Minimum Stuparich di Massimo Morganti Capirossi

copertina-minimum StuparichIn questa silloge, parte di una trilogia, a scrivere è un autore immaginario, Auro Stuparich, vissuto fra il 1880 e il 1970 che si esprime da vari luoghi e città con cifre linguistiche e metafisiche variate, per ricercare quei vuoti di spiegazione fra le ombre e luci che costituiscono, come i rovesciamenti di prospettiva, la cifra imperfetta e labirintica della ricerca di Massimo Morganti Capirossi.

Dalla postfazione di Adriana Gloria Marigo

Minimum Stuparich di Massimo Capirossi si presenta con le credenziali della complessità linguistica sintattico semantica di un comporre versi che, fin dalla prima lettura – oltre l’immediatezza dell’essere raggiunti, attraversati, da uno sfolgorio di paesaggi emozioni e sentimenti – si avverte radicato in una struttura di pensiero immaginale e osservazione interiore che necessariamente organizzano il mondo in un flusso continuo di memoria che si sfaccetta in un pentagramma di rifrazioni sensoriali incidenti il quotidiano presente. [...]

Da Minimun Stuparich (Edizioni Terra D’Ulivi, 2018)

6. Auro Stuparich: Mio padre giusto È il tramonto sul mare e la tua voce ho in me che non ne parlavi, le lunghe mani intrecciavi – il filo – amavi sentire la risacca di notte. Davanti al mare sento che non tramonti se a chiusi occhi inspiro salmastro della barca che – chissà – ti ha visto ciarliero pescare (sottile il fumo della sigaretta del nord) solo qualche anno fa. Tramonta in me con te tutto quello che non ho mai saputo e con me non comincerà più la camminata, che il tuo amato silenzio ha reso per sempre, ricca mia la vita. Ora si apre la notte, Tramonta tutto il mio pensiero. La brezza abbraccia con suo alito e tenta la tua acuminata scelta di aprire ai fiori e al creato ogni semplice e leggera volontà della vita, fra le cose, per sempre tutte le creature. Manarola, 1928 * 10. Auro Stuparich: Ottobre Era caldo il giorno che eri nato, transiti passeggeri, soli su Cisa. Maga malevola è stata, rotta, la scala verso i sogni che si spostano, diventano reali, ho preso il giorno 11 ottobre millenovecento ventotto, che è parte di tutto- più grigia la mattina si alza quando nulla cambia. Laggiù, vedo l’acqua che cade bianca, non segni e non sento il brontolio che è il suono della vita. Dondola l’emozione di me che arrivo alla tua porta, entri, la Brigata Rossa fugge e resta un po’ -quando la cartoleria e i rossi soldatini erano nell’ombra dei poveri desideri, sfavilla la gioventù- In fondo ora e alla fine non sento che canti uccelli reali nella nostra mente. Non odo più e mi vedo in prato curvato, coltivo nel nervo io solo solo tedi pace Mio Giudice, mio fratello. Pontremoli,1969 * 53. Auro Stuparich: Tuo fratello muto Senti anima, se ho la mente diventata terra di vento, spuma senza rose, di ribes e gabbiani desolata, tu puoi avanzare forte con passo di lino. Prego ogni giardino possa la guardia alzata della tua leggera vita in guerrasia per me colore che dilaga, -nebulizzato ossigeno -veronella maniera dei voli, fiori. Vorrei dirti ma si muta, il segno che scrive non gratta, scivola se taci e vai nel tuo silenzio della sera. Carinzia, 1936 * 70. Auro Stuparich: La casa salpata Nel giorno sparge la telemetrica rosa quei segni -gazze e suoni di casee un attimo vagisce. Di là, questi ippocastani come i figli sovrastano ancora, riparano i nostri gridi eroici -in freddo o calura- In tutto il tempo ora vorrei sedermi sulle foglie, tua rosa mentre le gazze leggere passano accanto, sotto magnolia e pini in città quegli aghi acri in cui sempre sorridi ovunque Aria muove. [I tuoi amati segni, cinquanta nel giardino, casa salpata]. Cortopassi, XXVII marzo 1952 * 100. Auro Stuparich: Periferia sessantanove Nel sole e in gelo quanto ho amato le foglie, le grida di questa periferia che ha l’ora qui sul gradino del silenzio delle foglie, appese si staccano, gialle in pulita aria verde. Tutti gli angoli non più sterrati, i dolori di vetro e erbacce fra cementi di frutta sparsa, rosse polveri erano le nostre fragorose guerre di palpiti caduti fatte. Sarà perché si apre col sole del dolce inverno il frullare impercettibile di usignoli inudibili fra frigide rose, ma è che qui le fontane ripullulano sotto sgarbi e spingono, cataste fatali e brutali la loro forte onda sotto i leggeri ponti. Sotto questi asfalti armate di bambini giocano nell’acqua della corrente fra il silenzio dell’ ocra (arancio, occhio chiuso). La tua voce, arsa della mia periferia esplode ancora. Turin,1961 Massimo Morganti Capirossi nasce a Torino il 25 dicembre 1960 da padre magistrato di famiglia tosco apuana di docenti e artigiani e da madre insegnante astigiana. Dopo la laurea in Giurisprudenza sostiene l’esame in magistratura, e dal 1985 si iscrive nell’Albo dei Procuratori Legali di Torino: è Avvocato, Cassazionista, Avvocato Europeo (UAE) e socio di varie associazioni specialistiche italiane e internazionali (diritto comunitario e fiscale, diritto autore e contratti, famiglia e società). Studioso europeo nei progetti di ricerca sui diritti dell’uomo e della difesa internazionale dei diritti,  già direttivo in enti di ricerca, assistente e  docente  nell’Università di  Torino, SAA e altri Enti e Università, in  Master  e Scuole  internazionali è stato attivo  (dal 1986 e già prima delle istituzioni delle Corti internazionali) in No Peace Without Justice,  nei r.p. di Commissione Europea sui Green Books in molte città europee. Autore di oltre 200 lavori scientifici e altrettante relazioni a congressi, è attivo nel Rotary international dal 2011, coopresiede l’Onlus nazionale Diritti e Libertà  sui diritti dei bambini, donne, detenuti. Ha fondato nel 2015  i cenacoli (ad oggi 35)  della Soul’s House  (www.soulshouse.it) e il relativo Convivio-festival  Monferrato Scrive (movimento per la letteratura di conoscenza).  Insieme ad alcune associazioni culturali ha rifondato, nel Convivio Nazionale Apuano 2019/20,  il Premio nazionale ‘64 Prof. Carlo Capirossi  tosco-ligure per la letteratura infantile e vede la ricerca letteraria – breve o in prosa- o figurativa o di altre forme estetiche, come forma di conoscenza più che di comunicazione. Tra le sue opere poetiche: Auro Stuparich (Raineri & Vivaldelli Editori, Torino 2017), Minimum Stuparich  (Terra d’Ulivi Editore, Lecce 2018) e Al Largo di Stuparich  (Arcipelago Itaca, Osimo 2019).