Sulle rive del Resco

Peter Russell - Teorie

LEONELLO RABATTI (a cura)
Peter Russell: un poeta inglese a Pian di Scò.

Peter Irwin Russell è considerato dalla critica uno dei più grandi poeti inglesi del secolo scorso e l’ultimo dei grandi moderni.

Nato a Bristol, in Inghilterra, il 16 settembre 1921, frequentò molti dei colleges più rinomati, distinguendosi come lettore di Scienze Naturali. Il suo iniziale approccio alla carriera accademica risulta, quindi, legato a materie scientifiche e naturalistiche piuttosto che a discipline filosofico-letterarie. Tra il 1948 e il 1956 il poeta fu editore, a Londra, dell’importante rivista letteraria Nine alla quale collaborarono le maggiori personalità letterarie dell’epoca, tra le quali T.S. Eliot, Ezra Pound, George Santayana, Kathleen Raine. Nello stesso tempo fu gestore di una libreria e di una piccola tipografia. La sua attività editoriale fu rivolta in particolar modo al panorama filosofico-letterario anglosassone, tra cui figurano autori come Tom Scott, Sydney Goodsir Smith, Ezra Pound del quale il poeta fu grande estimatore ed amico. La sua formazione culturale proseguì attraverso numerosi viaggi grazie ai quali entrò in contatto con nuove culture e si avvicinò a numerose altre lingue, tra cui il francese, il provenzale, lo spagnolo, il portoghese, l’italiano, l’arabo.

Visitò l’Italia per la prima volta nel 1947, per poi tornarvi nel 1964-65, scegliendo Venezia come luogo di dimora e come sede per le sue esperienze di docenza.

Proseguì i suoi viaggi prima nella ex Iugoslavia e poi negli Stati Uniti, dove fu “poet in residence” (poeta residente) alla Purdue University, in Indiana, soggiornando quindi, con lo stesso incarico, presso la University of Victoria, in British Columbia, e in altre università canadesi.

Tra il 1977 e il 1979 risiedette in Iran, dove ebbe la cattedra di Filosofia Occidentale e Orientale alla Imperial Academy of Philosophy di Teheran. Lo scoppio e le conseguenze della rivoluzione islamica lo costrinsero a lasciare velocemente il Paese per trasferirsi in Italia, dove soggiornò di nuovo a Venezia fino al 1983, successivamente in Toscana a Pian di Scò.

Qui, presso la località “La Turbina”, nella struttura di un vecchio mulino sulle rive del torrente Resco, trascorse l’ultima parte della sua vita, dedicandosi completamente alla sua attività letteraria ed alle sue poesie, lontano dalla vita pubblica e dagli impegni accademici. Durante il periodo di residenza a Pian di Scò ricevette numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Le Muse (Firenze, 1990), il Premio Dante Alighieri (Firenze, 1991), il Premio Internazionale Succisa Virescit (Università di Cassino, 1997), il Premio Speciale Mario Conti, Fiorino d’oro (1998).

Le precarie condizioni di salute lo costrinsero, suo malgrado, a trasferirsi presso la Residenza Sanitaria Assistenziale di Castelfranco di Sopra, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. Si spense nella notte del 22 gennaio 2003.

Nel 2001 il poeta decise di donare al Comune di Pian di Scò il suo fondo librario ed il suo archivio, affinché potessero essere adeguatamente conservati e valorizzati.

L’esperienza letteraria, culturale e umana di Peter Russell è stata eccezionale: egli è stato poeta, saggista, polemista, traduttore, conferenziere; profondo conoscitore delle maggiori culture letterarie e religiose mondiali e studioso di numerose lingue.

Ha conosciuto e frequentato personalmente ed epistolarmente alcune delle maggiori personalità culturali del secolo scorso. Si tratta indubbiamente di uno dei maggiori poeti del secondo ‘900, che ha vissuto ed assorbito in profondità i nuclei migliori della cultura mondiale, restituendo l’unicità preziosa di questa ininterrotta, enorme esperienza conoscitiva, nella straordinaria bellezza dei suoi versi poetici, unendo inscindibilmente vita e scrittura.

