Vivre d’hazard, Piero Bolla a Saluzzo

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ELISABETTA MERCURI

Nell’ala dedicata all’Arte contemporanea, al primo piano della Castiglia di Saluzzo, storica dimora dei marchesi che domina dall’alto l’antico borgo piemontese, un imponente allestimento racconta la vita e l’attività di Piero Bolla, versatile artista noto a livello internazionale. Intitolata Vivre d’hazard, la mostra comprende cinquanta opere che si snodano su circa mille metri quadrati di superficie.

Con questo evento, Piero Bolla (classe 1933) viene celebrato a Saluzzo come uno dei più grandi artisti della sua storia. Un omaggio alla carriera ed un abbraccio ad un concittadino che ha sempre dimostrato grande attaccamento per la città. Se ne ricorda la tenacia quando, come assessore comunale alla cultura,negli anni ’95-99, diede l’avvio ai progetti di recupero del centro storico.

«La mia mente viaggia nel mondo» così Bolla spiega la dimensione entro cui è proiettato il suo spirito creativo. Sostenendo che ogni artista cerca una dimensione immaginaria, surreale, dove poter spaziare e trovare nuovi spunti di riflessione per nuove forme di espressione. Una dimensione, la sua,non determinata dal territorio ma da tutto il mondo.

La mostra Vivre d’Hazard, visitabile fino al 4 novembre, fortemente voluta dall’Amministrazione comunale, è stata organizzata dalla Fondazione Amleto Bertoni con la preziosa collaborazione dell’a.p.s. Ur/Ca. Casa Laboratorio di Saluzzo. Un lavoro di realizzazione durato mesi, che è partito dal restauro di alcune opere, che ha richiesto l’aiuto di tecnici e operai del Comune e che lo stesso Bolla ha collaborato a curare fino a disegnare i supporti delle sue creazioni.

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«Io ci sono… io esisto» si autocita Bolla nel corso della presentazione della mostra, come ad affermare il suo senso dell’arte, come a suggerirne un codice d’interpretazione.

Una continua ricerca sperimentale «che non appanna la sua personalità». È quanto sostiene gran parte della critica, è quanto traspare dall’originalità delle opere dell’artista piemontese. Egli non si abbandona alle novità anche se vi si accosta, e non segue canoni tradizionali. «Il suo sguardo sulla natura, la sua memoria nutrita di affetti e ricordi», sono elementi, suggestioni per svelarne il pensiero e seguirlo nel suo iter creativo.

Le opere esposte comprendono lavori realizzati nelle varie epoche della carriera dell’artista. Gli stili appaiono sempre diversi, i riferimenti molteplici. I suoi colori, dai timbri a volte forti a volte leggeri, sono una mistura di pigmenti, colle e gessi. È tutto questo a conferire carattere di unicità al fare artistico di Bolla.

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Ad aprire l’allestimento i lavori realizzati negli anni ’50, gli anni dell’Accademia Albertina. Lavori in cui gli elementi stilistici richiamano la pop art. Ecco allora i dipinti che raffigurano oggetti quotidiani come cassettoni, sedie, distributori di benzina, macchine agricole, ecc.

Fino ai decenni  successivi dove la libertà operativa di Bolla si esprime attraverso svariate tecniche e diversi materiali come il pvc.  Del ’67 il  “Vestito giallo”.

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Negli anni ‘70, creazioni fantasiose con collage di fotografie,  e tecniche miste con pigmenti su laminato o perspex.

Tecniche che ritroviamo in dipinti del 1980 come “Omaggio a Doisneau-ballerini” del 1980, immagine simbolo della mostra. E ancora nei quadri: “La stanza dello scrittore”, “Dalì e Gala”.

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Nell’ultimo periodo Bolla si dedica alle sculture, poiché dipingere diviene quasi impossibile a causa di una grave malattia agli occhi.  Inizia così a modellare con carta di giornale, nastri adesivi, nylon.

Quasi alla fine del percorso espositivo, il video realizzato da un altro noto artista saluzzese, Ugo Giletta, che propone «la costruzione di un parallelo tra l’opera di Bolla e l’uomo, l’individuo, l’artista». Le immagini di Giletta narrano il percorso creativo di Bolla: l’osservazione del mondo partendo da «una dimora in sicurezza», il pericolo ed il rischio del vivere (vivre d’hazard), gli ostacoli da superare, l’eterno ritorno, e poi la ripartenza, coni ricordi del passato, «mentre la visione del mondo sfuma».

Sulla produzione artistica di Piero Bolla hanno scritto personalità degne di nota come Vittorio Sgarbi, Achille Bonito Oliva, Enrico Deaglio, Umberto Eco, Luigi Carluccio.

La sua lunga carriera è costellata di mostre tenute in molte parti d’Italia e all’estero, ha esposto infatti anche in America, in Francia, in Svizzera, in Inghilterra, in Lussemburgo, in Belgio.

In questi giorni, in Castiglia, l’occasione per seguirne il “personalissimo” itinerario artistico attraverso le rappresentazioni di una realtà legata alla ricerca del superamento di se stessi, alla dimensione sconosciuta del vivre d’hazard

8 settembre – 4 novembre 2018
La Castiglia di Saluzzo (CN)
Orari: lunedì, giovedì, venerdì, sabato ore 10-13 e 14-18 – Domenica e festivi 10-13 e 14-19. Biglietto 5 euro – info: info@ur-ca.it +39 3496275879.

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