Tango e dintorni: i MaMaGré in concerto a Mondovì

 

Foto Mamagrè

GABRIELLA MONGARDI ( a cura di).

Il tango è una musica che fugge: come – e già prima del jazz – il tango e i suoi musicisti si creano e si ri-creano lontano dalla loro origine, nei barrios delle metropoli sudamericane: lì si erano incontrati gauchos inurbati, immigrati italiani, discendenti di schiavi. Il tango è nato da questi incontri irripetibili, è diventato la musica argentina e sudamericana – la voce della nostalgia, dell’incolmabile distanza, dello spaesamento che solo la musica ammansiva, che per un attimo si dimenticava nei corpi avvinghiati nella danza.

Perché provare a rifarla uguale? Il tango è una musica che fugge, e spesso si fa fermare e interrogare dai suoi musicisti. Perché racconti qualcosa della sua “origine d’africa”, della sua “eleganza di zebra”, per dirla con Paolo Conte. In questo sta il tango dei MaMaGré, che non ricerca Buenos Aires nella provincia cuneese (come trovarla, d’altra parte?!), ma la ricrea, nuova e diversa, attraverso i suoi occhi: ne nasce un tango leggero, ironico e soprattutto autoironico, molto “piemontese”, se tipicamente piemontese è la tendenza a non esagerare, a ridimensionare, a prendere e prendersi un po’ in giro, anche a costo di farsi un po’ male…

Il gruppo MaMaGré (www.mamagre.it), nato nel 2004, frequenta soprattutto le milongas: fa ballare i tangueros, li fa sorridere, li accompagna nel “pensiero triste che si balla”. Suona in strada, nelle piazze, nei teatri. E proprio nei teatri spesso si accompagna con la voce narrante, per presentare ed esprimere, al di là delle note musicali, in maniera ancora più  coinvolgente e divertente, il mondo del tango e i suoi dintorni. Attualmente è composto da: Marica Canavese (voce: piena e potente) Giampiero ‘Pelo’ Gregorio (chitarra e voce: spiritoso e suadente), Marco Marenco (chitarra, bouzouki, mandolino, charango e barba incolta: poliedrico è dire poco), Paolo Turco (basso: intenso e ispirato)

 

Margutte ha intervistato Marco Marenco, classe 1985, architetto e musicista: anzi, 5 musicisti in 1!

 

Come è nata la tua passione per la musica? Che strumenti suoni?

Marco Marenco e i suoi strumenti

Marco Marenco e i suoi strumenti

A 6 anni i miei genitori, dopo aver invano provato con il calcio, visto che non avevo il fisico dello sportivo mi hanno iscritto alla Scuola Comunale di Musica di Mondovì. Dopo l’anno di avviamento musicale ho frequentato le lezioni di chitarra classica col maestro ‘Pelo’ Gregorio, ma lo facevo per dovere, era uno studio come un altro. Alle Medie (ho fatto la Scuola Media a indirizzo musicale di Piazza) è diventata una cosa diversa, ho cominciato a camminare con le mie gambe. Lo studio non era più fine a se stesso, sono diventato critico e selettivo; è nata in me la passione per la musica, il bisogno di suonare. Poi ho scoperto altri strumenti: da autodidatta mi sono dedicato allo studio di strumenti a corda popolari (mandolino, mandola, bouzouki greco, charango sudamericano); sotto la guida del maestro Corrado Cordova ho invece affrontato quello della chitarra flamenca.

Quando hai incominciato ad esibirti, e in quali gruppi?

Le prime esibizioni sono stati ovviamente i saggi della Scuola, sia della Scuola di musica (che ho frequentato per 11 anni) che della Scuola Media “Gallo” – due importantissime realtà per Mondovì.

Al quarto anno delle Superiori, per amore di Fabrizio De Andrè, con Jacopo Tomatis e Juri Roà ho dato vita al gruppo dei Disamistade: in nove anni di attività ci siamo esibiti in numerosi concerti e manifestazioni in Piemonte, Emilia Romagna e in Liguria accanto a nomi del calibro di Vittorio De Scalzi, Armando Corsi, Mario Arcari e altri.

Dal 2006 al 2009 ho fatto parte del gruppo siciliano/torinese dei Vinagro (folk/rock, www.myspace.com/vinagroit), partecipando ad importanti festival quali Tavagnasco Rock, Biella Festival ed altre rassegne in collaborazione con Assemblea Teatro di Torino.

Dal 2008 collaboro con la cantautrice cuneese Laura Vertamy nel progetto Lizziweil (www.myspace.com/lizziweil), affiancandola nella sua attività di concerti e partecipando nel 2013 all’incisione del suo ultimo lavoro discografico (qui un articolo di Margutte su Lizziweil).

Nel 2009 ho fondato con un gruppo di musicisti e attori con i quali collaboro da tempo l’Associazione Culturale Arno Klein (www.arnoklein.org) che si occupa di attività teatrale e musicale con organizzazione di spettacoli e corsi di formazione, contribuendo alla realizzazione di numerosi spettacoli a metà strada tra il concerto e il teatro.

Al tango come sei arrivato?

in concerto a Mondovì

in concerto a Mondovì

È stato il mio maestro di chitarra a farmelo scoprire: per il saggio di canto di Deborah Manassero (che portava un pezzo di tango) mi ha chiesto di accompagnarli con il mandolino. Dal 2004 abbiamo costituito insieme il gruppo dei MaMaGré, a cui in seguito si è aggiunto il basso. Dal 2012 la cantante non è più Deborah, ma Marica Canavese. Quest’anno per il decennale incideremo un CD di questo concerto: “Tango e dintorni”. Il pubblico con i suoi applausi parteciperà alla produzione: sarà parte della musica, del calore, della forza di MaMaGré.

di Marco Marenco Margutte parla anche qui e qui