Franco Loi, uno dei più importanti poeti italiani viventi, a proposito della poesia di Russell, ha scritto: «In queste  poesie di Russell riconosco lo stile della più alta tradizione che unisce l’intensità del pensiero, la semplicità del linguaggio, la qualità musicale e la sacralità delle immagini, con una profonda cultura generale. Il poeta sembra continuare quell’antico dialogo, il doloroso, terribile messaggio della poesia che attraversa le generazioni e giunge alla gente del mondo come specchio dell’umana follia e della rinnovata speranza… e come Omero, strappa al buio del sé e del mondo, le più grandi realtà e verità nascoste»”.

L’Associazione Peter Russell
Nel periodo precedente la morte Peter Russell, tramite un lascito testamentario, ha donato al Comune di Pian di Scò il suo materiale, consistente nella biblioteca, composta da oltre 9.000 volumi, e dal ricco e importante materiale d’archivio. Poco dopo la morte del poeta, è stata costituita l’Associazione Peter Russell con il  compito di conservare e valorizzare il suo patrimonio culturale e letterario.

Dal 2003, anno della morte, ad oggi, varie sono state le iniziative a lui dedicate, tra le quali l’annuale omaggio commemorativo e la stampa di alcuni numeri della rivista Nuova Marginalia, con vari contributi a lui dedicati.

Attualmente l’organismo, rinnovato nel direttivo, sta operando di concerto con il Comune ed il Liceo “B. Varchi” allo scopo di riordinare, recuperare  e valorizzare adeguatamente il materiale contenuto nel fondo, attualmente depositato nei locali del Liceo “B. Varchi” di Montevarchi.

Associazione Peter Russell
c/o Comune di Castelfranco – Pian di Scò
Piazza del Municipio, 3
52026 Pian di Scò (AR)
Tel. 055 – 963 12 00  -  963 12 15 (Uffici Cultura del Comune)
http://www.comune.pian-di-sco.ar.it/russell.asp
www.peterrussell.info
info@peterrussell.info

Peter Russel una vocazione poetica assoluta, articolo apparso sulla rivista Pietraserena (n. 17, 2005).
 

Peter Russell - La catena d'oro

CANZONE SENILE

Non sono più che un guscio vuoto
Abbandonato sulla riva dell’Oceano,
I colori sono tutti nel suo cavo
Ma è oramai da così tanto tempo che la vita sparì.
Perché io non so più niente –
Dove io sia né il Cielo, né la Terra
Né essere umano o divino può dirlo.
Senza natura nome o luogo
Sono semplicemente un’increspatura sulla corrente.
Nascondo il mio volto, nascondo il mio volto.

(Traduzione di Franca Alaimo)

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GIAGGIOLI DI GIUGNO SUL PRATOMAGNO

La pioggia ha inzuppato i giaggioli. Guarda !
Grandi gocce sono attaccate ai fiori,
Appesantendoli.

Lanterne blu con una piccola fiamma
Che pulisce l’aria estiva.

Pratomagno,
18 Maggio 1988
(traduzione di Pier Franco Donovan)

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IL RIFUGIO DI RUSSELL

For I not whider I shal, ne hou longe her duelle

A metà strada su per la collina,
A metà strada giù per la valle,
C’è il mulino d’un tempo in rovina
Dove le acque non mancano mai.

La ruota del mulino, si, è sparita,
Un fiore cresce sul terreno;
Gl’ingranaggi rugginosi non si sentono più,
Ma nel silenzio – una cadenza che s’attenua –

Lamento trionfante – ancora e ancora
Discanta sopra gli altri uccelli.
E’ lui, è lui, il cigno morente –
La voce d’Apollo, che non abbisogna parole

Per dire quanto è squallido il panorama
Senza la corona d’alloro,
E come queste melodie moderne
Rattristano la città moderna.

