere
quasi rivolte
che gli intramontabili desideri
di buono
le congiunzioni gli amplessi
la libertà non più ferita
la dignità di tutti
il pane l’acqua il vino il lavoro
siano.

Orlati di vento
quei tondi destinati
all’intenso che siamo
senza saperlo.

Orlati di vento
quegli spicchi di libro
trittici attesi etici
sorpresi.

Defilati dall’immenso
scrivono
quella luce bastante
al bello in cammino.

https://www.palazzorealemilano.it/mostre/emilio-vedova

battaglia-eva-maio

Lo stesso giorno della visita “ai tondi” di Emilio Vedova ho visto le foto di Letizia Battaglia.
Anche nelle foto di Letizia Battaglia la nostra storia, quella dei giorni appena ieri. Catturati ma non imprigionati. Non esposti in vetrina, ma detti. Semplicemente detti. Improvvisati ed improvvisi – come è la vita sovente – eppure scatti fatti con passione e cura.

Sei andata
a fronteggiare il freddo
o la calura estrema
di giorno di notte
a ogni ora
a indagare come il meno di niente
s’incunei e straripi
in occhi di madri e bambini
a calarti in aberranti stanze
sei andata
e di strade e vite sgualcite
strizzate da dolori
e atrocità impunite
con la reflex soltanto
hai parlato in silenzio.

Sei andata
con una rassegna
di sveglie notturne
e sigarette fumate
per esserci

essere lì
e lì si muore per strada
si muore uccisi
si muore e si vive d’inedia
paura disperato coraggio
in vicoli dove scorre
piscio tra ciottoli grigi
in angoli stanchi di case
in celle assiepate
in calcine di muri assolati.

Sei andata
diretta e solenne
che le madri e le figlie
hanno stampate storie
violente nei corpi
sciupati orgogliosi
nascosti esitanti
e occhi profondi dolenti
sei andata
normale e ispirata
che i bambini giocano
anche lì giocano giocano
perché sono vivi vivi
con tanta storia
indicibile addosso.

Le tue sono foto
della vita offesa
del morire offeso.
In bianco e nero
ci raggiungono
e rivoltano il cuore
lo sbattono bene

ché gli occhi di noi
non si abituino mai
al male banale
a nasconderlo il male
e non si facciano duri
al vederlo
ma ogni cellula di noi
si faccia nido al patire.

https://www.palazzorealemilano.it/mostre/storie-di-strada