Poesia & Cinema

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Il 5 dicembre scorso si è tenuta presso la Cineteca di Bologna la Giornata di Studi annuale dell’AIRSC (Associazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema), un’associazione culturale senza scopo di lucro votata a promuovere la ricerca storiografica sul cinema e a identificare specifiche aree di studio che potessero dar vita all’organizzazione di convegni e mostre specializzate, nonché alla pubblicazione di cataloghi, periodici e monografie.

Costituitasi a Venezia l’8 settembre 1964 durante la 25a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, diretta da Luigi Chiarini, ebbe come prima sede proprio i locali della prestigiosa Mostra veneziana, dove quell’anno fu allestita anche una Mostra del Libro e del Periodico Cinematografico dedicata in particolare alle storie del cinema, a cura di Davide Turconi e Camillo Bassotto. In quell’occasione, ricca di stimoli e sollecitazioni, prese forma una rinnovata attenzione nei confronti della storiografia cinematografica e sotto l’auspicio di Luigi Chiarini venne formalizzata la creazione dell’associazione culturale, per iniziativa di Camillo Bassotto, Aldo Bernardini, Fausto Montesanti, Maria Adriana Prolo, Sergio Raffaelli, Nazzareno Taddei e Davide Turconi.

Nel corso degli anni l’AIRSC ha dato un contributo prezioso e qualificato alla definizione di metodi e contenuti della ricerca storica in campo cinematografico, nonché alla piena valorizzazione del film quale bene d’interesse storico e culturale. All’AIRSC e ai suoi soci si devono, fra l’altro, contributi importanti alla storiografia e alla conoscenza del cinema italiano e mondiale; un’opera efficace nella promozione, conservazione e diffusione di massa del cinema muto e sonoro; il salvataggio, fin dai primi anni Settanta, di oltre duecento rari film muti (attualmente conservati in deposito fiduciario presso la Cineteca Nazionale e il cui catalogo è stato pubblicato nell’ambito delle attività sovvenzionate negli scorsi anni), restaurati e duplicati a cura e spese dell’associazione e attualmente a disposizione – in collaborazione con cineteche pubbliche e private – di manifestazioni e studiosi.

Immagine

Altrettanto rilevante è la produzione di studi e ricerche edite dall’associazione e la pubblicazione di Immagine. Note di storia del cinema, rivista classificata in fascia A dall’ANVUR, il cui prestigio è testimoniato anche dalla presenza nelle biblioteche delle principali università e cineteche italiane e straniere. Sul numero 14 di Immagine, in corso di pubblicazione, apparirà un saggio della ricercatrice albese Patrizia Deabate, che ha partecipato in qualità di relatrice all’ultima Giornata di Studi, finalizzata all’illustrazione di ricerche originali in itinere.

A Bologna Patrizia Deabate ha esordito ringraziando Aldo Cazzullo per avere segnalato, in Le donne erediteranno la terra (Mondadori, 2016) il saggio “Maria Jacobini in Joan of Arc. Un successo del cinema muto da Torino agli Stati Uniti”, edito dal Centro Studi Piemontesi nel 2015. E ha concluso il suo intervento affermando che questo film è stato il primo colossal della storia del cinema mondiale dedicato alla Pulzella, ma tale primato non è stato riconosciuto né dai francesi né dagli statunitensi, e neppure dagli italiani che hanno perduto la pellicola. Margutte l’ha intervistata.

Che cosa riguardava il tuo intervento?

Era intitolato: “Nino Oxilia, l’idolo segreto di Francis Scott Fitzgerald?”. Nino Oxilia fu un poeta crepuscolare torinese, nonché regista delle dive del muto. Ad una di esse, Maria Jacobini, fu anche legato sentimentalmente: la diresse in Giovanna d’Arco e la immortalò in poesie appassionate. Invece Fitzgerald è lo scrittore simbolo dell’America Anni Venti, dell’Età del Jazz.

Che cosa avevano in comune Oxilia e Fitzgerald?

Cinema e poesia, su cui si fecero le ossa entrambi. Fitzgerald, durante la sua maturità di sceneggiatore a Hollywood, avrebbe scritto alla figlia: “L’unica cosa che ti aiuterà a raffinare lo stile è la poesia, che è la forma stilistica più concentrata”. Questo è il punto di origine sia della prosa dello scrittore americano, sia dell’attività cinematografica di Oxilia.

Come è nata questa ricerca?

È partita dall’indagine che ho fatto sulle possibili derivazioni de “Il curioso caso di Benjamin Button”, racconto di Fitzgerald del 1922 divenuto film da Oscar, dalla “Storia di Pipino nato vecchio e morto bambino” del poeta crepuscolare Giulio Granelli.

Com’è stato essere tra i relatori della Giornata di Studi di Bologna?

É stata un’esperienza bellissima. Gli altri relatori, i “colleghi”, erano ricercatori e docenti universitari dei più importanti Atenei italiani, e mi hanno accolta come una di loro. Presto la rivista «Immagine» pubblicherà un mio saggio sul film “Addio giovinezza!”del 1918, a lungo creduto perso, poi ritrovato in Giappone e restaurato dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino.

Che ne pensi del rapporto fra poesia e cinema?

Foto di Marco Asteggiano

Foto di Marco Asteggiano

È uno dei più interessanti misteri artistici nati con il XX secolo.

VIDEO dell’intervento alla Giornata di Studi