Parole e frasi sono gli intercalari del silenzio nella poesia di Pietro Pancamo

Manto di vita (copertina)

SILVIA PIO (a cura)

Manto di Vita, edizioni Lieto Colle 2005, inizia con la poesia “Spiegazione di un giorno”, che si può considerare l’allegoria «di come si dispiega, si svolge emblematicamente la vita di un uomo, in continua dialettica con la malattia, la vecchiaia, la morte» e anche la poetica di Pancamo.

Nelle restanti poesie, che esibiscono «varietà di registri linguistici e codici», molti sono i riferimenti alle fasi della vita e alla sua conclusione, spesso rese metaforicamente come parti del giorno e della notte. Ma è nell’ora in bilico della mezzanotte (la stessa in cui “ogni uomo / è un fagotto / di buio e di stelle”) che viene svelato il titolo della raccolta, quasi una coperta consolatoria nascosta nel buio della notte, e dell’esistenza.

Presenti sono anche la «marginalità metropolitana», «la complessità del mondo e le tempeste del vivere» e una «lettura ironica», «un certo atteggiamento di distacco, costante in Pancamo», che consentono ai suoi versi di mantenere sempre una leggerezza salvifica. “L’ironia” è anche il titolo di un componimento che diventa programma: l’ironia trasforma la disperazione in filosofia; senza di essa la poesia è mera melanconia.

(Tutte le citazione sono tratte dalla prefazione di Marisa Napoli, saggista)

Spiegazione di un giorno
Il giorno che saltella
lungo le impronte delle mie scarpe;
il giorno che saluta frantumato,
quasi appostato
fra le dita.
Ogni minuto è fluido di rumori:
sbattono le ali
contro pannelli d’aria. L’impatto
vibra di scherno:
è un lazzo di sdegno
voluto dalla mia notte.

***

A mezzanotte
Ecco i fantasmi di queste labbra
e di quegli uomini all’occhiello dell’amore,
che attraversano le ombre cave dell’aria mansueta
con lo sguardo di chi trova nel buio
un manto di vita.

***

L’ironia
Indosso la magrezza
con la disinvoltura
di chi ironizza.

Eh, ironia
con te la disperazione
è filosofia!
Ma senza di te,
ahinoi,
la poesia
è pura (mera) melanconia.

Nella silloge inedita Gli intercalari del silenzio la poesia è più mesta. Lo si capisce dai titoli delle cinque parti di cui è composta: Qualche indizio di materia, Verande d’azzurro, Delusione, Morte antologica permanente e Decomposizione psichica. Ci sono versi che fanno affiorare un dolore, a tratti eroico a tratti rassegnato: “Un’effervescente disperazione”, “Il silenzio è un’isteria di solitudine”, “Dentro le vene, / aggrovigliate come un gomitolo / di dolore”, “E quando l’incubo arriva / il nulla esce dal suo fuori / per annuire agli occhi del presente”.

L’ironia appare qua e là, ma senza alleggerire più di tanto l’atmosfera e senza mai venire nominata:  “come fanno gli sconfitti veri / perdo tempo a scherzare.”. Solo le storie calcistiche di “Un cabarettista di San Gemini” riescono a strappare un sorriso.

I sogni appaiono di frequente: sono un conservante “per rimodernare / ambizioni letterarie”; sono contenitori per l’incubo; arti del silenzio “inseriti nella rassegnazione / come in un programma di noia pianificata”; barbagli di mistero.

E proprio i sogni come “arti di questo silenzio” approdano dove le parole diventano “un fango di cellule nervose, / tenute insieme dal silenzio” come su “ una spiaggia / di parole taciute”. Questo è il luogo dove si fanno strada le sensazioni corporee: “energie cinetiche”, “organuli ciechi che lavorano a tastoni / dentro il suo [del silenzio] liquido citoplasmico”, “una nausea che procede, / maestosa”. E sulle prossime ultime parole, chi scrive conclude, e fa volutamente scendere il silenzio.
Ogni allusione
a sentimenti e/o fatti reali
è voluta
silenziosamente.

Filosofia
Parole e frasi sono gli intercalari del silenzio
che smette, ogni tanto,
di pronunciare il vuoto.

