Else Lasker-Schüler, sulla porta del cielo

Else Lasker-Schüler

ELSE LASKER-SCHÜLER.

Conciliazione
Cadrà una grande stella nel mio grembo…
Vogliamo vegliare la notte,

pregare nelle lingue
che come arpe sono intagliate.

Vogliamo conciliarci la notte,
tanto trabocca Dio.

I nostri cuori sono bambini
che dolci di stanchezza vorrebbero riposare.
E le nostre labbra vogliono baciarsi,
che cosa temi?

Non confina il mio cuore col tuo,
sempre il tuo sangue mi colora le guance in rosso.

Vogliamo conciliarci la notte,
se ci abbracciamo, non moriamo.

Cadrà una grande stella nel mio grembo.

Senna Hoy
Da quando sei sepolto sulla collina,
è dolce la terra.

Dovunque passi ora in punta di piedi,
io cammino su sentieri puri.

Le rose del tuo sangue
imbevono tenere la morte.

Io non ho più paura
di morire.

Fiorisco già sulla tua tomba
insieme ai fiori delle piante rampicanti.

M’hanno sempre chiamato le tue labbra
ora il mio nome più non mi ritrova.

Ogni pala di terra
che ti seppellì, anche me ricoperse.

In me per questo è sempre notte –
e stelle già nel tramonto.

E incomprensibile son divenuta
ai nostri amici – del tutto straniera.

Il mio pianoforte azzurro
Ho a casa un pianoforte azzurro,
eppure non so le note.

Sta giù nel buio della porta della cantina,
da quando il mondo s’è fatto brutale.

Suonavano le stelle a quattro mani
- la dama luna cantava in barca —
ora allo strimpellìo ballano i ratti.

Spezzata è la tastiera…
Piango l’azzurra morta.

Ah, cari angeli, aprite a me
- il pane amaro mangiai —
a me da viva la porta del cielo
anche contro il divieto.

Bordeggio lungo l’amore
Bordeggio lungo l’amore nella luce del mattino,
da lungo tempo vivo dimenticata – nella poesia.
Me l’hai detto una volta.

So il principio -
non so oltre di me.
Pure mi sentii singhiozzare nel canto.

Benigni sorridevano gli immortali nel tuo volto,
quando nel salmo d’amore della nostra melodia
immergevi i popoli e li innalzavi.

(traduzione di Gabriella Mongardi)

QUI un estratto del saggio critico di Giuliana Bagnasco sulla poetessa

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