Vendetta della poesia immaginista socialista

SERKAN ENGİN

Noi siamo la vendetta di tutti gli umani oppressi, disprezzati, ignorati, sfruttati, picchiati insultati, trascurati, maltrattati e molestati nel mondo, e lottiamo per i loro diritti con la poesia e la prosa.

Noi siamo la vendetta dell’Arte della Poesia e lottiamo per l’etica della poesia contro i poeti e le poetesse decadenti, che sfruttano la Poesia per le proprie invettive sociali e per andare a caccia di giovani lettori e aspiranti poeti/poetesse nei disgustosi concerti poetici che si tengono nei bar in modo da scoparseli.

Siamo la vendetta del poeta-rivoluzionario bulgaro Nikola Vaptsarov, crivellato dai proiettili fascisti. Siamo il suo gancio sinistro che dà un pugno nell’occhio del capitalismo.

Siamo la vendetta del poeta socialista spagnolo Federico García Lorca, ucciso dai fucili dei bastardi fascisti di Franco. Siamo i suoi versi che continuano. Certo, potete pensarci tutti gay come Lorca perché siamo tutti contro il razzismo sessuale. Siamo la vendetta di tutte le persone LGBT nel mondo che vengono insultate. Ci potete ostracizzare da tutte le comunità ma continueremo a scrivere poesie contro il razzismo sessuale da infilare su per il sedere della vostra schifosa moralità.

Siamo la rivincita del poeta socialista ungherese Attila József, che è stato costretto a patire la fame per 32 anni e portato al suicidio da questo maledetto sistema capitalistico.

Siamo la rivincita del poeta socialista turco Nazim Hikmet, che è stato imprigionato dal regime fascista-kermalista per 13 anni e costretto a fuggire dalla madrepatria  per salvarsi la vita e poi è morto di dolore all’estero per la nostalgia della sua terra.

Siamo la rivincita del poeta socialista turco Enver Gokce, che fu lasciato a morire di malattia, solo e con forti dolori.

Siamo i fantasmi dei poeti turchi Ekin Karabay e Ozge Dirik, che morirono molto giovani prima di vedere i loro libri pubblicati a causa di quel cazzo di “sistema editoriale vampiro” che in Turchia chiede soldi ai poeti per far uscire i loro libri anche se sono poeti molto validi.

Siamo lo spirito immortale del nostro compagno, il rivoluzionario e soldato della libertà armeno Matteos Sarkissian (Paramaz), una tra un milione e cinquecento vittime del Genocidio armeno, impiccato nella piazza Beyazid, a Istanbul, nel 1915, insieme ad altri compagni e senza nessuna paura nel cuore.
Siamo lo spirito immortale della partigiana “Sergente” Eleni, che ha combattuto per difendere il suo popolo con onore e coraggio ed è stata assassinata nel Genocidio greco del Ponto, una delle 353.000 vittime.

Siamo lo spirito immortale di migliaia di curdi uccisi dal regime fascista-kermalista. Siamo lo spirito immortale delle 72.000 vittime del genocidio degli Zaza a Dersim, perpetrato da Mustafa Kemal Ataturk.

Siamo lo spirito immortale di tutte le vittime innocenti di tutti i terribili genocidi perpetrati da esseri crudeli in tutto il mondo: in Bosnia, in Ruanda, in Ucraina, in Cambogia, in Darfur, il genocidio dei Circassi, degli Assiri, dei Nestoriani, dei Caldei, l’Olocausto, il massacro di Nanchino e tutti gli altri massacri. Siamo lo spirito immortale dei bambini bruciati vivi, delle bambine stuprate, di milioni di esseri umani brutalmente massacrati.

(traduzione di Silvia Pio)

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