Celebrando i settant’anni di voto alle donne…

March of the Suffragettes

March of the Suffragettes (da Wikimedia commons)

STEFANO CASARINO.

Per celebrare degnamente i 70 anni di voto alle donne, lunedì 12 dicembre il Teatro Toselli di Cuneo ha ospitato il bellissimo spettacolo organizzato da “canzonEteatro”,  il gruppo di musici-attori-intrattenitori nato a Mondovì alla fine degli anni ’90, che ha proposto un pot-pourri (di testi, canzoni, brani musicali, spezzoni di film) straordinariamente ricco ed organizzato secondo una doppia struttura: da una parte offrire al pubblico –  attraverso lettura recitata di brani e proiezioni di immagini – una galleria di personaggi femminili che hanno lottato per l’emancipazione; dall’altra trasvolare di motivo musicale in motivo musicale, amalgamando generi diversi e persino lingue diverse (francese, italiano, portoghese, napoletano).

Tra le grandi donne del passato sono sfilate davanti a noi, non in ordine cronologico, quelle reali e quelle immaginarie: dalle suffragettes del film Mary Poppins (1964) all’aviatrice sovietica Lidija Litvjak (soprannominata “il cigno bianco di Stalingrado”); da Eleonora Pimentel, martire della Repubblica napoletana del 1799 a Cristina di Belgioioso, patriota del Risorgimento; dalla partigiana britannica Nancy Wake (soprannominata “il topo bianco” dalla Gestapo che mise sulla sua testa una taglia di 5 milioni di franchi) alla “nostra”  Lidia Beccaria Rolfi, autrice di “Le donne di Ravensbrück” (1978, prima opera italiana sulla deportazione femminile nei Lager) per concludere – diacronicamente a ritroso, con piacevole effetto-sorpresa – con l’aristofanesca Lisistrata che nel pieno della Guerra del Peloponneso (431-404 a.C.) promuove un’assemblea in cui convoca tutte le donne della Grecia per far cessare le ostilità e far ritornare a casa i loro uomini.

E i generi musicali hanno spaziato dalla chanson française (Les feuilles mortes) alla Tazzulella e café allo Scettico Blues ai ritmi angolani-portoghesi alla canzone italiana vincitrice del Festival di Sanremo del 1951, Grazie dei fior: tutti proposti con vivace originalità.

Una doppia, godibilissima scorribanda tra testi e musiche, offerta da interpreti deliziosi.
A cominciare da Nicola Duberti e da Germano Giordanengo, che si sono affiancati e alternati nella recitazione dei brani; a proporre poi un garbato Pulcinella è stato l’ottimo Maurizio Solombrino. Tutti e tre perfettamente “in parte”: chiara la dizione, coinvolgente la recitazione.

Sontuoso l’accompagnamento orchestrale: bravissimi sia il polistrumentista Corrado Leone che Lorenzo Coniglio alla batteria, Attilio Ferrua al basso e Mario Manfredi alla chitarra. Ferrua, poi, è anche cantante, mettendo in mostra, come sempre, una bella voce,  calda e ricca di accenti e sfumature.

Last but absolutely not least, la straordinaria Ada Prucca: attrice, cantante, trasformista persino (chi scrive non la conosceva ancora da questa prospettiva: ho perso il conto dei frequentissimi cambi d’abito che le hanno consentito di impersonare le diverse figure femminili).
Una delizia vederla ed ascoltarla, sempre al servizio della musica e delle parole.

La riuscita dello spettacolo – che ha onorato la ricorrenza e lo stesso nobile “contenitore” del Teatro Toselli – è stata determinata dall’affiatamento di questo ensemble, dalla raffinata interpretazione di tutti:  “canzonEteatro” è un autentico vanto, non solo del Monregalese, ma di tutta la provincia di Cuneo.