Il larice monumentale di Pietraporzio

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GABRIELE GALLO – GABRIELLA MONGARDI

L’ambiente montano si contraddistingue da sempre per il suo amalgama eterogeneo di elementi naturali e antropici. Se in ogni angolo delle terre alte le peculiarità paesaggistiche e naturalistiche raggiungono livelli di eccellenza, in Valle Stura in particolare i segni dell’uomo rappresentano ancora oggi cicatrici territoriali indelebili, aventi spesso le sembianze di opere e fortificazioni militari, resti del Vallo Alpino voluto da Mussolini prima del secondo conflitto mondiale.

Giungendo ad esempio nel caratteristico borgo alpino di Pietraporzio  (addormentato lungo la Strada Statale 21 del Colle della Maddalena e posto ai margini di un ameno specchio d’acqua artificiale) e superando il centro del paese in direzione di Pian della Regina (parcheggio, ndr), non  dovrà quindi sorprendere il meraviglioso abbraccio naturale-antropico dal quale ci si ritroverà avvolti.

Incamminandosi infatti verso il Rifugio Zanotti (2144m. di quota) attraverso un itinerario facile e adatto a tutta la famiglia, ci si inoltrerà nello  scenografico Vallone del Piz grazie ad una rotabile ex-militare incredibilmente integra, come una lunga pagina di storia sui cui leggere decenni di cronache e avvenimenti. Lungo il tragitto poi, d’improvviso, il perno centrale dell’intera escursione, “lou merze gros” (= “il grande larice”, in provenzale): il larice monumentale.

Probabilmente millenario, come farebbe supporre la notevole estensione della sua circonferenza, il grosso larice sorveglia da sempre i passanti, offrendo loro un riparo ombroso e refrigerante durante le giornate più assolate. Punto di riferimento per l’intero vallone, ha simbolicamente vegliato per anni sull’altare militare (di cui rimangono oggi flebili tracce) realizzato dal lato opposto sotto il piano viabile della carrareccia.

A livello turistico, infine, il Vallone del Piz ben si presta per gli amanti dell’escursionismo e dell’alpinismo: oltre all’agevole Rifugio Zanotti, infatti, si possono ad esempio raggiungere il Monte Tenibres (3031m., acme altitudinale dell’intera Valle Stura), il Becco Alto del Piz (2912m.) o la Testa della Costabella del Piz, 2599m. di quota, particolarmente frequentata dagli scialpinisti.

(tratto da http://www.alpidicuneo.it/ )

Zanotti 18-8-2013

Durare (Lou merze gros)

Bisogna scegliere bene
dove metter radici.
La mia pigna si è fermata
sotto il colle che voi chiamate Scolettas,
contro una pietra
che arginava la terra.
Le mie radici vi sono penetrate con allegria,
hanno trovato e dato
stabilità e nutrimento,
i miei rami assorbivano energia
fremendo di vento e di sole,
bevevano l’aria e la nebbia
e io crescevo, crescevo…
Per secoli sono cresciuto
sopra il lago e la cascata,
ho resistito a fulmini e valanghe,
ho disseminato di figli la valle…

Le mie radici affondano nel tempo
che non misuro,
nella durata delle montagne
incalcolabile,
e io duro senza sapere di ieri e di domani
in un adesso cullato dai colori delle stagioni,
duro di una durata che voi umani
non potete neppure immaginare.

(tratto da http://stilleben-vitasilente.blogspot.it/)

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