Si fa presto a dire sonata

Mozart 1-4-16GABRIELLA MONGARDI.

Si fa presto a dire sonata. In realtà il termine in origine si oppone a “cantata”, composizione per voci, indicando qualunque brano musicale per soli strumenti. Nel corso della sua evoluzione storica passa ad indicare non tanto un genere quanto una forma, un modulo di organizzazione che poteva venire applicato alla maggior parte dei generi musicali, al posto della fuga.

La vasta produzione sonatistica di Mozart rappresenta un anello fondamentale di questa evoluzione: la forma-sonata dell’Ottocento ricalcherà infatti la forma tripartita della sonata mozartiana “matura”, basata sul complesso intreccio di due temi contrastanti, mentre le sonate giovanili del genio salisburghese obbedivano ancora alla tecnica barocca del durchkomponieren, dell’aria con variazioni nelle varie tonalità. (musicare tutto di seguito senza ripetizioni)

Il concerto “Il violino di Wolfgang Amadeus Mozart”, tenutosi a Mondovì Piazza il 1 aprile 2016, nell’ambito della Stagione musicale “Mondovì Musica”, si collocava appunto su questo spartiacque, proponendo tre sonate mozartiane del periodo di Mannheim (1778) e una del periodo viennese (1781) nell’esecuzione dei maestri Roberto Ranfaldi al violino e Maurizio Fornero al pianoforte.

La serata si è aperta con un vero e proprio testa a testa, ad armi pari, tra violino e pianoforte (sonata K296 in do maggiore), ed è stata poi rallegrata dall’esuberanza giovanile e dall’ironia della sonata K301 in sol maggiore. Più articolata la sonata in mi bemolle maggiore K302, che contrappone a un tema cantabile un tema tempestoso e ha un finale aperto; mentre la sonata K379 in sol maggiore si apre con un dialogo struggente tra pianoforte e violino, che poi evolve in un intersecarsi di linee melodiche antitetiche, apparentemente inconciliabili, espressione di una sensibilità nuova, quasi preromantica.

Il concerto rientra nel ciclo triennale “Bach + Mozart”, che prevede l’ esecuzione integrale delle sonate di Mozart e Bach  per violino e tastiera nell’ambito della Stagione  “Regie Sinfonie” dei Musici di Santa Pelagia, a Torino. Non per niente la serata monregalese si è conclusa con il largo di una sonata di Bach per violino e pianoforte – una sorta di preghiera, come il maestro Fornero ha detto presentando il bis.

Dei “Musici di Santa Pelagia” Maurizio Fornero è direttore, mentre Roberto Ranfaldi fa parte dell’Orchestra Sinfonica di Torino della Rai dal 1989, e dal 1995 ne è violino di spalla. Il duo ha al proprio attivo numerosi concerti in formazione cameristica e in orchestra.