La prima notte al mondo, inediti di Luigi Finucci

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LUIGI FINUCCI

#1

La prima notte al mondo
ho piazzato una tenda al Polo Nord.

La luce lunare splendeva ovunque
e il ghiaccio si scioglieva
solo in determinati punti.

Ero spoglio e sotto di me
le foche nuotavano aspettando
il mio essere cacciatore.

Il silenzio d’altronde
non si può ricordare.

#2

Questo è l’istante in cui
il mio coltello taglia il ghiaccio.

Il vento assente mentre
costruisco un’abitazione, e le
fondamenta si sciolgono.

Intorno a me c’è molto gente
ma non la vedo: sono in qualche
landa desolata. Così continua
la fatica di muovere i primi passi

tra le braccia di mia madre.

#3

Come si costruisce una casa?

Ho nel Dna le informazioni sufficienti
ma dovrò aspettare mille anni.

Sullo sfondo ci sono dei cani
che mi proteggono, l’erba spunta
fra i blocchi di ghiaccio
e l’odore è proprio quello
di una casa.

Fingo di essere al sicuro
ma scivolo.

In quel momento sento il primo rumore.

#3

Ho ricevuto in dono un coltello,
dicono che mio padre fosse un cacciatore.

Il Polo Nord può essere duro con gli uomini
ma non con Dio.
Dio lì si annoia.

Ho pianto due notti il giorno in cui ho ucciso
un animale, ma è l’unica cosa
per sopravvivere.

In quelle notti ho parlato con Dio
tra le lacrime,
e Lui cosa ha fatto?

MI ha mostrato diversi colori nel cielo.

#4

È nera la notte, se vuoi
nasconderti dai tuoi pensieri.

Il buio è pieno di fantasmi
e io non so ancora parlare.

Ho bleffato con me stesso,
e la mattina ho sentito un sollievo

come se qualcuno fosse venuto
a salvarmi.

#5

Ho sognato un adulto.

Tutti lo volevano cacciatore,
e sbadato si è portato
un libro di poesie:
è stato sbranato dai lupi.

Rimasto sepolto tra la neve
è divenuto scheletro
ma anche nel totale sconcerto

chi l’ha trovato per primo
ha sorriso nel raccogliere

un libro bagnato di poesie.

#6

A volte i bambini portano con sé
dei ricordi distorti.

I cani invece sono lucidi,
ricordano sempre il loro padrone.

Per questo i bambini
desiderano avere dei cani:

sono le statue che li salveranno
dai falsi idoli.

#7

D’estate, la notte al Polo Nord
non esiste.

I cacciatori partono con le loro slitte
e restano nei deserti bianchi per mesi.

Scelgono un lago ghiacciato
e bucano il loro guscio,
finché dei pesci vengono a galla.

La sera accendono un fuoco
e lì
decidono che non potevano
essere altro.

#8

Questa poesia non parla della notte.

Parla del battito del cuore
di un uomo solitario
che ha deciso di salvare
la sua comunità.

Lo fa abbandonando la sua famiglia
e si perde nella natura per cercare
del cibo.

Di solito,
il battito ha un ritmo regolare:
il cuore si stacca dall’uomo
perché troppo preso nel cacciare.

Il coltello affonda la preda,
e finito il lavoro

l’uomo ritorna in sé
e s’accorge d’avere un cuore.

#9

Fuori c’è la notte,
c’è spazio per le visioni.

Nel ghiaccio un uomo
pratica tre buchi simmetrici.

Suda molto ed è strano:
per quattro ore lavora
senza pensare.

Sa cosa fare, lo fa
tutti gli anni da quando ha memoria.

Fu l’ennesima volta
che non si accorse
dell’universo intero.

#10

A mezzogiorno il cielo si distende,
è il momento di pensare ai figli:
l’uomo si accende una pipa
nella totale indifferenza dei lupi.

Così la Natura dialoga con l’uomo,
con indifferenza.

I sensi si affinano,
si notano i particolari

il ghiaccio sottile
il sole dietro alle spalle
e la libertà.

Il fumare è stato inventato
per questi momenti.

Luigi Finucci ha pubblicato due libri di poesia: Le prime volte non c’era stanchezza (eretica edizioni) nel 2016 e Il canto dell’Attesa (Ladolfi Editore) nel 2018. Ha poi pubblicato anche tre libri per bambini, in rima, per la Giaconi Editore: L’aspirante Astronauta, Il paese degli Artigiani e Il mondo di sotto.
Collabora con alcune riviste e sue poesie sono tradotte in rumeno e spagnolo.

Foto di Rinuccia Marabotto