Un silenzio che s’ingrossa

Laura Serluca e la poesia

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Verde

Il tuo volto sotterrato da segni
diretti alla lampada del Cristo
da giorni è ricoperto
di occhi ovunque
di occhi ovunque.
Dal principio
incastrato e congiunto
da una serpe
in cornici grossolane e fiorite
un giglio rovistato da un’intonata luce
sanguina
per quella pancia ritrovata in mare
per quel figlio corto e sbiadito
che si riapre a partire dalla gola.
Tutto è
come dovrebbe non essere.
Tutto è
come dovrebbe non essere.
In un utero di paglia
le sue dita piene di lamponi
ed io che mi illudo di esser toccata bambina
con le bambole nei capelli
torno a sbucciarmi le ginocchia salate
e mi ricordo viola ovunque
con la Luna tra le gambe
ed animali apparecchiati nel petto.
Nelle loro bocche
galleggiano colleriche foreste.
Nelle loro bocche
galleggiano colleriche foreste.
Un lago di margherite superbe
costruite con il senso di un addio
racconta di una Calliope appariscente.
La invento con le voci nelle mani
- e – mi restituisco ad un albero cieco
allungandomi verso la mia sporca madre
verso il centro rovinato del foglio
che di nero sviene all’improvviso.

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Di seta gialla le forbici dell’Inverno
le scale abbigliate di cioccolato
la festa distratta da cani e bottiglie
io stento a riconoscermi in quei gesti
obbedienti ad un tamburo
e raccolta tra le pareti di un cubo
sorrido
alla sacra liturgia dello spazio riprodotto
- e – alle sbavature ricamate sul soffitto.
Tutto il turchese del cielo mi cade addosso
- perle
da luogo a luogo
perle
da luogo a luogo -
l’interno di un bacio
- perle
da luogo a luogo
perle
da luogo a luogo-
con ago e filo lo combatto
e lo (s) muovo violando i luoghi del capriccio.
In un barattolo un tronco nudo e superbo
rassomiglia ad una fontana recintata da seni
partiti
per sfilacciare la moda del sentirsi guasti
che prima si lega all’impulso
dalle tese corde
per poi placarsi di bianco.
L’interno di un bacio
-perle
da luogo a luogo
perle
da luogo a luogo -
così nutriente e spaccato
inciampa tra il palato e la gola di Dio
infilandosi nelle sue vene allagate e scorticate dalle grida
ed arrossisce
ingegnando una quadrata rivelazione
gambe allargate
nessun isolante
l’alfabeto dei leoni
io e te siamo in scena
io e te siamo oscenità.

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Traffico negli occhi
Furbi e caldi
Dell’angelo allacciato a me
Da spesse corde costruite dai fiori
Firenze visionaria e fanatica
noi la nasconderemo nelle ginocchia
piena di astri e disegno
smodata come le nuvole
piena di astri e disegno
allineata come le strade.
Sei un’ortica
A cui ho giurato mani esperte
E labbra livide
Che a baciarti spingono
E ballano in strada.
Sei un’ortica
A cui ho giurato mani esperte
E labbra livide
Che a baciarti spingono
E ballano in strada.

2 Maggio 2015, Laura Serluca,
Per Te e M.

Biografia.
Laura Serluca, (18 Luglio 1984) è sociologa, scrittrice e giornalista.

Cos’è per me la Poesia.
La Poesia è un guasto.
È un residuo.
È rinascere indietro.
È voce su altre voci.
È sangue recitato.
È ritmo che si sporge in avanti.
È tutto il corpo.
È bellezza sacrificata.
È segno di altri segni.
È il doppio sparso.
È silenzio che s’ingrossa.
È cucitura.
È radice che dice che si deve.
È pensiero che s’irrigidisce.
È Primavera che pulsa nella bocca.
È un Amore con le api intorno.
È prodigio.

Ringrazio Barbara Maraio che mi ha concesso di fotografare alcuni particolari dell’ opera Ipseita’ # 2 e Luca Lombardi per le fotografie che decorano la mia opera in versi.

https://yourtongueiseverywhere.wordpress.com/

https://www.facebook.com/pages/Laura-Serluca/609240552420131?fref=ts

La fotografia di copertina è di Bruna Bonino