La poesia e il niente

09-10-niente

GABRIELLA MONGARDI

Non poteva scegliere parola più perentoria e “assoluta”, come titolo della sua raccolta d’esordio il giovane Giulio Paci: Niente, Ladolfi editore 2018; non poteva scegliere tema più arduo e “annientante” per le sue prime poesie – come un alpinista che parta dal sesto grado e oltre, per la sua prima scalata…

Come affronta questa sfida, la poesia di Paci? Muovendosi per così dire in punta di piedi, con grande leggerezza, quasi con timidezza: versi brevi, folgoranti, circondati dall’infinito silenzio della pagina vuota; versi tramati di parole appartenenti ai campi semantici dell’ombra, della notte, del vuoto, della non-esistenza… «Una luce spenta / In una stanza vuota»; «Senza uno sguardo / Soggiace la vita / Ad infinita sera»; «Così sentendomi parlare / Dicevi non resterà / Più niente di te o di me, / Ed io già lo sapevo».

Eppure – come scrive Giulio Greco nella prefazione – «si tratta di un “niente” che nulla ha da spartire con una concezione pessimistica della realtà», che non induce al nichilismo: è semmai il punto di partenza, non solo della poesia, ma della vita. Il “niente” è l’ “unica casa” certa, sì, ma sta a noi non essere paralizzati dal suo sguardo di medusa, sta a noi reagirvi attivamente – e la poesia è appunto, in primis, una forma di “re-azione” promossa dalla giovinezza stessa.

È come se la poesia si assumesse il compito di fare l’inventario di ciò che “niente” non è: la parola, l’amore, lo sguardo, il sogno – per quanto “sconfitto”, un profumo, l’indecifrabile lingua delle stelle… Viene in mente Emily Dickinson: To make a prairie it takes a clower and one bee,/ One clover, and a bee, / And revery. / The revery alone will do, / If bees are few. (1775) Per fare una raccolta di poesie bastano poche, nude parole, uno sguardo lucido e fermo sul mondo, che ne colga insieme bellezza e assurdo, e nonostante questo lo ami – gli stessi “attrezzi” che servono per dare senso alla vita…

La poesia di Paci, nonostante il “niente”, non arretra di fronte alla sfida del senso, e può vittoriosamente affermare: «Ti amo / Per come esistono / Le lucciole». Perché, alla fine, è nell’Amore per la Vita il senso della vita. E della poesia.