Allora qualche indizio di materia
deforma l’aria,
descrivendo le pause del nulla
prima che il silenzio
si richiuda.
(Le mani s’infrangono
contro un gesto incompiuto)

***

Poeti
Noi che visitiamo carmi di sole
brindiamo con versi e parole.

Scriviamo sorrisi
e sentimenti in codice;

insonni di vita

andiamo sposi

ai nostri occhi.

***

Delusione
La bravura simbiotica delle rime a incastro.

Il sogno è un conservante,
l’additivo artistico
per rimodernare
ambizioni letterarie,
o speranze, sopite ad honorem.

Comunque il sole
non è bello come prima.
Adesso mi pare una vecchia fotografia.
Il particolare, anzi,
di una vecchia fotografia
… ritagliato via
dall’alone di un sorriso.

***

Un cabarettista di San Gemini
Tu lo vedi:
come fanno gli sconfitti veri
perdo tempo a scherzare.

Così la mia carriera
di calciatore fallito
che al massimo ha militato
nella Pol. Casteltodino,
la esorcizzo a tarda sera
quando in pieno tentativo
sempre ozioso e vano
di staccarmi dal passato
(e rubando senza meta
ore sane al mio lavoro
di “fido” metronotte)
di getto m’improvviso
cabarettista volontario
nell’ampio bar del poggio.
Recito lì dentro
per tutti gli avventori
battute molto allocche:
«Conosco un attaccante
che ama scrivere per hobby
romanzi oscuri, incomprensibili:
lo chiamano Ka(f)kà… ».
Oppure:
«L’Italia del calcio
ai mondiali s’è desta
e dell’elmo di Scipio
s’è montata la testa».

Tu lo vedi:
come fanno gli sconfitti veri
perdo tempo a scherzare.
(«Lo sai? Achille era figlio di Pelé=
o,
pare»).

Settembre 2006

***

Parole dal silenzio
Ricorda il mistero
che fioriva in un sospiro,
dove la morte ha tessuto il nido
come una spiaggia
di parole taciute;
come un barbaglio di sogni trasparenti,
orchestra di anime perdute.

***

Morte antologica permanente
Siccome la vita
ci rovina la vita
(sempre!),
a giugno ho visitato
(un po’ turista, un po’ becchino
e un po’ parente sconsolato)
l’interessante morte
antologica permanente
delle mie speranze
migliori:
quanti sogni falliti
imbalsamati in bella mostra!

Li guardavo e piangevo
desolato nero,
dannandomi frenetico
la salute.

E adesso è soltanto
stanchezza rabbiosa
resistere ogni giorno
al ripetersi ingombrante del respiro

e della luce.

Pietro Pancamo (foto)

Intervista

Quando e come si è avvicinato alla poesia?

Ho iniziato sotto l’influsso delle mie letture; confesso che prediligevo la narrativa. Non a caso, da giovane, ho preso ben presto a buttar giù (per gioco, vale a dire per propensione naturale) piccole novelle. E dato che come obiettivo principale si proponevano quello di lavorare intensamente sul linguaggio, così da riecheggiare in qualche modo la prosa lirica dell’ultimo Pirandello, ecco che intorno ai vent’anni si è originato spontaneo, in me, il passaggio alla poesia. Ricordo che si trattò di una fase molto creativa: il mio cervello sfornava versi in continuazione, ad ogni ora, senza che io minimamente li cercassi o “propiziassi”.

Adesso comunque, dopo un periodo piuttosto lungo durante il quale mi son dedicato quasi esclusivamente alla stesura di liriche e articoli, ho ricominciato a scrivere racconti, badando scrupolosamente a permearli tutti (dal momento che la realtà attuale e la razza umana in genere mi convincono decisamente poco) di una spiccata ironia.

 
Eventuali attività poetiche, collaborazioni (riviste, collettivi, ecc) e pubblicazioni.

Tre miei testi sono stati di recente selezionati per un e-book antologico che, a breve, sarà edito da Longanesi. Quest’opera (della quale, a quanto so, si sta provvedendo a realizzare anche una versione cartacea) altro non è che un dizionario di parole inventate e assai spiritose. Fra i vari autori che hanno contribuito a redigerlo, creando ciascuno un vocabolo nuovo (completo di relativa definizione), c’è persino il noto romanziere Donato Carrisi.

