“Su Dante” di Daniele Trucco

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DIEGO PONZO
Nel panorama delle celebrazioni relative ai settecento anni dalla morte di Dante sono come ovvio innumerevoli le attività realizzate, i progetti trasversali e interdisciplinari aventi ad oggetto il caleidoscopico universo del sommo poeta. La grandezza di Dante trascende gli anniversari, che però aiutano a generare nuove possibilità, a far germogliare nuove idee e a creare occasioni. Una di queste occasioni è il disco di Daniele Trucco, compositore piemontese, docente di lettere e cultore di musica e letteratura, impegnato per lavoro e per passione nella scrittura, nell’esecuzione e nella didattica musicale. Su Dante è il titolo del suo ultimo lavoro. I brani che lo compongono sono un chiaro esempio di cosa significhi attualizzare e far rivivere – con un linguaggio del nostro tempo – concetti e temi “vecchi” di settecento anni, di quando cioè l’Alighieri li pensò. La musica scritta da Trucco è a tratti magnetica; nella traccia (cantata) dal titolo Amor che nella mente mi ragiona (su testo dello stesso Alighieri), colpisce la circolarità della melodia, che ben attualizza lo struggimento d’amore che fu del poeta. Nel lavoro di Trucco c’è (anche) la volontà, dichiarata dallo stesso autore, di “giocare” con il materiale compositivo. I giochi musicali Dante e Alighieri si prestano a travestimenti e a sempre nuove interpretazioni. La traccia che dà il titolo all’album è quella che maggiormente suscita l’idea connessa al viaggio di introspezione, mai concluso e da sempre avviato. Un viaggio fatto di cadute e pause, di ripensamenti e di sorprese. Dante fu (ed è!) un viandante, che ci ricorda come solo il non fermarsi e il non accontentarsi contribuisca a rendere il nostro peregrinare ricco di senso; e wanderer si sente chi ascolti il disco; un viaggio di scoperta e di riscoperta, grazie alle varie versioni e variazioni sui temi proposti dall’autore. Un pregio di questo lavoro? La versatilità e la capacità di raccontare un tempo lontano grazie a un linguaggio musicale moderno (e così ne ho detti due…) Si avverte poi, in nuce, una sorta di promessa – solo accennata all’ascoltatore – di avere punti di riferimento durante il peregrinare nell’ascoltare i brani. Anche se, a ben pensarci, non di certezze ha bisogno chi della musica si nutre. Di tempo e di pazienza, libertà e mistero, sogno e concretezza. “Nel mezzo del cammin di SUA vita”, Daniele Trucco ci regala un saggio di abilità compositiva e un ulteriore piccolo strumento per avvicinarsi a Dante, cantore di moti dell’anima solo nascosti dai nostri tempi vorticosi, frenetici e tendenzialmente superficiali. A settecento anni dalla sua morte, Dante parla e ci parla ancora, raccontandoci storie lontane, ma senza tempo. Il fluire della musica di Su Dante è un bel modo per entrare nell’universo dantesco. È una delle molteplici chiavi di lettura, che usa l’arte dei suoni se non per spiegare, per evocare. E di momenti che ci avvicinino al sublime, soprattutto di questi tempi, ne abbiamo un gran bisogno.
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L’ultimo lavoro di Daniele Trucco “Su Dante” è la colonna sonora originale del film CARTE SCOPERTE: Sguardi su Dante commissionato dal Comune di Verzuolo (CN) per valorizzare le pergamene trecentesche conservate nei suoi archivi riproducenti alcuni canti del Purgatorio (la presentazione ufficiale si è tenuta il 4 settembre 2021 a Verzuolo).
Filo conduttore del lavoro sono la canzone Amor che ne la mente mi ragiona, già musicata nel ‘300 da Casella ma la cui melodia è andata perduta, e la trasformazione del nome DANTE ALIGHIERI in musica (qui il procedimento compositivo: https://danieletrucco.blogspot.com/2021/06/su-dante.html).
Qui la pubblica lettura del Canto XXIV del Purgatorio effettuata a Verzuolo: https://www.youtube.com/watch?v=OBq4K_IWE8Y&t=907s
(a cura di Gabriella Mongardi)