L’Unione fa la forza

Unione Monregalese 12.3.14

MARGUTTE.

Avevamo a suo tempo segnalato come Margutte fosse apparso per la rivista cuneese Idea, in un’intervista di Raffaele Viglione alla nostra Silvia Pio, responsabile per la parte di Poesia. Questa settimana, invece, è stata L’Unione Monregalese, lo storico settimanale della diocesi monregalese, a dare ampio spazio a Margutte intervistando invece il responsabile della redazione artistica, Lorenzo Barberis. Nell’immagine qui sopra, l’intervista come apparsa sull’Unione. Cliccandoci sopra è possibile leggere il testo, che riportiamo comunque qui sotto:

TRA IL MONDO E MONDOVI’

Da quasi un anno è attiva una nuova testata online che ha il suo fulcro a Mondovì,
nonostante le ambizioni di apertura “mondiale”. Si chiama “Margutte” (www.margutte.com),
si autodefinisce “non rivista” e si occupa di “letteratura e altro”, sempre spaziando in ambito culturale: arte, teatro, cinema e così via. Mentre si avvicina il primo anniversario, a maggio, ne abbiamo parlato con uno
dei redattori, Lorenzo Barberis, che si occupa soprattutto della parte relativa alle pagine artistiche.

D.: Iniziamo da una curiosità. Da cosa deriva la definizione di “non rivista”?

Beh, da un lato c’è un aspetto formale, per cui non possiamo definirci una testata giornalistica ai sensi di legge, in quanto prevederebbe un certo tipo di adempimenti onerosi che, almeno per ora, non possiamo sostenere. Agli inizi dell’avventura, pensando come definirci, è emersa questa definizione “in negativo”, ispirata al non-compleanno dell’Alice in Wonderland. Ci è piaciuta, e quindi eccola lì. In qualche modo,
segna anche una continuità con riviste della controcultura monregalese, da cui provengono alcuni di noi, come “Una tazza di thé”, che  presenta una simile citazione da Lewis Carroll.

D.: E invece, come nasce il nome “Margutte”? Non è un riferimento così ovvio…

Volevamo un nome per cui fosse ancora libero un indirizzo .com. Non ci dispiaceva l’idea di un rimando al Rinascimento, che è in fondo il nostro più immediato vanto nel mondo; ma con un riferimento
originale, non troppo paludato, un po’ “controculturale” insomma: e quindi il mezzo-gigante Margutte del Pulci, girovago e cosmopolita a modo suo, faceva al caso nostro.

D.: La vostra “non rivista” ha comunque ormai quasi un anno di vita. Si può già imbastire un bilancio dell’iniziativa?

Devo dire che siamo abbastanza soddisfatti. “Margutte” è nata a maggio 2013 con l’intento di creare, dalle nostre zone, un luogo, sul web, dove parlare di cultura con l’ampia apertura concessa dalla rete. Uno spazio virtuale che qui da noi, in questa forma, per ora non c’era sulla rete, e che ci pare di essere riusciti a creare, per quanto ancora con ampie prospettive di crescita. Le cifre dei visitatori non sono ancora altissime ma comunque incoraggianti: e cercando “Margutte” su Google siamo il primo risultato che emerge. In concreto, abbiamo oltre 5000 visitatori italiani, 1000 americani, 600 francesi e così via, a scalare. La cosa che ci soddisfa è che provengono da oltre 100 paesi (111 per ora, per l’esattezza): un risultato che dipende
anche dalle versioni plurilingue della rivista che abbiamo creato col tempo, per quanto non complete: oltre all’italiano, presentiamo articoli in inglese, francese, spagnolo e tedesco. Stiamo cercando di creare quasi delle sotto-redazioni con i nostri collaboratori all’estero, e un nucleo inglese e uno francese sono già abbastanza attivi.

D.: Qual è il rapporto che avete, invece, col territorio e con la cultura locale?

Come già accennato, abbiamo cercato di adottare una prospettiva “glocal”, come andava di moda dire intorno al 2000: think globally, act locally. Coniugare una prospettiva globale col radicamento nella propria realtà. Quindi non ci chiudiamo a contributi da ogni parte del mondo, ma cerchiamo anche di valorizzare quanto avviene qui a Mondovì che può, a nostro avviso, meritare un apprezzamento anche oltre le strette mura cittadine. Alcuni di noi hanno preso parte attiva nel realizzare come “Margutte” alcuni eventi pubblici, come mostre d’arte, letture pubbliche di poesia ed altro, proprio per rinsaldare questo legame di Margutte con la sua realtà.

D.: La scelta di realizzare una rivista online deriva solo da ragioni economiche, o la vostra è una scelta più programmatica per il web?

Naturalmente, è molto più facile creare un sito web che non una pubblicazione cartacea, come costi e come organizzazione e adempimenti formali. Diversi di noi infatti vedrebbero con favore la possibilità di creare episodicamente qualche uscita su carta, magari con una selezione dei migliori contenuti online affiancati a nuovi testi originali. Personalmente però credo che, senza rifugiarsi esclusivamente nel virtuale,
già oggi, e sempre più nel futuro, i progetti culturali ed artistici dovranno necessariamente basarsi sulla rete, che ormai ha raggiunto una ”massa critica” troppo importante per poter essere ignorata.