She Owl – Concerto con i lupi

She Owl - Foto Ugo Blengini

She Owl – Foto Ugo Blengini

SHE OWL.

Dopo due anni di concerti in corsa tra Europa e America per promuovere l’album di debutto She Owl, al termine di un meraviglioso tour europeo che con 17 date ci ha portato in Germania, Olanda, Belgio, Svizzera e Italia, abbiamo scelto un posto magico e speciale per concludere un capitolo della nostra storia, e per incominciarne un altro con il secondo album.

La maggioranza dei branchi di lupi in Italia si trova sulle Alpi, montagne dietro cui ho visto il sole tramontare per tutta un’infanzia, montagne che ho esplorato, scalato, anche solo con la fantasia, da cui sono nati racconti, fiabe, leggende per secoli. Sapere che i lupi sono tornati nel loro ambiente, nel posto dove affondano le mie radici è importante. Li immagino a vegliare di notte, perlustrando i boschi dove camminavo da piccola e a correre nella neve. Quella presenza selvaggia é per me una certezza: “Forse non vedrò mai un lupo in libertà nel suo ambiente naturale, ma è importante per me sapere che esistono” (Anonimo). Condivido questo sentimento e lo porto con me ogni giorno.

A Gennaio 2015 visitiamo per la prima volta il Centro Uomini e Lupi a Entracque, in Valle Gesso. Rileggo i miei appunti: “ Aspettiamo i lupi con il fiato sospeso, tutti i sensi in allerta. Fa caldo per essere inverno. A un tratto sento qualcosa muoversi, sento correre sulle foglie secche. Ecco il lupo: grande, fiero, dal pelo folto, dorato sotto la luce del sole. Il lupo si ferma per un attimo e mi vede. Le orecchie dritte, gli occhi su di me. Uno sguardo intenso, che non dimenticherò mai. Il lupo mi ha visto. Poche persone sul nostro cammino ci vedono a quel modo, al primo incontro, alcune ci vedono di sfuggita, passano oltre. A volte, passeggiando per strada, è difficile capire se esistiamo per davvero: tante persone ci passano attraverso come fantasmi, come se noi fossimo fantasmi. Siamo soli in mezzo a centinaia di volti e di sguardi distratti, che ci rendono invisibili. Il lupo riprende la sua corsa. Vorrei correre via con lui. Lui che mi ha vista, e io che l’ho visto.”

Ululato. “Era una musica selvaggia e indomita, echeggiava tra le colline e riempiva le valli. Provai uno strano brivido lungo la schiena. Non era una sensazione di paura, capite, ma una specie di fremito, come se avessi dei peli sul dorso e qualcuno li stesse accarezzando.” A. Orton

I lupi mi affascinano da sempre. Non ho mai creduto né alle fiabe sul lupo cattivo, né a chi incoraggia l’estinzione dei lupi. Modernità e tecnologia ci raccomandano di evitare le fiabe, di non vivere nel mondo tra i mondi, di sfuggire al mondo dell’istinto, dei sogni e dell’intuito. Eppure, come nota Clarissa P. Estés, “Quando facciamo valere l’intuito, siamo come una notte stellata: fissiamo il mondo con centinaia di occhi” (Donne che corrono con i lupi, 1993). 

Quando sento dire che un lupo è stato ucciso, penso che molte persone continuino a raccontarci le loro favole e a usare quelle storie per uccidere. Penso che la società che ci circonda sia a sua volta una storia che continuiamo a raccontare, dall’alba al tramonto, ma che presto sarà destinata a cambiare o a sparire, come un sogno presto dimenticato. Quello che abbiamo fatto ai lupi in secoli di persecuzioni, che ancora continuano, lo stiamo facendo allo stesso tempo a noi stessi: incapaci di convivere con il nostro lato selvaggio, lo teniamo in catene nell’oscurità come una malattia da curare. Immagino il viaggio di un lupo, neanche un centinaio di anni fa, tra campi aperti, boschi non percorsi da sentieri. Lo spazio selvaggio fuori di noi sta scomparendo, e con esso anche quello dentro di noi.

Giugno 2015, prima di registrare il nuovo album suoniamo al Centro Uomini e Lupi di Entracque che al momento conta cinque ospiti, alcuni in attesa di tornare al branco, altri troppo mansueti per poter tornare al loro ambiente naturale. E’ una notte di luna piena, e tutti noi ci sentiamo a metà strada tra la foresta e il villaggio.

www.she-owl.com