Rose incombuste

G Hons (2)

Poesie di Gaspard Hons

Rose incombuste (estratti)
(Edizioni Estuaires, 2013, Lussemburgo)

Solo il rimanere
in una rosa improbabile
permette alla lirica aspra e solitaria
di sfiorare il possibile e l’impossibile,
l’oscurità e la luce

essere pensata come
una articolazione sonora
una astrazione lirica
è sufficiente a far nascere la poesia

°

che fiorisca all’interno
la rosa perduta
che fiorisca
dentro quella che verrà

la fioritura della non-nata
non la salverà dalla raccolta

questo è il destino dei pensieri
privi di vie d’uscita
verso la luce interiore

°

dentro le rose fossilizzate
persiste una luce
troppo vicina per essere vista
troppo lontana per essere captata

essa rischiara senza abbagliare
l’interno delle cose

°
ultima realtà
peggio di qualunque rosa
sistemata nel silenzio
silenzioso
dove il vuoto ci invade
per non dire altro
che la vita vivente

ruota senza mozzo
campana senza battacchio
ombra senza forma
sguardo che precede l’occhio

°

soltanto i Mattinieri
cercheranno tra le rose

le rose che mancano

nelle ceneri della notte
dove occhieggia una lampada votiva*

*(André Breton)

Gaspar HonsJPG

Quando ha cominciato a scrivere?
Nell’adolescenza come tutti i monelli strimpellavo parole, poesie: la natura, gli alberi, i sentimenti. Diciotto anni. Un lungo periodo di maturazione, l’ottica professionale,le materie legislative, il diritto sociale… Tutto ciò che occorreva per fare di me un perfetto funzionario! Tra i 35 – 40 anni: la poesia.

Come definirebbe la poesia?
Definire l’indefinibile, la poesia… la poesia è il luogo in cui entrano in gioco tutte le modernità, dove si scava la letteratura, la filosofia, l’uomo dalle grandi profondità, dove le lingue si inventano. In qualche modo essa sfugge ad ogni classificazione, trasgredisce ogni regola, è rivelatrice d’inconscio.

(traduzione a cura di Gemma Francone e Franco Blandino)