Francesco Menozzi. Fuoco Orientale, frammenti per un discorso ad Epimeteo

FRANCESCO MENOZZI

in un sordo lampo l’anima trapassa
il credo, il vedo, l’ascolto
si svela alla luce
si batte per chi ama
quando non ha più timore,
per chi ha sofferto
quando non ha più paura,
senza girare il volto
quando lei è solamente
per chi non ha più tempo

*

Una luce
che trasale il senso
ti è dentro,
porta il tuo andare
tra campi di oro,
su contratture
e occhi bagnati
o per inverni smisurati,
ovunque sia destinato
il tuo cuore, lei
rimane al suo centro

Sotto fasci di nervi
echeggiano vibrazioni
tremori, appaiono lampi
nella nebbia

il verbo si fa strada
tra la quiete e la guerra
il mirto e l’occhio della tigre
ne sono testimoni

il verbo è affamato
vuole sapere
toccare, sapere
e poi ancora possedere
risalendo fino all’anima
nel suo centro
per riposare come un cane (…)

il deserto ospita la furia
di questo desiderio
un uomo si affaccia nell’ombra
ecco altri superstiti in cerca di aiuto
saranno le orme di ciò che ha pianto
a cancellare i loro volti asciutti

accadranno
notti insonni,
appariranno
luminosi spettri
su cui fondare
la propria storia e
sarai costretto
a picchiare, incendiare
distruggere tutto ciò che
viene per occultarti
e portarti lontano dalla mia anima,
il tuo piccolo centro

ora tu parola,
comincia a correre
e non ti fermare mai
ovunque il tempo
ti faccia navigare,

alle volte affogherai
altre sarai ridente
impazzita tra le tempeste

raggiungi questa voce
ovunque il mattino
sia felice nell’ospitare te
come il canto del gallo
o le fauci della balena spalancate

tu, non ti fermerai mai
nemmeno tra la gola e le ortiche
o tra le braci, le angosce

*

La cometa scivola nella notte
stiva di mille desideri
àncora di follie, illusioni.

La sua luce brilla
incandescente,
viaggia per l’arco intero
di questa volta sorretta
dalle braccia di Atlante,
trova riparo
tra le braccia
ed il plesso divelto

il suo fuoco brucia
la sua anima è gelida,
i suoi pensieri polvere
tra l’assoluto
ed il tuo desiderio

memoria di segreti siderali,
incontri
con movimenti,
luci e bagliori si fanno
di Prometeo le voci

La cometa approda
sul tuo volto
spalancato
e come un incanto,
la sua parola,
diventa esistenza

nascerà
e saprà scaldarti
quando sulle mani
rimarrà sottile
un passato furente
ora risorto in anima

E se vi fosse ancora una possibilità per conoscere ciò che in noi si è incrinato? Se quell’impulso originale che ci rende unici e allo stesso tempo figli del tutto si fosse offuscato, appiattendo la nostra ricerca ad una mera corsa all’esistenza, tralasciando le vertigini ed i battiti che ci rendono vivi oltre le barriere di una sorda abitudine? I motivi di questo “buio” potrebbero essere tanti, forse troppi per poter essere elencati in questo luogo, anche se, in fondo, siamo chiamati a partire da un punto microscopico per azionare in noi un’indagine interiore, in grado di mettere in moto le forze adatte per la nostra crescita individuale. E se vi fossero simboli o figure archetipiche capaci di sollevare attraverso la parola forze incredibili in grado di manifestarsi in noi come vere e proprie panacee? Epimeteo, fratello di Prometeo (titanismo della volontà), rappresenta colui che “riflette troppo tardi”, perfettamente in antitesi con il fratello dotato di qualità preveggenti. All’interno del legame che stringe i due fratelli potremo individuare le dissonanze che emergono tra la “ragione” (noûs) prometeica nell’affrontare gli Dei ed operare a beneficio degli uomini e “l’angoscia” (anánkē) espressa da Epimeteo in quanto prodotto del mondo animico; in questa dinamica parentale si delinea un orizzonte espressivo in cui Prometeo protegge l’identità del fratello mentre Epimeteo si concede a ciò che si pone di fronte abbracciando la pulsione in ogni sua moltitudine per assuefare la propria natura. Questa raccolta intende scivolare nelle profondità del cuore umano tentando di costruire un dialogo atto a ricucire, ricostruire il mondo tra le sciagure e le ferite che Epimeteo dovette indossare a causa della propria matrice istintiva: decise di illuminare gli animali anziché gli uomini, diffondendo quella luce che in seguito venne poi designata agli esseri umani da Prometeo. Tuttora permane un’identità indefinita riguardo alla bellezza che Epimeteo desiderò dentro di sé elargire al mondo; l’istintualità del mito Epimeteico viene oggi vista come una sorta di scheggia fastidiosa nella vita degli uomini, ma l’ingenuità di Epimeteo si rivela bacino di rivelazioni, segreti e misteri acquisiti dall’uomo tramite il fratello Prometeo, conduttore della fiamma o anche “lume”. I popoli e le anime di questo mondo si manifestano in migrazioni, viaggi, rivelazioni, riti e opere di caccia; gli animali trascendono la propria immagine per lasciarsi dominare dalla visione che è parola ed affonda fino a dove il silenzio si fa trovare. Il senso come vertice del respiro nell’uomo, si fa consigliere di Epimeteo parlandogli come un amico confessa ad un altro le proprie scoperte, i propri timori; in questo modo si dà prova al simbolo che la sua potenza è tutt’ora viva e necessita di un emersione dialettica per poter essere acquisita nella sua contemporaneità.

Francesco Menozzi è nato il 1983 a Modena dove vive e lavora. Laureato al Dams di Bologna in discipline teatrali. Questo è il suo primo libro.

Francesco Menozzi, FUOCO ORIENTALE,  Frammenti per un discorso a Epimeteo, Controluna 2022