KOLEKTIVNE NSEAE di Ivan Pozzoni

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TERAPIA COME EREDITÀ NON-ONTOLOGICA DEL KOLEKTIVNO NSEAE: LA NEON-AVANGUARDIA di Ivan Pozzoni

Il Kolektivne NSEAE (Nuova socio/etno/antropologia estetica) ha non-ontologica derivata dalle neo-avanguardie millennials, lontanissima dalla ontologia estetica moderna. La NeoN-Avanguardia, da me fondata, cede – come ogni altra avanguardia- all’«ἀντίφράσις», all’«ironia» (Jacques Derrida), al «citazionismo», allo «straniamento» (Viktor Borisovič Šklovskij), alla «carnevalizzazione» (Michail Bachtin), al «mistilinguismo», al «dédoublement» e «vertigine che sfocia nella follia» (Paul De Man), alla grammatica generativa (Noam Chomsky), alla «sovversione/eversione» (anarco-individualismo stirneriano e della Post-Left Anarchy), all’«invettiva» (triade Villon/Brassens/De André) e all’estremo «impegno sociale» movimentista a tutela dei deboli e dei diseredati, con opposizione allo star system dei dominanti e dell’arte. Preso atto della conclusione della krisis e della transizione dall’evo moderno al nuovo evo tardomoderno, ho riconosciuto l’urgenza del discorso sul cambiamento di «paradigma» storico ed estetico,
dovuto al venire meno del senso teoretico dell’ontologia estetica moderna, e ammessa l’anacronisticità della NeoN-Avanguardia, movimento di krisis, ho deciso di fondare uno nuovo movimento non ontologico, il Kolektivne NSEAE (Nuova socio/etno/antropologia estetica), aperto a tutti i mille movimentisti neon-avanguardisti e a nuove menti in grado di captare il cambiamento di «paradigma» sociale ed estetico. [...]

Da Kolektivne NSEAE (Edizioni Divinafollia 2024)

0. HYPERVERSI
Domandandoci, con candore, cosa ci sia accaduto di tanto strano
da farci rimanere, entrambi, a sacrificar fondi d’intonaco,
chiamandoci in ufficio, a mezzanotte d’un venerdì sera,
ci ritroviamo, all’erta, irti d’aculei erti
sulla bocca del cannone e dello stomaco.

Perversi, siamo, attenti a non cadere nella rete di astuti bracconieri,
intenti a non finire in rete senza desiderio d’esser cannonieri
di razza, marchiati da 2 m, miseria e malattia,
muovendoci, a destra, manca alternativa, come centenari,
come farfalle cieche incontro a riarsi lucernari.

Più che sadici, siamo masochisti,
rifiutando vite consumate all’aria rincorrendo tonici ciclisti,
senza ardimento alcuno d’urlarci, in interfaccia,
che il futuro ci riservi cartastraccia,
imballata in bende di Linux
come vecchi faraoni tumulati coi nervi,
snervi, d’acciaio inox.

Stemo atenti.
A pagar no te impressar
che pol darse l›acidente,
che non ti paghi niente.

 

SIAMO TIGRI DI CARTA

L’una di notte non suona mai così spontanea
dalle mie mani dense di ragadi non battono doloranti filastrocche,
da anni, oramai, sono vittima collaterale di una metrica troppo risoluta
schiava di no Tav, no Vax, no tax, no fly zone,
i miei acidi gastrici carburano con tonnellate di Pantoprazolo
con la digestione impedita da uno stomaco butterato dai buchi del vaiolo.

Responsabili e irresponsabili allo stesso momento
rogitiamo case come se dovessimo vivere in eterno,
non ci fidiamo a essere padri o madri e, con nonchalance,
adottiamo amori destinati a non sopravvivere un decennio
non vediamo l’ora, dopo una giornata, che il destino ci scodinzoli alla porta
e non ci rendiamo conto, allo specchio, di barattarci con tigri di carta.

Pure va tutto bene e non c’è niente che funziona,
attento alle calorie in eccesso, col contapassi da asino da soma,
bulimizzo ogni sentimento, enigmatico come la sfinge di Chefren,
nessuno saprà mai se sono pago o sto a tre metri dall’overdose d’En,
ubiquo nell’arena, sotto il drappo rosso, bovino dall’aspetto esangue,
non si capisce se sono qui o vorrei stare ovunque.

 

L’AQUILA

E io che ho visto estinguersi le aquile,
nei capannoni sincopati di periferia,
volavano alte sopra il campanile,
ed erano animali a fantasticheria.

Non ci sono le aquile sui colli della Brianza,
sono state trascinate in montagna senza un impeto di pietà,
dicono che ne sia stata fatta una mattanza,
sotto ordine di qualche malfamata Società.

Sulla Brianza volano stormi di piccioni,
non è un gran spettacolo – disi-, sono a migliaia,
devono avere rilevato una Società per azioni,
mi auguro che non sia alimentaria.

I nostri nonni mangiavano i piccioni
era una questione di tessera annonaria
la società dei ciccioni
ha divorato un’aquila azionaria.

 

CARONTE, IN RIVA AL LAGO

Seduto su una roccia, in riva alle acque turbolente
macchiate di ricordi del mio Lete lacustre,
mi tramortisco col rumore ombroso delle onde
che cantano dei miei vent’anni, d’amori e attese blande.

Cerco un Caronte astioso e ansante,
che meni la mia barca sui fiumi d’Occidente,
rodato dosatore d’ansiolitici, seduta stante,
scorbutico maleducato, rude bifronte.

Cerco un Caronte, un Caronte vero,
temerario consulente abituato a transumanze d’ogni genere,
con remi, barba stanca,
obolo di scorta che difenda all’arma bianca.

Seduto su una roccia, rinvio a domani
l’insulsa immaturità delle mie mani.

*

Ivan Pozzoni è nato a Monza nel 1976. Ha introdotto in Italia la materia della Law and Literature. Ha diffuso saggi su filosofi italiani e su etica e teoria del diritto del mondo antico; ha collaborato con con numerose riviste italiane e internazionali. Tra 2007 e 2018 sono uscite varie sue raccolte di versi: Underground e Riserva Indiana, con A&B Editrice, Versi Introversi, Mostri, Galata morente, Carmina non dant damen, Scarti di magazzino, Qui gli austriaci sono più severi dei Borboni, Cherchez la troika e La malattia invettiva con Limina Mentis, Lame da rasoi, con Joker, Il Guastatore, con Cleup, Patroclo non deve morire, con deComporre Edizioni. È stato fondatore e direttore della rivista letteraria Il Guastatore – Quaderni «neon»-avanguardisti; è stato fondatore e direttore della rivista letteraria L’Arrivista; è stato direttore esecutivo della rivista filosofica internazionale Información Filosófica; è, o è stato, direttore delle collane Esprit (Limina Mentis), Nidaba (Gilgamesh Edizioni) e Fuzzy (deComporre). Nel 2024, dopo sei anni di ritiro totale allo studio accademico, rientra nel mondo artistico italiano e fonda il collettivo NSEAE (Nuova socio/etno/antropologia estetica).

(A cura di Silvia Rosa)