Il verso dei lupi

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La paura
inizia ad insorgere quando ti avvedi
che le determinazioni del tuo agire sono condizionate a qualcosa
che non è semplicemente la tua volontà.
Una predisposizione particolare, in animi toccati profondamente genera cristalli. Scie.
Tele e ramificazioni nella vita quotidiana.
Incontri che sembrano precedentemente ordinati.
Scoperte
che altro non sono che conferme.
Il lento messaggio sveltisce il suo stesso dipanarsi.
E questa consapevolezza di ricerca nell’oscurità, allora,
va a stridere l’altra parte dell’animo, che si vorrebbe bianca.
Da questa inevitabile frizione scaturisce la paura…
l’angoscia.
La paranoia.
Eppure,
ironicamente,
questo frizionamento che si attua nello spirito
diviso
nelle sue due parti,
maschile razionale preservatrice
e femminile irrazionale e distruttiva,
come un lento e snervante coito diventa fonte di piacere.
La curiosità di vedere,
conoscere,
sfiorare
e superare,
passo dopo passo, un limite dopo l’altro.
Ci si ritrova ad osservarsi sempre meno oggettivamente.
La tensione porta a vivere ogni singolo istante
con una febbre che non nasce più da ciò che accade,
bensì si autoalimenta.
La suggestione,
al pari della droga, si innesta nei ritmi biologici molecolari della persona.
Il tuo DNA muta.
Il cambiamento è radicale poiché avviene dall’interno.
Gli occhi che ti guardano sono occhi che hai già visto.
Crea le situazioni in favore delle quali possiamo provare e sperimentare la sua stessa ebbrezza.
Non cerchi più delle tracce,
sono le impronte sulle strade che vengono da te.
La schiavitù della ricerca fine a se stessa in se stessi non fa altro che rimandare
in continuazione l’immagine di uno specchio
in altre miriadi di specchi.
Duplicazione,
moltiplicazione,
molteplicità di inganni.
Strade nel bosco che non portano a nulla
perché siamo noi che non vogliamo più uscire dal bosco…
il lupo attende dietro ad ogni albero,
ma il lupo
è quello che abbiamo dentro
e che proiettiamo fuori dal nostro sogno.
Non importa che a tutto ciò crediamo.
Non importa che a tutto ciò diamo una giustificazione e un nome.
Solitudine e amore sono solo una delle infinite coppie
di questo giochetto basato sull’auto inganno.
Il problema vero è che non si esce dal gioco.
Perché la Vita è questo gioco.
Perché,
chi più chi meno,
speriamo sempre di vincere una posta maggiore alla tornata successiva.
Perché,
infine
e soprattutto,
se ti estranei dal gioco,
allora,
vuol dire semplicemente che sei morto.
Roberto “Keller” Veirana

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e sarebbe bello poter rientrare in una cabina,
ascoltare il rumore dei gettoni che cadono nella pancia del telefono
era un suono familiare, metallo che mangia metallo,
familiare, per questo poco considerato
e non potrai mai immaginare quanto mi manchi quel suono
e la solitudine a conversazione finita
ho cambiato così tante macchine che non ricordo il profumo di nessuna
l’aria che c’era negli abitacoli, le cose attaccate agli specchietti retrovisori,
la compagnia che facevano durante i viaggi che sembravano importanti
magari pensi sia stupido lasciarsi ai ricordi, ai tanti sé
mio padre ha sempre detto che sé è il paese dei coglioni
ma è così bello esserlo, perché non esiste altro tipo di equilibrio nella vita
in mezzo ci sono tutte le immagini che creo,
violente, lucide, stabili,
ed è questa la mancanza di un orizzonte perfetto
immagini nuove di me, te, una bambina,
violente, armoniose, piene di grazia
quello che avrei sempre voluto come famiglia
non la semplice estensione del non essere soli,
del non restare soli, quando i denti cominciano a cadere
e gli occhi vedono colori più sbiaditi: la vecchiaia
e allora, restiamo vicini, facciamoci piccoli, attaccati l’uno all’altra,
magari nascosti da eventi che possono distrarre
nei momenti delicati della nostra pace
*
9, gli anziani
gli anziani sono così: candele in mezzo al temporale che scoppia alla fine dell’esistenza
indifesi, dentro i letti dell’ospedale
chiedono aiuto perché nel loro corpo è scoppiato un incendio
e tutto è inutile, vorrebbero l’impossibile, tornare indietro, riavere gli anni da vivere
ma non esiste farmaco che prevenga la fine della vita
gli anziani chiudono gli occhi, per non vedere il futuro, li tengono serrati e si lasciano cadere dentro se stessi
e finalmente lì, al riparo, superata la confusione,
si trovano davanti a quel buco pieno di nebbia che ci hanno insegnato a chiamare Dio
e in questo nulla sentono un odore familiare, che fa stare bene

