Avvistamento gufi: recensioni dell’album She Owl dal mondo

Margutte è orgogliosa di dare spazio ad alcune delle recensioni ottenute da tutta Europa e Stati Uniti dalla nostra redattrice Jolanda Moletta per il suo album She Owl uscito il 7 Ottobre scorso in Europa e U.S.A.. Per leggere le recensioni dai vari Paesi selezionate la lingua corrispondente.

“She Owl è un vero fenomeno dell’underground italico, conosciuto a livello internazionale, tra San Francisco e Parigi, la Spagna e Berlino, l’Europa del nord. Il  segreto di questo magico duo (Jolanda Moletta e Damian Endian), è la semplicità, l’ironia, il sapere suonare di tutto, la naturalezza nel farlo, e l’amore panico per la natura, rispecchiato in questo evocativo omonimo album. Dieci pezzi di intenso pop-folk ben rifinito, rodato durante i molti live in giro per il mondo, e fatto uscire dopo un lungo lavoro di pre-produzione durante il quale hanno provato varie combinazioni nella magica atmosfera di Frisco. Il risultato è molto buono, tra le migliori uscite del 2013. Canzoni come la teatrale “Decembers”, con Jolanda seduta al suo amato piano, la mistica e sensuale “Nightingale”, con la voce al massimo della forma a narrare di una ragazza che si trasforma in usignolo, o nella seguente triste storia di mare “Fisherman Queen” con il contrabbasso gran protagonista. Un mondo da fiaba, ma non per moda o vezzo giovanilista, She Owl sono convinti di quello che fanno, e tutto l’album, dalle canzoni all’artwork, fino alla foto di copertina, con Jolanda in un bosco fatato con tanto di gufo, animale guida di questa nuova esperienza. Spero voli alto quanto si merita. Ovviamente per animali notturni. “

“Jolanda Moletta, accompagnata da Demian Endian e nascosta dietro al nome She Owl, debutta sulla lunga distanza per Broken Toys & PPZK. Il disco, senza titolo, propone dieci brani scuri che, tra malinconia e introspezione, avvolgono e accarezzano.L’album si apre con il viscerale accogliere (giocato quasi esclusivamente su voce e pianoforte) di Homewoods e con l’ipnotico procedere dell’altrettanto coinvolgente She Owl. Over The Bones, più incalzante e vivace, mostra tutta la sua forza vitale, aprendo ai contrasti fra tensione/relax di Decembers e alla profonda emotività di Behind The Stars. Le atmosfere rarefatte e sognanti di Nightingale lasciano spazio al binomio ukulele/voce della composta Fisherman Queen (in crescita nel finale) e alla velata ritmicità della morbida Hide And Seek. Paper Birds, infine, lenta e riservata, introduce l’affascinante urgenza della conclusiva Belong. Il disco proposto da Jolanda Moletta è un qualcosa di delicato e denso di passione. A ciò si aggiunge l’abilità della compositrice di riuscire ad inserire, nonostante la malinconia e l’introspezione diffusa, la vivacità necessaria per tener lontano lo spettro della noia. She Owl è un progetto interessante e questo primo album ne è la testimonianza.”

[Francesco Cerisola -IyeZine,Italy]

“Del progetto She Owl si parla come di un mostro sacro, si legge di pezzi che suonano come il vento fra i rami o come una fiaba antica, si vocifera di performance live da lasciare a bocca aperta. Ed in effetti l’impressione, ascoltando per la prima volta l’album, è quella…”

