Infiltración. Mostra di Cristina Saimandi

DSCF3463PATRIZIA PECOLLO

Appena si entra nelle ‘Cantine Bonaparte’ a Mondovì Piazza si rimane colpiti da una grande scultura in cartapesta seduta su un tavolo che comunica una profonda sofferenza, è una donna, senza età, senza capelli, ingobbita, ma con grandi occhi dolci; dall’altro lato della sala altre sculture simili, più piccole.
Sono le Didi, battezzate così dall’autrice Cristina Saimandi poiché le prime erano modellate con il Didò: “Didi, è un nome di figure femminili. Naufraghe tra selvaticità e grazia, istinto e ragione, sono incontro – scontro; estrema fragilità di un raggiunto equilibrio; evoluzione a direzione circolare”.
Ci racconta il critico d’arte Claudio Cerrato: “Didi è il personaggio più rilevante della produzione dell’artista. E’ una donna, solitamente una scultura (Cristina Saimandi nasce come scultrice) plasmata con materiale povero, carta pesta, bitume o creta. In piedi o supina è pronta a chiudersi a riccio, subisce, ha occhi vuoti persi, ma tracce di antica bellezza sono ancora evidenti”.
Proseguendo nelle Cantine troviamo ritratti dolenti che rappresentano la pena capitale e “fanno venire in mente dolorosi ematomi… Ognuno di questi personaggi potrebbe essere uno di noi e tutti sono giustiziati dalla giustizia”.
Giusi Sereno, docente di storia dell’arte, prosegue: “Una mostra che ci invita a compiere un percorso nella psiche per cogliere le fragilità umane, per spingerci ai confini del tempo e dello spazio scoprendo l’instabilità del nostro apparente equilibrio. Uomo, amore, morte, follia, speranza sono i temi che si intrecciano indissolubilmente nell’opera di Cristina. La sua arte si configura come una modalità della riparazione, nella quale si coglie la necessità di riparare le offese e gli insulti della realtà spesso faticosa, ostile, a tratti incomprensibile”. 
Più avanti infatti troviamo un grande quadro coloratissimo, un prato fiorito dove spicca, come una corolla appunto, un sorridente viso di bimba, che comunica gioia di vivere e speranza.
Infine una raccolta di statuette di terracotta dal titolo ‘Adolescenti’, accompagnato da una splendida frase, sempre di Giusi Sereno: “Gli adolescenti, eserciti pacifici di anime pure, che si ergono testimoni muti e silenziosi di un mondo privato di valori ma consapevoli della loro forza nel rivendicare libertà e dignità violate, capaci di smuovere le coscienze assopite”.  Conclude Claudio Cerrato: “Il mondo sta male, è seriamente ammalato, Cristina Saimandi lo ‘visita’ attraverso le sue opere, lo ama ancora e vorrebbe aiutarlo”.
La mostra rimarrà aperta fino a domenica 1 settembre.