Casiraghy, editore di bellezza e gioia

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NICOLA DUBERTI.

Si è aperta con un’esibizione musicale la presentazione della mostra d’arte tipografica (e non solo) dedicata ad Alberto Casiraghy, editore di bellezza e gioia, avvenuta a Saluzzo presso l’Antico Palazzo dei Vescovi di via Maghelona 7 nel tardo pomeriggio di sabato 10 ottobre. Non è un caso, ovviamente: Casiraghy da sempre tende a trasformare il suo lavoro artigianale di editore in un evento artistico multidimensionale, che coinvolge anche la musica di cui lui è grande cultore. E quale posto migliore di Saluzzo per iniziare con un pezzo per violino, suonato dal giovanissimo Samuele Sandrone, allievo della locale Scuola di Alto Perfezionamento Musicale? Casiraghy dimostra di gradire molto l’esibizione, memore dei suoi inizi come liutaio – mestiere che poi racconta di avere abbandonato per non dovere restare sempre solo. Ed è proprio un’esigenza di contatto umano a spingerlo verso il mestiere imparato appena finita la terza media, ossia quello di tipografo: prima per amicizia, così, nelle giornate di sabato; poi, complice l’irresistibile invadenza artistica di Alda Merini, due volte alla settimana, in seguito tre volte alla settimana, infine ogni giorno. La magica storia delle Edizioni Pulcinoelefante comincia così, trentatré anni fa. Trentatré anni in cui ogni giorno Alberto Casiraghy ha composto manualmente un libretto di poesie o di aforismi, con una bella illustrazione, e ne ha stampate trentatré copie. La matematica della magia porta a un conto di quasi 10.000 titoli, alcuni dei quali preceduti da nomi illustrissimi: abbiamo già citato Alda Merini, che a casa di Casiraghy («un manicomio privato») telefonava tutti i giorni dettando poesie e aforismi per un numero totale di 1500 titoli; ma bisognerebbe parlare anche di Nico Orengo, Sebastiano Vassalli, Allan Ginsberg, o di illustratori come Enrico Baj, Ugo Nespolo…

«Mi chiedo spesso – confessa Casiraghy – dove siano finite queste persone, queste anime così grandi…». Da loro – ma anche da tutti gli altri che sono passati per la sua meravigliosa casa-tipografia – Casiraghy riconosce di avere imparato molto: ogni esperienza di stampa è per lui un’esperienza di vita, l’attracco di una nave sconosciuta e carica di tesori nel porto sicuro della sua curiosità inesausta di geniale, perenne adolescente (che solo all’anagrafe di Osnago risulta nato nel 1952).

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La mostra di Saluzzo è un’occasione unica per sentire i suoi racconti pieni di poesia: una poesia che lui sa cogliere anche in alcuni aspetti tecnici del suo lavoro, come la particolare densità materica dei caratteri. In particolare, ovviamente, al centro della sua attenzione ci sono ora i caratteri bodoniani, che sono uno dei suoi principali legami con Saluzzo. Gli altri sono esseri in carne ed ossa, donne e uomini che lui chiama “i suoi parenti saluzzesi”: Lorenzo Griotti di “Artivaganti”, grande artista e deus ex machina della mostra, Brunella Pelizza, a sua volta artista e poetessa, Ugo Giletta, Alberto Gedda, Aldo Molinengo. Quest’ultimo, curatore della mostra, ha presentato le opere esposte e le motivazioni dell’esposizione insieme all’assessore comunale Roberto Pignatta. In esposizione ci sono tutti i libri realizzati nel periodo 2006-2015 come omaggio a Bodoni e in particolare 15 inediti di artisti e poeti internazionali.

Bodoni

Illustrazione di Cinzia Ghigliano

Tra i legami con la provincia di Cuneo, Casiraghy ha ricordato anche il suo rapporto “strano” con Mondovì, città di cui sa tutto pur senza andarci mai. Tra le opere esposte nella mostra, infatti, c’è anche un librino pulcino-elefantiaco dal titolo I caratteri di Bodoni  che contiene un haiku in dialetto monregalese di Nicola Duberti e un’illustrazione originale di Cinzia Ghigliano, artista di fama europea. Mondovì del resto non poteva mancare, in una mostra dedicata all’arte tipografica. I monregalesi (ma non solo loro) che si siano persi la presentazione potranno rimediare visitando la mostra fino al 25 ottobre, nei giorni di venerdì, sabato e domenica, dalle 15 alle 18.

I caratteri di Bodoni, haiku in piemontese e italiano di Nicola Duberti

Son piòte d’ënciòstr
për fé core pì dëscòst
la levr dël pënsé.

Sono zampe d’inchiostro
per far correre più lontano
la lepre del pensiero.

Alberto Casiraghy

Alberto Casiraghy