Pratomagno,
15 Marzo 1992
(traduzione di Peter Russel)

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IL SELVAGGIO MIO CUORE

La rosa selvatica, la vite selvatica, l’olivo selvatico,
Selvaggio il gatto, il porcospino, selvaggio il cinghiale,
Selvaggia la menta, selvaggio il rosmarino, selvaggia la borragine,
Selvaggi i rovi, selvaggi i folti di prugnole, selvaggia la bardana che s’attanaglia,
Grovigli e strascichi di vitalba,
Selvagge cime di pioppi, alte creste selvagge di salici, -
Selvagge le lucciole, le farfalle, i cervi volanti,
Selvaggia la lepre selvaggia che s’accovaccia o scorrazza sotto
Un selvaggio cielo, – selvaggi i ghiri, selvaggio il gufo, -
Selvagge ripide pendici di una valle selvaggia, selvaggi i cervi, le volpi, e le donnole,
Selvaggia l’edera che tutto strangola,
Il torrente montano selvaggio come la faina selvaggia
Che balza da un noce all’altro…
Selvagge rondini increspano la superficie del placido stagno,
Il selvaggio vento scuote le foglie dei lecci e degli ontani,
Selvagge piogge cadono sulla battagliera selva.
Il selvaggio whisky raspa queste esitanti decrepite venerdì
E selvaggi pensieri come dei vortici
Dirompono in un selvaggi tumulto
Attraverso i confini indifesi
del selvaggio mio cuore…

Pratomagno,
30 Settembre 1989
(traduzione di Pier Franco Donovan)

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LA SCORSA NOTTE

Nel profondo della notte in questa casa isolata sulle pendici del monte
Sento la voce d’un bambino che canta, camminando nella notte.
Forse dovrei alzarmi e uscire e cercare il piccolo affranto,
Un’anima in pena sfuggita alla perdizione o scacciata dai colpi brutali dell’uomo,
Un bambino per gli anni ma più vecchio di ere o eoni. Quel cantare
Era molto chiaro nella notte, nel buio, molto strano.
Nella mia casa fa caldo. Il caffè e il vino sulla tavola
Mi rinfrescano, mi tengono sveglio, mi rassicurano, mentre leggo in un libro antico
Dell’unico vero amore che è l’obbedienza all’Amata. Chi è la Sposa
Per cui dovrei obbedire al suo richiamo ? Chi è lo Sposo ? Una vergine
Da prima del principio del tempo, non creata ma creatrice,
Una parola che creò questo Dio che creò il mondo, e che ora cammina sola,
Attraverso campi e pascoli, uno spirito abbandonato che nessuno si cura di chiamare
A propri costo, – uno che nessuno conosce e che nessuno vuole conoscere, -
Eppure conosce ogni ostacolo e zolla, ogni germoglio delle vigne celesti.
Egli è il bambino, la sposa, la donna barbuta, Krishna il nero, Arjuna bianco scintillante,
La vecchia col suo debole lumino, il nonno coi suoi fulmini plutoniani.
Scalzo cammina per le colline, un grido versato sull’altare afflitto del mondo,
Un antico condannato alle flagellazioni, le camere, i veleni,
Le imposte della fame, delle pesti, e delle ignobili devastanti sconfitte,
Una figura che tormenta ogni era, ogni anima, che non vorrebbe altro ch’essere amico.
E io sono un vecchio poeta che s’aggira tra le tegole sciolte della notte, un fantasma malato o senile
Ubriaco e abbandonato, perso nelle nebbie ondeggianti prima dell’alba.

Pratomagno,
25 Febbraio 1989
(traduzione di Pier Franco Donovan)

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LA TURBINA

Nella fredda notte umida cammino su per la collina
Oltre le gabbie di mattoni in rovina, sgretolate e sfaldate,
Sul pendio della collina sopra la gora

E gli spiriti dei castori si muovono nella luce lunare
Dall’erta collina alla maestosa quercia
Giù fino al bordo dell’acqua

Grigio argento nel chiar di luna
Marrone verde sotto le stelle

Camminando sull’erba ingarbugliata
Dimenando le loro grandi code
Cortesi, senza risentimento

Per mezzo secolo nelle loro gabbie
Spogliati delle loro pelli

Liberi adesso, felici
Sul mio piccolo lago
Sono venuti a costruire

Pratomagno,
17 Febbraio 1992
(traduzione di Pier Franco Donovan)

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SICCITA’ DI MEZZO INVERNO

Metà Febbraio, il torrente montano è fermo.
La chiusa sopra la cascata si è prosciugata,
La gora è asciutta, stagnante, – le nuvole si sono ridotte male.
Le rane sono silenti, – le trote, se ci fossero, sarebbero morte.
Luna, stelle e maree, le vostre coppe scintillanti rovesciate !

Pratomagno,
16 Febbraio 1989
(traduzione di Pier Franco Donovan)