Per quanto riguarda le collaborazioni, curo la sezione-poesia de Il Cofanetto Magico, ovvero un mensile on-line per il quale ho ideato un concorso di poesia; quest’ultimo, che ha per tema il mare, si chiama “Premio emOceans. Tutte le onde del mare”. Il nome è un gioco di parole fra due termini inglesi, resi quasi identici dalla pronuncia: mi sto riferendo ai sostantivi “emotions” (emozioni) e “oceans” (oceani).

Ciascun autore dovrà spedire per e-mail, entro il 15 aprile 2014, una sola poesia, edita o inedita, non più lunga di trenta versi.

L’indirizzo cui mandare i testi è il mio: pietro.pancamo@alice.it.

Non c’è tassa di iscrizione: il che, sicuramente, è un’ottima notizia.

Bisogna poi aggiungere che il vincitore si aggiudicherà una somma simbolica, pari a settanta euro.

 
Cos’è la poesia per lei?

È mia opinione che il compito precipuo dei poeti sia ricorrere ai “ritrovati” del pensiero, per dipingere, dei sentimenti umani, un ritratto “cifrato”, ovvero un identikit che senz’altro si allontani vuoi da descrizioni troppo ovvie, scontate (e dunque banali), vuoi da raffigurazioni eccessivamente svenevoli e mielose. Insomma il pensiero, togliendo melensaggini e luoghi comuni, deve sforzarsi di tramutare i sussulti dell’animo in filosofia. E se i primi ci servono adesso a ingannare il tempo, la filosofia sarà utile, in seguito, per ingannare l’eternità.

Perciò meglio imparare subito a “provare”, oltre ai sentimenti, anche i pensieri.

Notizie

Pietro Pancamo, nato a Cuneo nel 1972, coordina il portale «L(‘)abile traccia», citato in un volume della Zanichelli. Nel 1999 ha vinto il Premio letterario “Città di Torino”.

È stato conduttore e direttore editoriale di Poesia, l(‘)abile traccia dell’universo, podcast culturale della defunta emittente milanese Pulsante Radio Web, per la quale ha anche scritto una serie di brevi brani musicali.

Attualmente è redattore sia del mensile digitale Il Cofanetto Magico (diretto da Maria Cristina Giongo, giornalista che scrive per il Gruppo Rizzoli) sia del blog letterario Viadellebelledonne, uno fra i più seguiti in Italia. Su Effetto/Tre/ (mensile autonomo d’informazione che tre delegati della Rappresentanza Militare hanno appositamente ideato per il personale della Regione Carabinieri Sicilia) è titolare della rubrica “Effetto… Letteratura”.

Tre suoi testi sono stati selezionati per un e-book antologico che, a breve, sarà edito da Longanesi.

È autore di Manto di vita (LietoColle, Como, 2005), una silloge di versi che ha suscitato l’interesse di Giancarlo Pontiggia. Compare in Poetando. L’uomo della notte (Aliberti editore, Roma-Reggio Emilia, 2009), antologia a cura di Maurizio Costanzo.

Nel 2012, la Rete Uno della radio nazionale della Svizzera italiana gli ha dedicato una puntata del programma “Poemondo”.

Recensioni a sua firma sono uscite nel sito della rivista L’Indice dei libri del mese e in quello dell’edizione fiorentina del Corriere della Sera.

Fra le riviste da cui è stato recensito o su cui ha pubblicato (talora in inglese) poesie, articoli o racconti figurano Poesia (Crocetti Editore), Poesia (blog del canale televisivo Rai News), Gradiva, Atelier, La Mosca di Milano, Tuttolibri (inserto de La Stampa), La poesia e lo spirito, Poeti e poetastri (portale gestito dall’agenzia letteraria “Perroni & Morli Studio”), Scriptamanent (Rubbettino Editore), Stilos, El Ghibli, Corpo12, Lettera.com, Subway Letteratura, Sagarana, IF. Insolito & Fantastico, FantasyMagazine (testata giornalistica del gruppo editoriale DelosBooks, fondato nel 2003 da un dirigente della Mondadori), Il Paradiso degli Orchi, BooksBrothers, TerraNullius, Oubliette Magazine, GraphoMania, Tangram, InFonòpoli, Books and other sorrows, Progetto Babele, Filling Station (quadrimestrale canadese) e Snow Monkey (periodico statunitense).