Un necessario richiamo alla gioia nella poesia di Gianluigi Gherzi

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GIANLUIGI GHERZI

Forse la vita se n’è andata,
è stata rapita
portata sottoterra,
costretta al buio.
In lutto.
Tocca a noi adesso
scendere agli Inferi.
Con passo lieve,
farle sentire la nostra presenza.
Indicare un chiarore
una via d’uscita.
Poi avviarci.
Non dovremo voltarci mai.
Né volerla riprendere
con la forza.
Allora lei ti seguirà
col passo timido
della bambina spaventata,
con la grazia di Euridice.
Quando scosteremo l’ultima pietra
che impedisce l’uscita,
ci troveremo nel buio.
Sopra la testa stelle sconosciute.
Allora insieme
cominceremo
a modellare il fango,
la neonata
tenerezza della carne.

*

Ti stupisci
di quanto semplice
può essere la felicità
quando un mattino
ti viene a trovare.

*

Prova a ricostruirti
ogni mattina
partendo dalla gioia.
Ne basta una,
non hai bisogno di un inventario.
Attaccati a due occhi
che a te raccontano la meraviglia
oppure a quell’albero
che è per te testimone,
ai minuti bruciati di quella notte
dove l’oscurità splendeva.
Ne basta una
lascia che quella gioia tinga
tutta la giornata
e restituisca vibrazione ai gesti
commozione agli incontri.
Lasciala agire quella gioia
nel rendere il mondo di nuovo
promessa
e i minuti un calice prezioso.
Chiama il tuo giorno
con il suo nome.
Scopri una nuova lingua
costruisci un alfabeto
pieno di tutti i nomi
della gioia.

*

Quando
la vita non si vergogna
non chiede scusa,
quando ogni passo
è sentito nei piedi,
ogni profumo nell’attimo,
che forse il paradiso è solo
una forma dello sguardo.

Gianluigi Gherzi, Alfabeti della gioia. Nota introduttiva di Franco Arminio. Anima Mundi Edizioni 2022.

«In tantissimi suoi versi si sente la necessità del suo dire, la sincerità del suo invito a cogliere quella che in due parole possiamo definire la meraviglia della presenza. Il richiamo alla gioia è quanto mai necessario in un tempo in cui professare il broncio alla propria epoca è esercizio molto diffuso.»
Franco Arminio (dalla prefazione)

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Dopo il successo del libro Ti aspetto nella mia casa a disordinare (AnimaMundi, 2019) Gianluigi Gherzi torna con una nuova raccolta di poesie. Alfabeti della gioia è un libro che parla e canta le dimensioni della gioia, del corpo, della felicità. Le canta senza ignorare, ma, anzi, in continuo dialogo con il grigio che sta attorno. Un canto che è un invito all’azione, alla creazione di destini, personali e collettivi. Il libro indaga le dimensioni della felicità possibile, dell’amore che pervade certi gesti, la meraviglia dell’attenzione alle cose, la gioia dell’imboccare sentieri sconosciuti, lo stupore della memoria come forza che riempie e riesplode nel presente, il ruolo della poesia, dei libri, nell’essere indicatori di rotte e cammini.

Gianluigi Gherzi è scrittore, attore, regista teatrale. Ha recitato e diretto spettacoli per alcuni dei più importanti gruppi italiani di teatro di ricerca. Come scrittore ha pubblicato i romanzi Tuani, Pacha della strada, Atlante della città fragile per l’editore Sensibili alle foglie. Come poeta ha pubblicato i libri A cosa serve la poesia – Canti per la vita quotidiana (Sensibili alle Foglie) e Ti aspetto nella mia casa a disordinare (AnimaMundi, 2019). Nel 2020, insieme a Cristiano Sormani Valli, ha scritto A che pagina è la nostra fortuna? (AnimaMundi, 2020).