Vit(amor)te. Poesie per arcani maggiori: recensione di Franca Alaimo

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Vit(amor)te. Poesie per arcani maggiori, Valeria Bianchi Mian (Miraggi Edizioni 2019)

Sebbene molti altri scrittori abbiano attinto alla ricchezza simbolico-narrativa  dei tarocchi, per la prima volta nella storia della letteratura l’autrice Valeria Bianchi Mian utilizza tutti gli Arcani maggiori per tracciare in versi una sorta di via crucis laica, le cui stazioni ripercorrono il senso di quella religiosa: dalla nascita alla morte e infine alla resurrezione della sacralità insita in ogni essere vivente; e lo fa, oltre che verbalmente, graficamente, ridisegnando le figure degli stessi Arcani, a volte simili ai modelli, a volte lontane, e comunque sempre di squisita fattura. Già nel titolo è riconoscibile il filo conduttore della silloge che separa contenendoli inizio e fine, non pensabili, però, come punti estremi e contrapposti, se il lievito fermentante del viaggio esistenziale è individuato nell’Amore, che, dantescamente (“l’amor che move il sole e l’altre stelle”), si fa inarrestabile δύναμις: Vit[amor]te, dall’una all’altra e viceversa. Attraverso le parole e i segni l’autrice, dunque, inscena senza soluzione di continuità, il proprio intimo teatro affettivo-mentale nel teatro del mondo, cercando risposte fra la luce ed il buio che li contraddistinguono. Il nord della sua bussola conoscitiva è quel socratico “so di non sapere” , che spinge sempre in avanti la ricerca del proprio sé, messo a confronto con le esperienze biografiche personali e quelle degli altri, con i fatti della Storia e quelli, conseguenti, dello Spirito, tenendo salda la convinzione della necessità di un’Etica superiore, spogliata delle sue forme ingannevoli di pregiudizio, repressione, potere, superstizione, ruoli preconfezionati, egoismo e quant’altro non serva a far crescere l’umanità in piena consapevolezza e libertà, ma sempre evitando l’ossessione di una perfezione ingabbiante: “So che l’irregolarità, l’errore, lo sbaglio/ sono gli ori/ i rei tesori della sapienza/ e so/ che quando la perfezione si rivelerà/ geneticamente dotata d’imprevidibile (…)”. Come dire che il sale della sapienza del vivere sta nel rischio, nel mettere tutto sempre in gioco, come quando si rimescolano le carte dei tarocchi per rileggere la sorte, o, meglio, il proprio cammino interiore che va considerato all’interno di una necessità più alta, l’individuo essendo “un granello/ nel grande ecosistema, nell’arcano”, quest’ultimo, aggiungo, non inteso come caos, in quanto “la mescolanza sapiente/ di casualità è incrocio/ non casuale, crea nessi/ a-causali, sincronicità”, (né meglio si potrebbe definire la legge dell’Armonia o il concetto cristiano di Provvidenza). La scrittura di Valeria Bianchi Mian fa anche i conti con l’attualità e in questo senso può essere letta come un atto di accusa nei confronti di un sistema, quello capitalistico, che ruota attorno a disvalori fuorvianti come quello della giovinezza e della bellezza a tutti i costi, la vacuità del gossip, il potere dei mass-media, la sterilità delle relazioni, la banalità, l’indifferenza, un certo cieco femminismo che non considera la necessaria fusione di maschile e femminile (non per nulla viene citato il romanzo Orlando della Woolf); senza però che  tutto questo si trasformi in disperazione, perché l’autrice vede sempre in ogni sconfitta, in ogni errore un possibile punto di ripartenza. Non per nulla negli ultimi testi, in cui immagini e parole fanno da specchio le une alle altre, prorompono la gaiezza dei colori primari, la vita che si desta alla luce dopo il buio dell’inverno, la consapevolezza di un proprio talento (o demone interiore, folle, creativo, dinamico, veritiero), che è quello di “concepire una figlia, la mia scrittura”. La silloge si chiude, poi, con questi due versi traboccanti di speranza: “Il nuovo mondo è pronto./ Ne vuoi bere un sorso?”.

Franca Alaimo

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Dalla descrizione di Miraggi Edizioni

Quarantaquattro poesie per ventidue originalissimi arcani maggiori: parole e immagini come gemelle in danza. Scrivere e illustrare poesie è per l’autrice un operare quotidiano, attività ormai consolidata di sperimentazione e strumento nel suo lavoro di psicoterapeuta. […] In questa silloge raccoglie le poesie giovanili e quelle scritte tra il 2014 e il 2019; le fa procedere insieme alle figure dei tarocchi. È una Totentanz che passa dalla nigredo, l’Opera al Nero, e punta alla rinascita, è un cerchio di versi che si fa spirale attraverso i disegni. Il filo conduttore di Vit[amor] te è l’idea della natura viva: è una bozza di verde, lo spunto generativo, il germoglio rigoglioso o la foglia secca, il respiro della terra sopra la quale camminiamo, natura che matura nella nostra psiche. La storia del diventar se stessi comincia dal Matto incompiuto, un germe, il seme ritrovato; lo sviluppo per concludere con il ricominciar da capo.