“Il progetto She Owl debutta col suo full-lenght album, primo lavoro della polistrumentista cantante e compositrice italiana Jolanda Moletta, nato dalla collaborazione con Dave Mihaly (batteria) e con vari musicisti e artisti locali. Nonostante l’album sia stato registrato sotto il caldo sole di San Francisco, California, l’autrice ha scelto di farsi ispirare dai paesaggi umidi e nebbiosi del Nord-Ovest italiano, luogo dal quale lei proviene. Sono paesaggi invernali, fatti di gelidi fiumi e montagne innevate, le immagini che hanno ispirato il disco e che il disco stesso vuole ritrasmettere a noi, attraverso il filtro di una musica evocativa per “animali notturni”.La musica di She Owl non è una musica da suonare di giorno. E’ una musica da ascoltare come se non ci fosse altro che la luna dietro la foschia e una nuvola di freddo dalla bocca. Sonorità con una forte potenza evocatrice, che ci proiettano in atmosfere notturne dove, se non ci fosse la musica, batteremmo i denti dal freddo. Una perfetta colonna sonora per paesaggi bui. In molte delle tracce dell’album riecheggiano la voce candida ed i suoni sperimentali di Bat For Lashes. Particolarmente interessante è la combinazione voce-piano in Over The Bones; molto suggestive invece le atmosfere ricreate da Decembers Hide and Seek. Fisherman Queen la canzone che invece si distingue maggiormente dalle altre e che caratterizza l’attento lavoro di ricerca sia sonora che visiva dell’artista.”
[Rock Shock,Italy]
“She Owl non è il primo lavoro di Jolanda Moletta come ci è capitato di leggere attraverso alcune recensioni distratte pubblicate nella rete italica; la musicista di origini Italiane che si sposta continuamente tra questi luoghi e gli Stati Uniti, ha all’attivo, oltre a numerosi concerti, due album pubblicati a suo nome; di questi Aubade che è il secondo, stampato dall’italiana Broken Toys e dalla tedesca PPZK, le ha consentito di alzare il livello di diffusione dei suoi show, già comunque molto denso, e di consolidare una serie di collaborazioni che tornano in questo nuovo progetto chiamato She Owl, album dal respiro internazionale per influenze, intenzioni e risultati. Mantenendo un attaccamento importante allo strumento con il quale Jolanda si è formata in tutti i sensi, ovvero il pianoforte, She Owl allarga la prospettiva del suo songwriting, già influenzato da molteplici suggestioni che vanno dal Jazz, al folk passando per certe armonie “modali” riviste attraverso una lente minimalista, tanto che ascoltandola, più volte ci è venuta in mente una Meredith Monk più notturna e confidenziale ma anche il canto pre-formale e libero di Julia Tippet, per la sua estrema duttilità performativa. Su queste basi Jolanda introduce l’utilizzo di una serie di strumenti legati a differenti latitudini della musica popolare, dall’ukulele alla kalimba, fino ad elementi Gamelan curati da Demian Endian, chitarrista e suo collaboratore sin dai primi lavori, e adesso parte integrante di She Owl, progetto che dalle note interne al cd si configura come un duo “al lavoro” sulla scrittura di Jolanda. Con la collaborazione di altri musicisti, tra cui la cantautrice Calabrese Roberta Cartisano, parte del roster Broken Toys e Dave Mihaly, batterista notevole, già nella Shimmering Leaves Ensemble, Jazzista non convenzionale, musicologo di San Francisco, Jolanda Moletta si muove in modo molto più libero mantenendo centralità di piano e voce, scarnificazione e rigore del suono, e allo stesso tempo attingendo ad una tavolozza ritmica e armonica di sorprendente ricchezza. Colto e allo stesso tempo immediato come le “storie a veglia”,  She Owl è una raccolta di brani che innescano una contaminazione sinestetica con il racconto della natura, non solo quello dei testi di Jolanda o delle illustrazioni di Morena Camilla che sono contenute nel booklet del cd ma attraverso la ricerca di una qualità timbrica e ritmica che risiede tra strumento e vocalità, aprendo così il contenitore della canzone ad un tipo di creatività libera come quella che caratterizza la magia di un evento rituale. Ed è davvero un culto panteistico la musica di Jolanda Moletta, dall’incedere processionale della title track, racconto di comunione tra lo spirito della natura e le creature animali, alla ritmica ancestrale di Over the bones, molto vicina al folktelling spettrale di Faun Fables, passa un’idea di possessione che trasforma voce e strumenti in mezzi allusivi, elementi di una musique concrète ancora vicina alla pre-forma degli epifenomeni naturali, ma allo stesso tempo parti di un discorso comunicativo, immediato, popolare, come un racconto di fantasmi che si tramanda da secoli tra i vicoli di un piccolo centro ai margini della foresta.Questo per dire che la Moletta, invece di cedere a quella retorica “creaturale” e leziosa che troppo spesso nella musica indipendente (sopratutto Italiota) descrive “mondi favolosi”, confinati in camera da letto e ispirati ad un iper-realismo alla “Amélie Poulain”, fatto di suoni giocattolo,  hipsterismo colorato e altre sciocchezze di bassissimo  livello “folk”, sceglie al contrario una strada difficile e poco battuta, incontrando il volto di una natura controversa con i mezzi di un racconto sonoro, letterario, filosofico e performativo situato tra spirito e terra.”

[Michele Faggi, Indie-Eye,Italy]