Quando verrà la rivoluzione…

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JIMMY ANDREX

Nota introduttiva del traduttore:

Jimmy Andrex è uno dei performer più strabilianti che abbia mai incontrato. Le sue esibizioni sono, oserei dire, l’equivalente del rap nella Gran Bretagna post-industriale, con temi di attualità, linguaggio sincopato, ritmo sostenuto dai suoi aggeggi elettronici e l’energia di un ragazzo, seppure Jimmy abbia più di cinquant’anni.
Le sue performance sono molto richieste ed è una specie di star nello Yorkshire, dove è nato e vive.
Quando mi è venuto in mente di tradurre un suo pezzo, non avevo idea di cosa mi aspettasse ed ho pensato di gettare la spugna più di una volta. Però avevo già tentato la traduzione di Like a Rolling Stone di Bob Dylan e pensavo di aver capito il genere di atteggiamento da adottare. Non si può tradurre l’intraducibile. I pezzi di Jimmy sono una sequenza di parole senza respiro dove la struttura della lingua, così lineare in inglese, si perde nella valanga di immagini. I riferimenti a quanto succede in Gran Bretagna sono dovunque; me li sono fatti spiegare dall’autore ma non ho potuto riportare le spiegazioni qui perché avrebbero rovinato l’immediatezza dei testi. Ho spesso usato situazioni italiane in qualche modo equivalenti a quelle dell’originale. Infine il ritmo dato da accenti e rime è assolutamente irripetibile in italiano dove le parole sono più lunghe e meno ‘secche’. Per fortuna c’è la registrazione che dà conto di tutte le particolarità sonore del brano in originale.
When the Revolution Comes è ispirato al brano omonimo del gruppo The Last Poets, uscito nel 1970, che seguiva un genere musicale costituito da poesie recitate su un ritmo di percussioni (si veda qui).
Quindi voi che leggerete, ascoltate prima un’anteprima dell’originale qui. Poi con lo stesso atteggiamento suscitato dal flusso di suoni immergetevi nella traduzione, sapendo che state leggendo qualcosa di diverso perché l’originale è irraggiungibile per chi non sa la lingua. Infine abbandonatevi alla protesta che il brano esprime e fatela vostra, immaginando la nostra politica, i problemi sociali, le ingiustizie economiche.

Silvia Pio

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When the Revolution Comes (omaggio a When the Revolution Comes di The Last Poets)

Non sarò dal vivo in esclusiva su Sky perché non credo più nel loro slogan “believe in better” (in quale futuro migliore dovrei credere?) a meno che non si elegga un leader vagamente di sinistra e spero non succeda come dopo Allende in Cile con celebrità incorporate che seguono i nostri bravi ragazzi che bombardano i cosiddetti terroristi sindacalisti e No-TAV se non ti piace te la faremo pagare dice l’adesivo o il titolo nel Sun perché non c’è che una scelta quando verrà la rivoluzione.

I camionisti cercheranno il tifo di tutti gli hipster di mezza età e dei guerrieri di Facebook che l’hanno tirata troppo lunga su come il punk era forte anche se sono troppo giovani uguale ai loro padri con la guerra e quello che hanno passato gli uomini che stanno ora diventando calvi disprezzano i CD dei loro figli che non sono abbastanza minacciosi uguale ai loro padri con i froci ma non così sulle spine come le loro reinvenzioni di adesso che raggrinziranno e moriranno quando verrà la rivoluzione.

Le gang di ragazzini feroci spaccheranno le vetrine in pace per servirsi di scarpe da fighi perché il capo della polizia dirà che non manda gli agenti se i bulli sono troppi e le scatole delle scarpe si svuotano e la catena Sports Direct continuerà a sottopagare i dipendenti sentendosi libera come il porno su internet e le case popolari col prato diventeranno un mito e chi le vuole ormai quando tutto è disponibile e la connessione sarà ancora più illimitata quando verrà la rivoluzione.

I poeti che poetano posteranno commenti sulla marcia delle logiche che vanno fuori moda come le feste di Natale e le mangiate di capitone che sono spinte fuori città da folle con le torce in mano che prendono decisioni di pancia basate sui clickbait degli amici di Facebook che non credono in niente ma sono disposti a credere in qualsiasi cosa alla quale hanno messo like e tutto quello che odiano è prodotto dall’elite, bye-bye esperienza quando verrà la rivoluzione.

Il proprietario del Daily Mail sarà messo al muro da liberali furiosi che finalmente sono esplosi hanno intrecciato le barbe come croci artigianali nonostante la loro agonia-agnostica e quando lo inchioderanno lui avrà un altro shock perché non è lui il martire nel centro ma il ladro comune che non vedeva il regno arrivare inchiodato ad un albero e per infierire guarderà alla sua destra e il Messia sarà un rifugiato palestinese quando verrà la rivoluzione.

Poesia & cazzate
e poesia & cazzate
e poesia & cazzate
e poesia & cazzate

(Nell’originale: “Poetry & bullshit”, copiato da When the Revolution Comes di The Last Poets)

Libera traduzione e interpretazione di Silvia Pio

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