Quattro poesie

linverno-alle-spalle

PAVOL JANIK

SULLA LINEA UOMO-DONNA E RITORNO

Sei scappata da me
come il gas.
Con stupore guardo come
con un solo scarabocchio delle gambe
dai fuoco al tuo vestito di seta.

Con nudità accecante anticipi una fiamma blu-cielo.

In fiamme ardenti e forse anche altrimenti
mi rivolgo al fuoco
che tu non smorzerai più.

Allora volevo dichiarare almeno ciò che era essenziale
a tutti i passanti per caso,
a tutti gli aerei che per caso passavano.

Allora, viste le circostanze, chi non avrebbe rovinato tutto?

*

IL MOMENTO PRIMA DEL TOCCO

L’aria si fa immobile.
Come in una rivista illustrata
sfoglio attraverso i tuoi occhi.

Ad ascoltare il silenzio
mentre cammina in scarpe nuove
e culla le api che ronzano.
Qualcuno s’infuria verso di noi con le ali.

Dicono che hai visto
uccelli bruciati cadere dal cielo!

Proprio alle base dei tuoi seni
c’è qualcosa che non smette di fare chiasso.

*

A TE

Vieni da un profumo.
Un fiore sdrucito.
Inalo il tuo groviglio come fumo.

Abiti il cielo stellato
e il quadrante di orologi digitali.

Mi stordisci, affidabile
e più veloce della luce.

Ho la testa che duole per te
e da ora ti confondo con la musica.

*

VIVACE MA NON SOLTANTO COSI [1]

A piedi nudi

salti di stella in stella.
Ad ogni passo c’è un rintocco
come un bacio di cristalli.

La tua faccia in mille copie
pattina con perseveranza
su laghi ghiacciati.

Ti apro con una chiave di violino,
e cerco l’archetto
che possa eguagliare la tua elasticità.

Nel profondo di te
invece di corde
ho toccato lacrime.

Dalla raccolta poetica Unconfirmed Report, in slovacco Nezarucene spravy (Rapporto senza conferma) , Editore Smena, Bratislava (1981).
Tradotto in inglese da James Sutherland Smith. Traduzione italiana dall’inglese di Silvia Pio

Fotografia di Bruna Bonino

English

In Margutte: Poeti dal mondo, Pavol Janik, Slovacchia


[1] In italiano nell’originale