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Milano

La mia Milano è in fase
di latenza, è memoria
di luci natalizie al QT8.
Me ne sono andata via
con ritorno – pendolare
a casa dei nonni fantasmi
i Bianchi e i Mian.
Basta un nulla spolvero
sinapsi in un barattolo
e faccio gorgheggiare
i miei morti al cimitero.
Monumento memento
me la porto dentro – fa rima
Milano – o è solo suono
che rimbomba bimba
nell’erba alta di agosto
quando rincorro i gattini
(dove siete, piccolini?)
nel giardino sul retro
e poi corro sulla collina
di residui bellici – sono
già adolescente fissata
con la bellezza d’ossa
umane del dopoguerra
metro a metro è la terra
scavata nel secchiello
in estate, lì ai giardini
mentre invidio la forza
dei miei cugini – il Fabio
in altalena su quel ramo.
Con il Fabio mi capita
qualcosa di strano:
io sei anni, lui otto
(raramente ma capita)
ci teniamo per mano.
Alla distanza siderale
d’anni luce mi dimora
il sapore di una pesca
sbucciata – un ginocchio
col cerotto mi duole
tutto pulsa nella testa.

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A muso duro

I decenni allineati in Polaroid
accanto ai morti alle feste sbiadite
generazioni di colletti a punta.
Nei pantaloni a zampa tu sei bella
sul dorso del somaro al Partenone.
Mi stringi forte
sulla neve
fresca
che lui, più tardi, ci farà cadere
e tu sprofonderai in sciatterie
dallo sky-line
dei tuoi giorni
più neri.
Non sei mai stata una mamma da pappa
pronta a far fronte alle mie ribellioni.
Volevo volare
dalla finestra
per schiaffeggiarti questa differenza
e tu
a muso duro
per tre giorni
muta allo specchio
mi tenevi testa.
Via dal viso, i capelli
la molletta
arma letale versus sensualità
poi le modelle io me le sognavo
appese alla parete
e i Duran Duran.
Che è inversamente proporzionale
il tuo comprendermi
alla mia distanza
e che ho dovuto girare il millennio
controluce
(l’oggetto in trasparenza)
ricostruire il mio nome daccapo
chiamarmi “amore”
per volerti bene.

Valeria Bianchi Mian vive a Torino ed è psicologa psicoterapeuta e psicodrammatista. Organizza la Rassegna Nazionale di Psicodramma e Sociodramma “L’Io e l’Altro”. Ha curato l’antologia Poesie Aeree (Matisklo Ed. 2014). Ha scritto e illustrato Favolesvelte (Golem Ed. 2015). Ha partecipato a numerosi saggi di psicologia a più voci, tra i quali Utero in anima (Lithos Ed. 2016) e Amori 4.0 (Alpes Ed.). Il suo primo romanzo è Non è colpa mia (Golem Ed. 2017). Ha curato e illustrato l’antologia di racconti Una casa tutta per lei (Golem Ed.) e l’antologia fotopoetica Marternità marina (Terra d’ulivi edizioni 2020). Biografia completa: qui.

Franca Alaimo esordisce come poeta nel 1991 con Impossibile luna, a cui seguiranno altre sedici sillogi (molte delle quali premiate) le più recenti delle quali sono: Sempre di te amorosa (LietoColle Edizioni); Traslochi (LietoColle Edizioni); Elogi (Giuliano Ladolfi Editore), Sacro cuore (Giuliano Ladolfi Editore). Sul sito La Recherche ha pubblicato quattro e-book (tre sillogi poetiche e un epistolario). Ha collaborato con P. Terminelli nella redazione della rivista L’involucro, con T. Romano in quella di Spiritualità & Letteratura, e attualmente con Maggiani e Brenna, direttori della rivista on-line La recherche. Ha tradotto due brevi sillogi di Peter Russell. Ha pubblicato saggi sulla poesia di Domenico Cara, Tommaso Romano, Gianni Rescigno. Luciano Luisi, Franco Loi, l’Antrigruppo siciliano, Vira Fabra, e centinaia di recensioni sulla produzione dei poeti contemporanei. È presente in molte antologie (Newton Compton, LietoColle, Aragno, l’Arca Felice, etc.) e riviste (tra le quali, Poesia di Crocetti, Atelier, ItalianPoetry Review, Il Portolano, etc.) e storie della letteratura contemporanea, tra le quali InsulariRomanzo dell letteratura siciliana, curato da S. Lanuzza (Stampa Alternativa, 2009). Nel 2018 ha curato per l’editore Ladolfi, insieme a Antonio Melillo, l’antologia L’eros e il corpo. La sua prima antologia è uscita sul sito on-line Bomba Carta, gestito da Liliana Porro e Elio Andriuoli nel 2017. È autrice di tre romanzi: L’uovo dell’incoronazione (Edizioni Serarcangeli 2001); Vite Ordinarie (Giuliano Ladolfi Editore 2019) e La gondola dei folli (in corso di stampa, per Spazio Cultura). Alcuni suoi testi sono stati tradotti in varie lingue.