Carlo di Francescantonio

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Il verso dei lupi di Carlo di Francescantonio e Roberto “Keller” Veirana. Comete, collana di poesia.

Scritto a due voci e “quattro zampe” da di Francescantonio e Veirana, pubblicato da Matisklo nel 2014 in edizione esclusivamente digitale e recentemente ripubblicato anche in edizione cartacea, Il verso dei lupi è il grido dei lupi omega, quelli meno importanti nella gerarchia del branco, eppure proprio per questo indispensabili al mantenimento degli equilibri all’interno del branco stesso e dotati dell’ululato più melodioso.

Gli autori

Roberto Keller Veirana

Nato a Savona il 14 giugno 1977, inizia ad occuparsi di eventi di teatro, musica e intrattenimento a partire dal 2000. Nel 2003 si laurea con 110 e lode in Filosofia, indirizzo estetico, all’Università degli Studi di Genova con una tesi dal titolo Carmelo Bene e la filosofia. Nello stesso anno segue uno stage di scrittura e drammaturgia a numero chiuso tenuto da Gabriele Vacis.robertokellerveirana (2)

Numerose le sue attività nei campi più vari: come fotografo a seguito di gruppi musicali (Klasse Kriminale, Spite Extreme Wing, Ianua, Threefingersguitar), come coordinatore presso il “Centro di Promulgazione e Diffusione Attività Culturali Nuova Savona Teatro” con ruolo di ideazione, organizzazione, promozione e logistica di eventi, come dj (in numerosi locali e manifestazioni, tra cui il Balla coi Cinghiali Festival), come lettore e performer (tra cui Festival Internazionale di Poesia di Genova, Officine Solimano – Raindogs Club, Stanza della Poesia di Genova).

Nel 2012 un suo testo è inserito nella raccolta poetica L’amore scade come il latte (Edizioni O.M.P., Pavia) di Carlo di Francescantonio.

Attualmente, insieme ai due dj e musicisti Danny lo Scippo e Robottino, ha dato vita al progetto musicale “D.K.R.” nel quale si occupa dei testi e delle parti vocali recitate/cantate.

Oltre a “Il verso dei lupi” ha pubblicato per Matisklo la micro-silloge A collection of great dance words (a cura di Carlo di Francescantonio).

Carlo di Francescantonio

Attivo in Liguria, dove risiede, con diverse associazioni culturali e relativamente ad incontri e conferenze sull’importanza di poesia e narrativa, è stato collaboratore del Festival Internazionale di Poesia di Genova (www.festivalpoesia.org) e della Stanza della Poesia di Palazzo Ducale.carlodifrancescantonio

Con l’associazione culturale ARTime (www.associazioneartime.it) ha contribuito alla realizzazione del Festival Quotidianamente (che ha visto la partecipazione di artisti nazionali ed internazionali ed è stato premiato al Festivalmare di Sanremo come migliore manifestazione della provincia di Genova) e alla prima edizione del Premio Letterario “Margherita Rosa”. Collabora con il Festival della Parola di Chiavari (www.festivaldellaparola.org), al suo debutto nel maggio 2014.

Partecipa a reading e presentazioni a livello nazionale, tra la produzione poetica ricordiamo Tracks for Mira (2008) e L’amore scade come il latte (2012), pubblicati da Edizioni O.M.P di Pavia.

Per Matisklo Edizioni, oltre a Il verso dei lupi, ha pubblicato le raccolte Anni luce e Cinque stanze, in affitto, oltre a curare la silloge A collection of great dance words di Roberto Keller Veirana.

(In copertina: Virginia Ravella, I Lupi (2014, matita e pennarello). Collezione privata)

Matisklo è la parola